Chiudere alle auto il centro di San Giacomo, realizzando una nuova piazza di collegamento tra la chiesa ed il castello della popolosa frazione di Spoleto. Una piazza pedonale e con un significato simbolico di concordia ed unione, attraverso una simbolica chiave rappresentata davanti al castello. Mentre ad ‘accogliere’ le auto sarebbe stata una bretella stradale più a monte, con l’ipotesi di uno spostamento anche del tracciato ferroviario.
Il progetto, del valore di 400 milioni di lire, era stato previsto ed avviato alla metà degli anni ’90, su spinta dell’allora consigliere comunale Domenico Santini e del sindaco Alessandro Laureti, e prevedeva che la piazza fosse trasformata in un vero e proprio ‘salotto’ a cielo aperto, con l’organizzazione di eventi (attraverso delle predisposizioni interrate per gli impianti elettrici ed audio) e la possibilità per gli abitanti del paese di goderne a pieno.
I lavori della piazza di San Giacomo erano stati fatti, con anche sottoservizi e predisposizioni ad hoc appunto in caso di spettacoli, ma la chiusura al transito decisa a monte (che aveva comportato anche una scelta di materiali particolari, che resistessero soltanto al traffico leggero) non è stata mai attuata. Con la viabilità della frazione rimasta sempre la sessa. Non solo: praticamente nessuno ha mai controllato il rispetto del divieto di accesso ai mezzi pesanti (ed a quelli agricoli) all’interno della frazione. Né il mattonato, inaugurato nel 1999, è stato mai manutenuto. E così la bellissima pavimentazione si è ben presto rovinata, rendendo irrimandabile, negli ultimi anni, un intervento di rifacimento, chiesto a gran voce dai residenti. Intervento che è stato effettuato nelle ultime settimane, e che ha dato un volto ancora diverso alla piazza ed al paese. Dividendo in due la popolazione, tra favorevoli e nostalgici del vecchio progetto per cui sono stati spesi svariati soldi pubblici.
È proprio in concomitanza con i lavori sulla piazza – che hanno previsto la realizzazione di una lingua di cemento carrabile, lasciando la parte davanti al castello pedonale e mattonata – infatti che è tornato alla luce il progetto mai attuato nella sua interezza. Un intervento appunto del valore di 400 milioni di lire, risalente alla fine degli anni ’90, sotto la Giunta Laureti. Progetto che all’epoca era stato condiviso da moltissime persone e sposato dalla Pro loco di San Giacomo, che aveva messo in campo (grazie ad un contributo della Carispo) i soldi necessari alla redazione del progetto da parte di alcuni professionisti (in particolare il geometra Daniele Felici, gli architetti Giorgio Flamini e Giorgio Montenovo e il maestro Franco Troiani.), che si erano messi a disposizione della collettività. Progetto poi acquisito dal Comune che, tra peripezie varie, relative alle reti dei sottoservizi fatiscenti, aveva poi appaltato i lavori e completato l’opera. Tra i contributi del maestro Troiani c’era stata anche la progettazione della nuova fontana.
L’area, però, non è stata chiusa nemmeno un giorno al transito, né il progetto è stato completato come era previsto dal Pir del castello, cioè realizzando un mattonato tutto intorno, integrato proprio con quello della piazza. E così si è arrivati a quasi 20 anni dopo, quando la pavimentazione – non fatta per sopportare un transito veicolare intenso e tanto meno quello di mezzi pesanti – non ha più retto. L’attuale amministrazione comunale, dopo un incontro pubblico, ha deciso di procedere con l’intervento appena realizzato, prevedendo quindi un tratto di asfalto. Progetto che di fatto ha diviso però in due la popolazione. In molti, infatti, auspicavano che si potesse rifare il mattonato, magari questa volta resistente al traffico. Un intervento che sarebbe però stato molto più costoso. L’opera, ormai, è stata fatta, resistente alle auto. E mentre prosegue il dibattito tra chi preferisce il bitume e chi invece i mattoni, la pedonalizzazione del centro della frazione è e resterà soltanto una chimera.