Intanto per il 2023 si torna alla vecchia formula con una regione protagonista: sarà la Valle d'Aosta ad offrire l'olio per la lampada.
“Oggi la chiesa cattolica ricorda e celebra san francesco, la figura la vita e la testimonianza rivestono un significato profondo non soltanto per i credenti: il Parlamento ha riconosciuto il 4 ottobre come momento dedicato ai valori universali di cui San Francesco e Santa Caterina, patroni d’Italia, sono espressione: pace, fraternità e dialogo tra culture e religione diversa“. E proprio la pace è al centro del discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per San Francesco Patrono d’Italia 2022, dopo la messa nel corso della quale ha acceso la lampada che arde sulla tomba del Santo celebrata dal cardinale Matteo Zuppi, presidente Cei.
Intanto per il 2023 si torna alla vecchia formula con una regione protagonista: sarà la Valle d’Aosta ad offrire l’olio per la lampada.
La pace tradita in Europa
Come già nell’omelia di Zuppi non è mancato un accenno alla tragedia della guerra Russia-Ucraina: “Quella pace tradita proprio nel cuore dell’Europa che, nella prima metà del secolo scorso, aveva conosciuto gli abissi del male e si era riscattata con nuovi ordinamenti interni e internazionali. Non ci arrendiamo alla logica di guerra, che consuma la ragione e la vita delle persone e spinge a intollerabili crescendo di morti e devastazioni. Che sta rendendo il mondo più povero e rischia di avviarlo verso la distruzione. E allora la richiesta di abbandonare la prepotenza che ha scatenato la guerra. E allora il dialogo. Per interrompere questa spirale“, l’auspicio di Mattarella.
“La pace è un diritto iscritto nelle coscienze e rappresenta l’aspirazione più profonda di ogni persona, appena alza lo sguardo oltre il proprio presente. La pace non è soltanto assenza di combattimenti bensì – ci ricorda san Francesco – è connaturata all’armonia con il Creato. Quando si consumano a dismisura le risorse, quando si depreda la natura, quando si creano disuguaglianze tra i popoli, quando si inaridisce il destino delle generazioni future, ci si allontana dalla pace. Dobbiamo riparare, restituire. È la grande urgenza della nostra epoca. E non abbiamo altro tempo oltre questo. È un compito che riguarda tutti noi – nessuno è irrilevante – nessuna buona opera è inutile. E’ un compito che va svolto insieme“, ancora Mattarella.
Il ricordo delle vittime di Covid e l’avviso: “Pandemia non è ancora sconfitta”
Ma San Francesco è stata anche il ricordo delle vittime del Covid: “La Conferenza episcopale italiana ha voluto ricordare, in questa occasione, tutti coloro che, con sacrificio, si sono prodigati per contrastare il Covid19 e le sue molteplici conseguenze e, insieme, le tante vittime di questa pandemia. Un atto di riconoscenza collettiva e un gesto di memoria riguardo a una calamità senza precedenti che ha colpito il nostro popolo. Un ringraziamento per gli operatori della sanità anzitutto, per tutti i militari e i civili che sono stati volto e braccia delle istituzioni, per gli operatori dei servizi essenziali, per le famiglie che hanno sopperito con amore a ogni genere di carenza, per i volontari che hanno portato fraternità dove c’era dolore, conforto e amicizia dove cresceva la paura. Quella drammatica emergenza ha reso evidenti sentimenti radicati. La solidarietà, la responsabilità verso gli altri, il senso del dovere. Abbiamo saputo affrontare insieme i momenti dolorosi e duri della 3 pandemia grazie all’apporto della scienza, all’organizzazione sanitaria e alla professionalità del suo personale. E – va sottolineato – grazie a quel senso di comunità che è presente anche se, talvolta, sottovalutato e che sa tradursi in comportamenti responsabili e attivi“.
Per Mattarella, “La pandemia ci ha ricordato i nostri limiti. Ci ha costretti a ripensare a ciò che è essenziale e a ciò che è superfluo. Ci ha fatto toccare con mano quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri. Anche a livello internazionale, con un’Europa che ha saputo essere protagonista positiva, aperta anche al sostegno verso popoli meno fortunati di altri continenti. E’ con questo senso di comunità che rivolgiamo nuovamente il pensiero ai tanti concittadini che non ci sono più, ai familiari che ancora li piangono, a coloro che – nei giorni più terribili – non hanno avuto neppure il conforto di un parente al capezzale o di un funerale. La pandemia non è definitivamente sconfitta, anche se l’azione dei vaccini e la risposta responsabile degli italiani ne hanno frenato l’espansione, ridotto grandemente la pericolosità e salvato la vita a decine di migliaia di persone. Occorrerà ancora intelligenza collettiva e responsabilità“.
Il dialogo tra le religioni
Mattarella ha ricordato anche il magistero del Poverello e l’importanza del dialogo tra religioni: “Il magistero di Francesco d’Assisi ha un preminente valore religioso, che le istituzioni della democrazia hanno il dovere di rispettare. Contiene, tuttavia, anche un messaggio che al di là della fede interroga ciascuno: Francesco attribuiva maggiore importanza alla coerenza dei comportamenti piuttosto che alle parole che li descrivono e li interpretano. Il Vangelo sine glossa di Francesco ne costituisce un esempio. La sua vita, la sua Regola ne sono state ulteriori illuminanti dimostrazioni. Più che le parole i comportamenti parlano; e la coerenza è la modalità, la condizione per dialogare in modo autentico. Le religioni – tutte – hanno responsabilità nella costruzione della pace. Scavano fossati quando legittimano la violenza e il sopruso, se giustificano comportamenti di morte“.
