San Bevignate, adesso chi paga? Italia Nostra: azioni di responsabilità - Tuttoggi.info

San Bevignate, adesso chi paga? Italia Nostra: azioni di responsabilità

Redazione

San Bevignate, adesso chi paga? Italia Nostra: azioni di responsabilità

Le imprese attendono la mossa dell'Adisu | Gli ambientalisti chiedono di far pagare i responsabili
Sab, 15/02/2020 - 10:18

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San Bevignate, gli ambientalisti (e non solo) esultano dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha definitivamente bloccato la realizzazione dello studentato vicino allo storico complesso monumentale templare.

Uno studentato che anche alla luce del numero delle iscrizioni di studenti e delle dinamiche universitarie a Perugia sarebbe stato del resto inutile. E scomodo, perché situato ai piedi dell’acropoli, ben lontano dai dipartimenti.

Secondo i giudici amministrativi di appello è legittimo il parere negativo sulla realizzazione dello studentato che era stato emesso dalla Soprintendenza dell’Umbria nel 2018.

Subito l’Associazione Perugia Capitale Verde ha plaudito alla sentenza “che tutela il paesaggio e evita il consumo di ulteriore suolo”.

Adesso chi paga?

Resta però il nodo: chi paga i danni alle imprese che, riunione in un’ati (associazione temporanea di imprese) avevano ottenuto l’appalto? Le imprese attende la mossa dell’Adisu: se rescinderà il contratto sulla base della sentenza del Consiglio di Stato, scatterà la richiesta dei danni. Per i mancati introiti, ma anche per il valore delle opere già eseguite (per circa 100mila euro) su cui c’è già un contenzioso civile.

Sulla vicenda interviene anche Italia Nostra, che esprime viva soddisfazione per l’esito della annosa vicenda giudiziaria, che vede il Consiglio di Stato mettere una pietra sopra la pretesa di costruire davanti la chiesa Duecentesca dei Templari “un nuovo inutile studentato“.

Italia Nostra è per le azioni di responsabilità

L’associazione ambientalista si dice “non insensibile alle legittime aspirazioni della ditta a suo tempo vincitrice della gara d’appalto” e “confida che gli autori della improvvida procedura autorizzativa siano
chiamati alle rispettive responsabilità
“.

Per questo Italia Nostra chiede al Comune di procedere ad opportuna variante al Piano regolatore “che neutralizzi quella variante ad personam a suo tempo adottata proprio per favorire lo studentato“. A Regione, Università e Adisu raccomanda “di programmare finalmente le opere pubbliche secondo effettiva necessità e non più secondo la logica della ‘repubblica degli appalti a tutti costi‘”.

Italia nostra apprezza il comportamento da ultimo tenuto dalla Soprintendenza “dopo una prima fase di smarrimento del concetto essenziale che la tutela conservativa non viene meno nei casi di promotori istituzionali“.

Ma l’attenzione, adesso, è sulla nuova battaglia intorno al defunto studentato di San Bevignate, che si sposta dal versante giudiziario-amministrativo a quello economico-risarcitorio.

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