Tragedia Rigopiano di Farindola, sentenza di primo grado assolve 25 imputati su 30. Nel disastro perse la vita il ternano Alessandro Riccetti
La sentenza di primo grado per il disastro dell’hotel Rigopiano ha assolto 25 dei 30 imputati per la tragedia del 18 gennaio 2017, quando una slavina si è abbatté sull’albergo di Farindola, in Abruzzo.
Per le ricerche dei 38 dispersi lavorarono 1.146 vigili del fuoco: 9 le persone salvate, 29 le persone decedute. Tra queste anche Alessandro Riccetti, il ragazzo di Terni che lavorava nell’hotel nella zona del Gran Sasso.
I 30 imputati nel processo, tra amministratori e funzionari pubblici, oltre al gestore e al proprietario della struttura, erano accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi.
Rigopiano, le condanne per il disastro del 2017. Due anni e otto mesi al sindaco Lacchetta
ll gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, ha condannato a due anni e otto mesi il sindaco di Farindola (Pescara), Ilario Lacchetta, per omissione dell’ordinanza di sgombero dell’albergo: l’accusa aveva chiesto 11 anni e 4 mesi. Per tutti gli altri capi di accusa è stato assolto, perché il fatto non sussiste. Assolti Francesco Provolo, l’ex prefetto di Pescara (l’accusa aveva chiesto 12 anni) e Antonio Di Marco, ex presidente della Provincia. Tre anni e quattro mesi sono stati inflitti a Paolo D’Incecco e a Mauro Di Blasio, entrambi funzionari della Provincia di Pescara. Condannati a sei mesi il gestore dell’hotel, Bruno Di Tommaso, e il tecnico Giuseppe Gatto.
“Attenderemo le valutazioni della sentenza per valutare il ricorso all’Appello – ha commentato il capo della Procura di Pescara Giuseppe Bellelli – Ciò che emerge chiaramente è che è stato cancellato il reato di disastro colposo”. Dal processo escono completamente, secondo la sentenza, anche le responsabilità della Prefettura e della Regione in capo ai soccorsi e ai presunti depistaggi.
Caos e rabbia tra le famiglie dopo lettura sentenza. Salvini “Non è giustizia”
Dopo la lettura della sentenza è scoppiato il caos in aula per la rabbia delle famiglie delle vittime. Alcuni di loro hanno provato a raggiungere il giudice al grido di “Vergona, fate schifo. I nostri cari, oggi, sono morti per la seconda volta”. C’è voluto un bel po’ per riportare la calma in aula, ma il monito del sopravvissuto Giampaolo Matrone, 39 anni di Monterotondo, che perse nella tragedia la moglie Valentina Cicioni, risuona come una profezia: “Giudice, non finisce qui”.
“Ventinove morti, nessun colpevole (o quasi). Questa non è giustizia, questa è una vergogna. Tutta la mia vicinanza e la mia solidarietà ai famigliari delle vittime innocenti” – il commento del vicepremier Matteo Salvini.
La sentenza dopo 6 anni dalla tragedia
La sentenza di primo grado relativa alla tragedia di Farindola è arrivata dopo 6 anni dal disastro: le indagini si erano concluse nel novembre 2018 e avevano coinvolto 40 persone. A dicembre del 2019 i vertici regionali erano usciti dall’inchiesta con 22 archiviazioni per ex presidenti della Regione ed ex assessori regionali alla Protezione Civile.
Le vittime della tragedia dell’hotel Rigopiano
Claudio Baldini e Sara Angelozzi, 40enni di Atri, Luciano Caporale, 54enne e la moglie Silvana Angelucci, 46enne di Castel Frentano (Chieti), Valentina Cicioni, 32enne di Monterotondo (Roma), salvo il marito Giampaolo Matrone; Sebastiano di Carlo, 49enne e la moglie Nadia Acconciamessa, 47enne, salvo il figlio Edoardo. Domenico di Michelangelo, 41enne, e la moglie Marina Serraiocco, 36enne di Osimo, salvo il figlio Samuel; Piero Di Pietro, 53enne, la moglie Rosa Barbara Nobilio, 51enne di Loreto Aprutino (Pescara); Stefano Feniello, 28enne di Valva (Salerno), salva la fidanzata Francesca Bronzi; Marco Tanda, 25enne di Macerata, e la fidanzata Jessica Tinari, 24enne di Vasto (Chieti); Tobia Foresta, 60enne, e la moglie 50enne Bianca Iudicone di Montesilvano (Pescara); Marco Vagnarelli, 44enne, e la compagna Paola Tommasini, 46enne di Castignano (Ascoli); il proprietario Roberto Del Rosso, 53enne, Alessandro Giancaterino, 42enne del posto; Alessandro Riccetti, 33enne di Terni; Emanuele Bonifazi, 32enne di Pioraco (Macerata); Gabriele D’Angelo, 31enne di Penne (Pescara); Ilaria De Biase, 22enne di Chieti; Marinella Colangeli, 32enne di Farindola, Cecilia Martella e Linda Salzetta, 31enne del posto, salvo il fratello Fabio. Luana Biferi, 30enne di Bisenti (Teramo) e Dame Faye, 30enne senegalese.