Lo storico parroco avrebbe compiuto 83anni. Cappellano di Sua Santità, appassionato di calcio e custode di San Salvatore
Saranno celebrati sabato 30 marzo, alle ore 11.30, nell’abbazia e basilica minore di San Salvatore in Montecorona, con la cerimonia presieduta dall’arcivescovo Maffeis, i funerali di mons. Renzo Piccioni Pignani, parroco di Montecorona dal 1970, morto nella mattinata del Venerdì Santo a seguito di una grave malattia. Don Renzo avrebbe compiuto 83 anni proprioil 30 marzo.
Nato a Perugia nel 1941 ed ordinato sacerdote il 27 giugno 1965, si è spento la notte scorsa presso l’Hospice di Perugia.
A darne la notizia è stato l’arcivescovo Ivan Maffeis, accanto a don Renzo nei quasi tre mesi di degenza ospedaliera, esprimendo il profondo cordoglio a nome di tutto il Clero diocesano alla famiglia Piccioni Pignani e alle comunità dei fedeli di Montecorona, Monte Acuto, Pian d’Assino, Colle e Romeggio. Per loro don Renzo era più di una guida spirituale: un “padre”, un “fratello”, un “amico-consigliere”, è il commento, a caldo, di amici e parrocchiani appresa la triste notizia.
Don Renzo era legatissimo a queste comunità situate tra i comuni di Perugia e di Umbertide, messe a dura prova poco più di un anno fa dal terremoto che ha interessato l’alta valle del Tevere. Le definiva “piccole e semplici realtà, ma c’è sempre stato un vincolo spirituale e materiale forte, che ci ha fatto vivere con amicizia ed affetto”.
Cappellano di Sua Santità
Don Renzo Piccioni Pignani, insignito del titolo di “monsignore” nel ricevere la nomina di “cappellano di Sua Santità” da parte di papa Giovanni Paolo II, lascia un grande vuoto in quanti l’hanno conosciuto, stimato ed amato come pastore di anime nell’ascoltare e nell’accogliere tutti, senza distinzioni. Era un curato di campagna dal senso “diplomatico arguto” nel tessere rapporti anche con le Istituzioni e nell’avvicinare-dialogare con i “lontani”.
La passione per il calcio
Aveva la passione per il calcio, aiutando a far crescere umanamente e sportivamente tante generazioni di giovani che erano anche il suo orgoglio, oltre ad essere uno dei motivi centrali del suo impegno pastorale e sociale. In occasione dei suoi cinquant’anni di sacerdozio (2015), un suo amico giornalista così lo descrive: “Don Renzo ha scelto di insegnare ‘sul campo’ i valori di un cristianesimo quotidiano, costruito sull’amicizia, sul rispetto, sulla solidarietà, sulla condivisione. In parrocchia come a scuola, dove don Renzo ha insegnato dal 1976… Allora come ora”.
L’ex alunno
Lo ricorda con queste parole Giuseppe Mordivoglia, suo ex alunno, oggi seminarista: “Don Renzo è stato il mio professore di Religione in primo e secondo superiore (anni 2000-2001). Oltre al piacevole ricordo che non entrava mai in classe ‘a mani vuote’ (aveva sempre con sé una scatola di cioccolatini da condividere), non ha mai fatto una lezione frontale: alunni/studenti, lui ci riuniva intorno alla cattedra e parlava di argomenti importanti, a volte “scomodi” per la nostra età, per aiutarci a imparare a vivere e soprattutto iniziare a ragionare con la propria testa”.
Il restauro di San Salvatore
Diverse opere e progetti sono stati da lui realizzati come la ristrutturazione-restauro dell’abbazia e basilica minore di San Salvatore, sede della sua parrocchia, le solenni celebrazioni del millenario della costruzione di questa abbazia (1008-2008) ed altre ancora per la crescita sociale e culturale delle comunità affidate alla sua guida pastorale. Anche a livello diocesano si è particolarmente distinto nei suoi diversi e delicati incarichi ricoperti per diversi anni in ambito pastorale ed amministrativo, non da ultimo quello di presidente del Consiglio di amministrazione dell’emittente Umbria Radio InBlu vivendo un’altra bella esperienza con giovani appassionati di media.