Ricostruzione e sostegno alle aziende, Confartigianato indica le criticità alla Regione - Tuttoggi.info

Ricostruzione e sostegno alle aziende, Confartigianato indica le criticità alla Regione

Sara Fratepietro

Ricostruzione e sostegno alle aziende, Confartigianato indica le criticità alla Regione

Dom, 04/07/2021 - 07:27

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Misure economiche, leggi da modificare, personale della ricostruzione: Confartigianato chiede alla Regione Umbria di sollecitare il Governo nazionale

Troppe criticità nella ricostruzione post sisma del 2016 ed in particolare nel sostegno economico alle aziende che hanno subìto danni. Ad evidenziarle, con una lettera indirizzata alla presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, sono il presidente ed il segretario di Confartigianato imprese Perugia, rispettivamente Giorgio Buini e Stelvio Gauzzi.

Il documento in questione di fatto è una “proposta alla Regione Umbria, ai fini dell’adozione di un atto di indirizzo per un maggiore coinvolgimento del legislatore nazionale nella risoluzione dei problemi della ricostruzione che non è soltanto fisica (le abitazioni), ma deve essere anche rivolta a risollevare il tessuto economico e sociale dei territori“. In sostanza, dunque, si chiede alla Regione (che non ha potere diretto in materia) di sollecitare il Governo nell’adozione di diversi atti.

Nel mirino di Confartigianato ci sono soprattutto i provvedimenti economici della cosiddetta Zona franca urbana (per la quale viene chiesta una proroga di almeno 5 anni), che nell’attuale formulazione sta penalizzando molte attività economiche del cratere del sisma. Si sono infatti create disparità tra le aziende che hanno avviato la propria attività prima e dopo la prima scossa di terremoto, quella del 24 agosto 2016. Ma non solo: non si prendono in considerazione quelle imprese che grazie al personale impegnato nell’emergenza sisma ha contenuto inizialmente le perdite economiche. Come ad esempio locali ed attività ricettive utilizzate da forze dell’ordine e vigili del fuoco nel post terremoto.

Diverse, dunque, le proposte avanzate dall’associazione di categoria alla Regione (affinché solleciti Governo e Parlamento), che al momento non hanno trovato risposta. Come la proroga alla fine del 2024 dello stato di emergenza. Ma anche, per quanto riguarda il personale, l’“impellente necessità di stabilizzare il personale Fintecna ed Invitalia in servizio presso gli USR con contratti di CoCoCo da oltre tre anni, utilizzando ad esempio lo strumento del Corso – Concorso”. “Un capitale umano e professionale – secondo Confartigianato – che non può andare disperso”. Evidenziata anche la necessità di potenziare i lavoratori in altre strutture legate alla ricostruzione, come Comuni e Soprintendenza.

Per quanto riguarda le misure economiche, Buini e Gauzzi chiedono alla Regione di “attivarsi per l’istituzione di un’area a fiscalità agevolata del cratere” e di “intraprendere ogni iniziativa utile per l’attivazione di un tavolo di natura tecnico-politica finalizzato all’istituzione di una Zona Economica Speciale (ZES) all’interno del territorio regionale colpito dagli eventi sismici del 2016”.

Confartigianato chiede quindi la “sospensione e proroga dei termini per i finanziamenti concessi alle Partite IVA dai soggetti autorizzati all’esercizio del credito a seguito della convenzione sottoscritta tra CdP e ABI per il pagamento dei Tributi dovuti e riconducibili al cosiddetto Plafond Sisma 2017 e 2018”, la proroga della sospensione del pagamento dei mutui che riguardano i privati, l’applicazione del Reverse charge Iva anche nelle zone del cratere. E ancora: la proroga delle procedure semplificate in materia di appalti per almeno 5 anni, l’ ammissibilità dei costi per urbanizzazione e acquisto aree per delocalizzazione edifici pubblici e scuole e superamento del “nesso causalità” per rifacimento opere non danneggiate ma conseguenti alle delocalizzazioni; l’ammissione a contributo di edifici nuovi, con lavori completati ma non ancora messi in uso alla data del 24 agosto 2016.

Ultima proposta di Confartigianato è l’implementazione di “un piano di acquisizione a patrimonio pubblico di beni immobili che i proprietari non manifestano di voler ricostruire da destinarsi a residenzialità agevolata per famiglie e giovani coppie nonché alla riconversione ad albergo diffuso per lo sviluppo di filiere agro-ricettive, nonché ad housing sociale. Solo così – concludono Buini e Gauzzi – si consentirà ai comuni di creare di alimentare il ciclo virtuoso dell’economia della cultura e di territorio, di mantenere e capitalizzare la dotazione scolastica, di essere cellule pienamente vitali dell’eco-socio-sistema Appennino”.

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