Sanità, aggiustamenti sulle nuove tasse in attesa della Holding taglia-spesa VIDEO

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Massimo Sbardella

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Mer, 26/03/2025 - 18:43

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Attenuare l’aumento Irpef sullo scaglione di reddito imponibile tra 15.001 e 28.000 euro, rispetto all’ipotesi di innalzare l’addizionale dell’1,95% preadottata dalla Giunta regionale venerdì scorso, nella manovra che prevede anche, ma dal 2026, un incremento dell’Irap (+0,5%) e del bollo auto (+10%). Attraverso un fondo di salvaguardia, o comunque con una modalità che, per la progressività, non porti però a sgravi per le fasce più alte di reddito (quelle tra 28.001 e 50.000 euro e oltre i 50.001 euro) alle quali l’amministrazione Proietti chiede un contributo maggiore “per scongiurare il commissariamento della sanità”.

Queste le ipotesi al vaglio del centrosinistra, dopo le critiche e le richieste dei sindacati, le proposte delle associazioni di categoria ed anche qualche mal di pancia manifestato soprattutto all’interno del Pd, in attesa del summit di giovedì con i sindaci.

Giunta e consiglieri regionali di maggioranza sono però comunque determinati ad approvare gli aumenti entro il 15 aprile, il termine indicato dalla Finanziaria per l’approvazione delle aliquote delle addizionali di Regioni e Comuni in via ordinaria. Perché altrimenti, continuano a ripetere Proietti e i suoi assessori, “sarà certo il commissariamento, con l’aumento automatico al massimo di tutte le addizionali”.

Solo il 25 marzo l’incarico formale a KPMG

Una certezza che deriva dalla verifica dei conti delle quattro Aziende sanitarie (Asl 1 e 2 e Aziende ospedaliere di Perugia e Terni) affidata, con una procedura singolare (“c’era urgenza”) all’advisor privato KPMG. La determina dirigenziale (3045/2025) è infatti datata 25 marzo 2025: l’incarico (per un importo di 135mila euro che sale a 164.700 euro Iva compresa, appena sotto il limite consentito per l’affidamento diretto) è stato formalizzato durante – o forse addirittura dopo – l’infuocato Consiglio regionale al termine del quale la minoranza ha occupato Palazzo Donini per protestare contro la consegna del report dell’advisor.

Report, conferma la governatrice Proietti, che ancora non è definitivo: quello arriverà sul tavolo della presidente – che ha mantenuto la delega alla Sanità – il 30 aprile. Per ora ci sono 61 pagine di “prime evidenze” nelle quali l’advisor privato, a tempo record – il 26 febbraio la Giunta dava mandato alla dirigente di individuare un soggetto terzo che vagliasse i conti delle Aziende sanitarie e il 27 febbraio ne veniva comunicato il nome – ha confermato i conti in rosso delle quattro Aziende già evidenziati dagli uffici. Lavorando anche “nelle more della formalizzazione dell’incarico”.

“Prima di andare in Commissione e in Consiglio regionale ci saranno date le seconde evidenze” annuncia Proietti. Da vedere se basteranno, ai consiglieri di opposizione, per togliere ciabatte e coperte dagli uffici di Palazzo Cesaroni.

Sanità, i conti dell’advisor

Ma quella sull’iter che ha portato al report (o a questa prima bozza) è un’altra partita, sulla quale, annunciano da destra, sarà attenzionata la magistratura contabile.

Proietti, illustrando quella che chiama “Operazione Verità 2.0”, invita a “non guardare il dito, ma la luna”. Una luna “rossa”, come il rosso strutturale delle quattro Aziende sanitarie umbre, determinato anche da un saldo negativo e crescente dal 2021 della mobilità sanitaria (cioè da coloro che vanno a curarsi fuori regione).

Le tabelle prodotte sulla base del primo report di KPMG mostrano il disavanzo di gestione delle Aziende sanitarie dal 2021 (-96,7 milioni); 2022 (-217 milioni); 2023 (-195,3 milioni). Fino ad arrivare al risultato del 2024: -243,4 milioni. Frutto di un disavanzo di gestione imputabile per 75 milioni alla Asl1, per 108 milioni alla Asl2, per circa 47,9 milioni all’Azienda ospedaliera di Perugia e per 12,5 milioni all’azienda ospedaliera di Terni. Dati che però, con i 153 milioni della gestione sanitaria accentrata, portano a un deficit complessivo per il 2024 di 90 milioni di euro. Cifra alla quale si dovrebbe sommare il taglio del Governo, ma sottrarre i trasferimenti derivanti dal payback sanità (cioè il rimborso di una parte della spesa per i farmaci).

