“Io presidente della Regione? No, grazie. Penso a Perugia“. Andrea Romizi ha chiuso sul nascere il dibattito su possibili nuove elezioni già tra un anno a Perugia a seguito di una sua candidatura a presidente della Regione per la coalizione di centrodestra.
Un’ipotesi che circolava da settimane, lanciata però dall’ex assessore perugino Francesco Calabrese all’indomani del varo della Giunta del Romizi-bis.
Per il sindaco, che pure ha ringraziato Calabrese per l’ennesima attestazione di stima, sarebbe un tradimento nei confronti dei perugini farli tornare alle urne già a primavera. Quando ad un possibile ruolo nazionale nella riorganizzazione di Forza Italia, prospettato dalla senatrice Fiammetta Modena, Romizi si dice invece possibilista, purché compatibile con i suoi impegni da sindaco.
E comunque, già il fatto che Romizi si sia reso disponibile ad aiutare il suo partito è un successo per Forza Italia, rimasta in ombra in questa tornata elettorale e con il suo uomo più rappresentativo che stava prendendo le sembianze di un civico.
Anche l’uscita allo scoperto di “Progetto Perugia” a qualcuno è sembrato un voler portare Romizi dalla propria parte, in un’operazione a cui le dimissioni di Catiuscia Marini hanno tolto tempo prezioso: sbarcare da Perugia alla Regione. Attraverso quel “metodo” risultato vincente nel capoluogo umbro. E per la nascente civica regionale di centrodestra è importante far capire di poter mettere sul campo competenze, non solo speranze. Le competenze di cui ha però parlato anche Fiammetta Modena, con Forza Italia che rischia di vedersi rosicchiare voti alle regionali dalla lista civica che ha alle spalle l’ex parlamentare azzurro Pietro Laffranco.
Scaramucce, in attesa che parlino Lega e Fratelli d’Italia.