Sa.Mi.
Quarta udienza questa mattina per il processo a carico dell'ex governatrice dell'Umbria Maria Rita Lorenzetti, indagata insieme ad altre 9 persone nell'inchiesta “Sanitopoli”.
Una lunga giornata nella quale sono stati sentiti i testimoni e anche alcuni degli indagati. Hanno risposto alle domande dell' accusa e degli avvocati della difesa Maurizio Rosi, ex assessore alla Sanità, e Paolo Di Loreto (direttore regionale dell'Umbria Sanità e Servizi sociali), mentre per la Lorenzetti l'avvocato Ghirga ha ritenuto sufficiente la produzione degli interrogatori già resi dalla “zarina” e non ha pensato necessario che l'imputata rendesse ulteriori testimonianze. La Lorenzetti era comunque presente in aula, di buon umore e serena come sempre si è dichiarata dall'inizio del processo.
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Proprio Rosi è stato oggetto di una raffica di domande dei pm Mario Formisano e Massimo Casucci sul punto cruciale delle assunzioni all'Asl. Ma Rosi ha risposto che le assunzioni non dipendevano da lui e di non aver mai subito pressioni in merito. Eppure all'incalzare dei quesiti e al riferimento ad una precedente dichiarazione resa durante interrogatorio Rosi ha risposto che effettivamente telefonate arrivavano, ma come normalmente avviene se l'azienda sanitaria è alla ricerca di personale.
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Un punto che si potrebbe definire a favore delle difese è arrivato quando a salire sul banco dei testimoni è stata una delle “burocrati” della Regione, segretaria della Giunta regionale che ha raccontato, in sostanza, di un sistema nel quale l'iter delle delibere considerate urgenti (come quelle delle assunzioni oggetto dell'inchiesta) era formalmente rispettato e del tutto regolare secondo le procedure del caso. Entrambi gli imputati ascoltati oggi hanno di fatto rilasciato lunghe dichiarazioni per sostenere la loro innocenza. Si torna in aula il 26 maggio con nuovi testimoni e consulenti delle parti.