Sei mesi (almeno) per ottenere il rimborso Trenitalia di un abbonamento annuale usato solo per due mesi, prima perché c’era il lockdown e poi perché l’utente ha alternato periodi di smart working ad altri di cassa integrazione. Non usando quindi l’abbonamento, ma non riuscendo neanche a farselo rimborsare. Un abbonamento annuale Assisi-Terni, quale il caso del cittadino in questione, costa 800 euro per 12 mesi, dei quali solo due utilizzati. E al danno si aggiunge la beffa, se si pensa che l’utente ha scelto l’abbonamento annuale perché è l’unico del quale viene garantita non solo la ‘replica’ in caso di smarrimento, ma anche il rimborso per gli eventuali mesi non utilizzati.
“Il problema – spiega l’utente – è che la biglietteria di Assisi (dove avrei dovuto presentare il modulo) è rimasta chiusa per mesi, quindi non ho potuto presentare il rimborso Trenitalia in tempi utili. E poi, pur avendo ripetutamente contattato sia i call center che la Direzione regionale Umbria (anche tramite mail) l’unica risposta che sono riuscito ad ottenere è che ‘ancora siamo in attesa di definire le ‘modalità di rimborso causa covid-19’, risposta che non è pertinente rispetto alla mia richiesta di rimborso per semplice ‘rinuncia all’abbonamento’”.
Il rimborso Trenitalia è solo per Coronavirus?
Secondo quanto spiega il cittadino, “non essendo state ancora stabilite le ‘modalità di rimborso causa Covid-19’, tutte le richieste di rimborso vengono ricondotte a questa motivazione e quindi ‘rispedite’ al mittente in attesa di ulteriori chiarimenti“. E quindi per tutelare i suoi diritti, l’utente assisano si è rivolto a un’associazione consumatori di Perugia, ma ha deciso di rendere nota la vicenda non solo per veder riconosciute le sue ragioni in tempi celeri, ma anche perché “il rimborso Trenitalia ‘causa Covid’ (per gli abbonati) dovrebbe interessare diverse persone e trovo alquanto scorretto che ancora non si sappia nulla in proposito e non sia stata comunicata nemmeno un’ipotetica data in cui decideranno il da farsi“.