Luca Biribanti
La Corte d'Assise di Torino ha usato il pugno duro nei confronti dell'ex ad della ThyssenKrupp, Herald Esphenhahn, con una condanna a 16 anni e mezzo di reclusione, riconoscendo l'imputazione per “omicidio con dolo eventuale”. La sentenza sulle responsabilità della tragica vicenda, che nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007 portò alla morte di 7 persone, coinvolge altri 5 dirigenti: Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri, condannati a 13 anni e mezzo e Daniele Moroni condannato a 10 anni e 10 mesi. C'era alta tensione nell'aula di Torino, dove un parente delle vittime è stato colpito da un lieve malore e affidato alle cure della Croce Verde. Pesanti anche le decisioni a carico dell'azienda che dovrà corrispondere una sanzione pecuniaria da 1 milione di euro, oltre all'esclusione da contributi e sovvenzioni pubbliche per sei mesi, il divieto di farsi pubblicità per sei mesi. Gli indennizzi andranno alla Regione Piemonte (973 mila euro) e alla Provincia di Torino (500 mila euro), il rimanente distribuito tra Comune di Torino, sindacati Fim, Fiom, Uilm, Flm-Cub, associazione Medicina Democratica, e le decine di ex colleghi delle vittime che lavoravano nello stabilimento di Torino.
I PARENTI DELLE VITTIME – Alla lettura della sentenza i parenti delle vittime coinvolte nel rogo hanno esultato ma con la consapevolezza che “è stata fatta giustizia, ma non riavremo i nostri cari”. A parlare è Grazia, la mamma di Rosario Rodinò: “è andata bene e ringrazio il dottor Raffaele Guariniello per il lavoro fatto, è stato bravissimo. Speravo in questa sentenza, ma non me la aspettavo. Adesso cercherò di andare avanti: mio figlio non lo riavrò più, ma gli avevo promesso giustizia e ho fatto di tutto perché fosse così. Forse aggiunge è stata scritta una pagina di storia, ma non riesco a pensare ad altro che a mio figlio. Adesso ho ancora la speranza nella giustizia di Dio”. Impassibile al momento della lettura della sentenza è rimasto Antonio Santino, padre di Bruno che indossava per l'occasione una maglietta nera con scritto 'giustizia esemplare' che avrebbe voluto una condanna ancora più dura nei confronti dei colpevoli: “Se le pene fossero state più severe sarebbe stato ancora meglio. E' stata fatta una buona parte di giustizia, ma non ancora tutta. Per me sarebbe stata più appropriata una condanna all'ergastolo. Il dottor Guariniello è stato bravissimo, gli abbiamo stretto più volte la mano, lo faremo ancora, per dirgli il nostro grazie”.
Anche Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto al tragico rogo e oggi deputato del PD, ha commentato la sentenza in lacrime: “Dedico questa sentenza a tutti i morti di quella notte a chi ha perso la vita sul posto di lavoro e a mia madre che è scomparsa da poco. E' stata fatta giustizia anche se, fino alla lettura della sentenza, avevamo paura che succedesse qualcosa di diverso. E' un risarcimento morale importante e dovuto a tutti i familiari. Era un'esigenza che avevamo tutti e non é una forma di vendetta. Chi ha sbagliato, ha pagato”.
LA REAZIONE DELLA THYSSENKRUPP – L'azienda ha definito la condanna “incomprensibile e inspiegabile” in un comunicato diffuso subito dopo la notizia della sentenza. “Per l'ulteriore corso del procedimento – si legge nella nota – si rimanda alle dichiarazioni degli avvocati difensori”. Nel comunicato la Thyssenkrupp esprime ai familiari delle vittime ''il suo più profondo cordoglio e rinnova il suo grande rammarico per il tragico infortunio avvenuto in uno dei suoi stabilimenti. Nelle sue linee guida, il Gruppo conferma che la sicurezza sul posto di lavoro è un obiettivo aziendale di assoluta importanza, pari alla redditività e alla qualità dei prodotti, e che si deve provvedere con ogni mezzo a garantire la stessa. Una tragedia simile non si dovrà ripetere mai più”.
LA POLITICA – In riferimento agli esiti del processo Thyssenkrupp, il presidente della Provincia Feliciano Polli ha dichiarato che “nel pieno rispetto dell'autonomia della magistratura, la sentenza emessa dalla Corte d'Assise di Torino appare eccessivamente dura nei confronti della stessa Thyssenkrupp, del suo amministratore delegato, Harald Espenhahn, e degli altri dirigenti. La sentenza ci lascia sconcertati nell'esito e preoccupa fortemente per gli effetti sulle prospettive di una grande azienda, l'Ast-TK, impegnata in una durissima competizione internazionale.
“Solo chi conosce pienamente gli atti può dare una valutazione” ha commentato il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo: “Mi sembra che questa volta la giustizia sia stata ingiusta e punitiva nei confronti dell’azienda e dei lavoratori che ora si troveranno in difficoltà”.
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