Il primo aprile al tavolo del Mef

Insomma, l’esatta entità del “buco” – termine con cui la maggioranza chiama il deficit 2024 e che la minoranza invece contesta – al momento non è possibile sapere con certezza. Anche perché l’incontro con il Mef fissato per l’Umbria per il 25 marzo è stato spostato al primo aprile.

“Sperando, per allora, che i numeri cambino” dice Proietti. I conti, infatti, starebbero migliorando. Cosa che lascerebbe qualche margine di alleggerimento. Ma la manovra preadottata venerdì dalla Giunta “copre sicuramente il disavanzo accertato”. L’Umbria vuole arrivare a quel tavolo tecnico con un salvacondotto, da certificare poi con l’approvazione della manovra da parte del Consiglio regionale entro il 15 aprile.

“No al Piano di rientro”

La Giunta, infatti, non vuole trattare con il Mef un’ipotesi di Piano di rientro. “Tecnicamente il piano di rientro non è possibile” dice Proietti. Invitando la supermanager a cui ha affidato la gestione tecnica della sanità, Daniela Donetti, a parlare del lavoro che si sta facendo per arrivare a quelle riforme strutturali che – come denunciato anche dall’ex assessore Luca Coletto – potrebbero consentire alla sanità umbra di reggersi con certezza sulle proprie gambe in questi tempi economicamente e finanziariamente incerti. Ma che hanno bisogno comunque di tempo.

Donetti sanità

Rivoluzione sanità, si pensa alla Holding

“Anche gli investimenti sono un piano di rientro” dice Donetti. Che preannuncia importanti novità a breve sull’integrazione dei servizi tra le Aziende per abbattere le liste d’attesa.

La governatrice si lascia sfuggire qualcosa di più: “La holding non si fa in poco tempo”. Un’unica Azienda della sanità umbra, o almeno il modello 1+1 (una Ospedaliera e una Asl) di cui si parla da tempo? Per ora è solo un’idea che la maggioranza dovrà vagliare, anche perché si tratta di prendere in mano forbici per tagliare posti che solitamente fanno gola alla politica. E a questo proposito Proietti annuncia: “Da subito taglieremo anche i costi della politica“. Ma intanto, c’è da approvare gli aumenti della fiscalità regionale inderogabilmente entro il 15 aprile.

Tagliola del 15 aprile, cosa cambia

“Solo l’approvazione della manovra entro il 15 aprile può scongiurare il commissariamento della sanità”, ripete la maggioranza. Secondo la legge 311/2004, prima del commissariamento vero e proprio, quello che porta al blocco delle spese non obbligatorie in sanità e all’aumento al massimo di tutte le aliquote, è previsto un iter ben definito. Che si attiva con una diffida del Mef a reperire le risorse necessarie entro il 30 aprile. Impegnando il presidente di Regione, in qualità di commissario ad acta, ad adottare entro il 31 maggio i provvedimenti di riduzione della spesa o di aumento delle entrate. Che in questo caso sono però vincolati a coprire il deficit della sanità. Solo in caso di inadempienza o di insufficienza delle misure, scatta il commissariamento vero e proprio, con verifiche periodiche dei conti.

La destinazione dell’extragettito

Approvando la manovra entro il 15 aprile la Regione Umbria si assicurerebbe di continuare ad avere una gestione ordinaria del proprio bilancio, compresa la parte più consistente, quella appunto della sanità. Potendo utilizzare l’extragettito (116 milioni a regime se la manovra passerà senza alterazioni) per le proprie politiche in altre materie: trasporto pubblico locale, servizi agli studenti, sociale, contrasto alla povertà, sviluppo economico, lavoro, ambiente. E a quel cofinanziamento del 18% della programmazione europea per la quale servono nel triennio 33 milioni.

Spese che però le parti sociali hanno chiesto di poter verificare, come del resto si è impegnata a fare periodicamente la presidente Proietti.

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