Che si propaghi lo spirito di Assisi
In conclusione, “Abbiamo bisogno dello spirito di Assisi; e che si propaghi! Pace, libertà, giustizia, democrazia si difendono con strumenti di pace, di libertà, di giustizia, di democrazia. I mezzi sono parte dei fini; e devono essere con essi coerenti. Ci avviciniamo all’ottocentesimo anniversario della morte di Francesco d’Assisi A lui guardiamo come a uno dei padri della nostra civiltà, come a un visionario che plasma la realtà, capace di indicare il percorso verso un futuro al quale intendiamo essere fedeli. Un futuro migliore E’ questo, oggi, l’augurio da Assisi: per l’Italia e per il mondo“.
San Francesco Patrono d’Italia 2022, il saluto di Trovarelli
“Questa giornata – il saluto pre-discorso del presidente della Repubblica per San Francesco Patrono d’Italia 2022 del 120′ successore di San Francesco, fra Carlos Trovarelli – vede tutta l’Italia convenuta simbolicamente ad Assisi, non solo per rinnovare l’annuale offerta dell’olio che arde presso la tomba del nostro Patrono San Francesco, ma specialmente per ringraziarlo a motivo dell’intercessione ricevuta durante il lungo e sofferto periodo dell’emergenza pandemica. Siamo qui a rappresentare l’Italia con un debito di riconoscenza nei confronti di quanti, Istituzioni civili, militari, religiose, operatori sanitari, protezione civile e il variegato mondo del volontariato, si sono spesi per il bene della Comunità nazionale“.
“Il nostro popolo nei momenti della prova e del dolore – come afferma papa Francesco – non ha mai rinunciato alla speranza “audace” che “indipendentemente dalle circostanze concrete e dai condizionamenti storici in cui vive, sa guardare oltre la comodità personale per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa” (cfr. Fratelli Tutti, 55). In questo tempo difficile che – per tante altre circostanze – ancora si prolunga, oserei dire che la speranza è sempre una sfida e, insieme, una efficace provocazione che ci sprona a prendere delle decisioni e a posizionarci in modo adeguato. (…) La speranza non è ingenuo ottimismo. Ci coinvolge. La speranza ha la capacità di anticipare ciò che ancora non c’è. La fede, la speranza e l’amore – chieste con tanta intensità dal giovane San Francesco al Crocifisso di San Damiano – ci rendono capaci di farci carico del futuro con determinazione e generosità. San Francesco, figlio di questa terra, Patrono dell’Italia – la conclusione di Trovarelli – ci aiuti a perseverare e maturare questi valori“.
San Francesco Patrono d’Italia 2022, il programma del pomeriggio del 4 ottobre
Subito dopo il discorso alla Nazione Mattarella è sceso in tomba per una breve visita privata di preghiera. Ha ricevuto dai vigili del fuoco un casco da pompiere, una copia della Rivista San Francesco ed è poi ripartito alla volta di Santa Maria degli Angeli. Prima del volo di ritorno a Roma in elicottero, si è fermato alla Porziuncola per un altro breve momento di preghiera privata. Intanto mentre è in corso l’agape fraterna, il programma della San Francesco Patrono d’Italia 2022 prevede alle 15 l’inaugurazione del centro di accoglienza e convegni “Colle del Paradiso”, alle 16 i vespri pontificali nella basilica inferiore, a seguire processione e benedizione all’Italia con la Chartula di San Francesco dal cupolino della Basilica da parte del vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino. Alle 17, infine, il concerto della Banda del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nella basilica superiore.
Il saluto di Tesei e Proietti
Per la presidente della Regione Donatella Tesei: “Le celebrazioni per San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, sono occasione per ricordare quanto abbiamo vissuto, ma anche per vivere un momento di riflessione e preghiera in merito agli scontri bellici che si consumano nel cuore dell’Europa, come in altre parti del mondo. E’ necessario che la diplomazia e il dialogo diventino protagonisti affinché si possano affermare i fondamentali principi del rispetto e dalla Pace tra i popoli, così come ha affermato con forza Papa Francesco nel suo ultimo ed accorato appello a russi ed ucraini per un immediato cessate il fuoco”.
“Quest’anno la Festa di San Francesco 2022 – le parole invece del sindaco di Assisi, Stefania Proietti – ha un significato profondo e straordinario perché la lampada votiva l’ha accesa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in memoria delle vittime del Covid-19 e per ringraziare tutti coloro, medici, infermieri, volontari, associazioni, istituzioni, che si sono adoperati durante la pandemia. Quindi un sentito ringraziamento al Capo dello Stato che in questa sede rappresenta tutti i comuni e tutti gli italiani. Oggi celebriamo il nostro Santo, il patrono d’Italia, che tanto ha predicato e si è speso per la pace e il dialogo tra i popoli. In questo momento storico abbiamo bisogno più che mai dei suoi insegnamenti e dello suoi valori. Da Assisi città messaggio giunga in tutti i paesi alle prese con le guerre un segnale di pace, come ha invocato ancora una volta Papa Francesco”.