Riccardo Branchini scomparso da 3 mesi, donna dalla Svizzera “Ad ottobre gli ho dato passaggio in auto” - Tuttoggi.info

Riccardo Branchini scomparso da 3 mesi, donna dalla Svizzera “Ad ottobre gli ho dato passaggio in auto”

Davide Baccarini

Riccardo Branchini scomparso da 3 mesi, donna dalla Svizzera “Ad ottobre gli ho dato passaggio in auto”

Nuove segnalazioni alimentano speranza, quella da Lugano avrebbe molti dettagli che coincidono con la storia del 19enne | Gli sciacalli usano invece l'intelligenza artificiale per ricattare la famiglia
Gio, 16/01/2025 - 09:37

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Risale ormai a tre mesi fa la scomparsa di Riccardo Branchini, il 19enne di Acqualagna (Pu) svanito nel nulla lo scorso 13 ottobre alla vicina diga del Furlo, dov’è stata ritrovata la sua auto.

A metà dicembre si erano svolte le ricerche per esplorare nuovamente l’invaso – stavolta con sofisticate apparecchiature quali videocamere e sonar – che avevano di fatto escluso con certezza la presenza del giovane nelle acque del bacino, allontanando l’ipotesi del suicidio e rafforzando quella dell’allontanamento volontario.

La segnalazione dalla Svizzera

Ad oggi, di conseguenza, continuano le segnalazioni di ogni tipo e da ogni parte d’Italia (e non solo), che alimentano – spesso invano – le speranze dei familiari. La più significativa è arrivata dalla Svizzera, dove una donna ha affermato di aver dato un passaggio ad un giovane somigliante a Riccardo nei pressi di Melide, a pochi km da Lugano, intorno alla metà di ottobre (un mese dopo la scomparsa).

Indossava pantaloni scuri, una felpa marrone senape e un orecchino a forma di croceha raccontato ieri sera (15 gennaio) la testimone a “Chi l’ha Visto?”, aggiungendo come quel ragazzo le avesse pure detto di voler andare “in Irlanda o Olanda. La donna ha anche riferito come il giovane le avesse chiesto di scattare un selfie insieme con il cellulare perché – le aveva detto – “voglio tenermi tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo viaggio”.

La testimone svizzera, che aveva lasciato il giovane al palazzo di vetro di Lugano, al tempo di quel passaggio in auto non aveva segnalato nulla perché non era ancora a conoscenza della vicenda di Riccardo Branchini“solo di recente, su Facebook, ho riconosciuto il suo viso e saputo della sua sparizione”. Alla fine si è anche recata dalla Polizia di Lugano, dove però il ragazzo non risulta effettivamente come scomparso. Questa segnalazione resta per ora la più credibile, visti anche i numerosi dettagli che coincidono con la storia di Riccardo: i tempi della scomparsa e del passaggio, il sogno di ritornare in Irlanda (dov’era già stato con gli amici) e l’orecchino a forma di croce, tratto praticamente distintivo del 19enne.  

La foto da Bologna e gli sciacalli

Oltre a questa testimonianza esiste pure una fotografia – ancora da verificare – scattata a Bologna, in via Azzo Gardino, nel quartiere Porto, che ritrae un ragazzo molto somigliante a Riccardo.

Anche un’altra foto ha alimentato non poco le speranze della famiglia ma alla fine si è rivelata l’ennesimo inganno. L’immagine, inviata alla madre Federica attraverso un profilo Facebook di una presunta “Sonia Davis”, ritraeva un giovane molto somigliante a Riccardo, avvistato – come riferitole – ad Amsterdam. La donna, col cuore colmo di speranza, si è infatti aggrappata a questo nuovo indizio, ma la foto si è rivelata addirittura una creazione generata dall’intelligenza artificiale, ricostruita utilizzando le vere fotografie del 19enne. Il profilo di “Sonia Davis”, infine, si è presto dimostrato falso, creato con il solo scopo di estorcere denaro alla famiglia in cambio di informazioni sul ragazzo.

E’ molto triste vedere che si ripresentano situazioni similari di richiesta soldi o comunque di minacce e situazioni nelle quali ci si prende gioco dei sentimenti delle persone” ha commentato l’avvocato dei genitori Elena Fabbri, che in questi mesi ha dovuto affrontare e denunciare numerose chiamate irrisorie e con ricatti, con persone che simulavano la voce di Riccardo o urla agghiaccianti di dolore.

La madre Federica, intanto, continua a vivere nel dolore ma non pensa neanche un secondo ad arrendersi: “Mi sveglio ogni giorno con il mal di stomaco, perché come apro gli occhi mi rendo conto che lui non c’è. Nell’attesa che ritorni dormo nella sua camera, diciamo che l’ho presa in prestito perché dormire nel suo letto mi fa sentire più vicino a lui”.

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