Recovery Plan, per Assisi il progetto di un centro storico senza auto - Tuttoggi.info

Recovery Plan, per Assisi il progetto di un centro storico senza auto

Flavia Pagliochini

Recovery Plan, per Assisi il progetto di un centro storico senza auto

Ven, 23/04/2021 - 09:00

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Ospedale e Palasport tra le altre azioni per la città serafica, ma la giunta Proietti non ci sta: "Ignorati Giubileo e ottavo centenario della morte di San Francesco"

C’è anche un po’ di città serafica nel Recovery Plan stilato dalla Regione Umbria. Tre i punti fondamentali: il progetto pilota volto a fare di Assisi la prima città con il centro storico privo di auto (29 mln), la nuova realizzazione Palasport, la  riqualificazione dell’ospedale di Assisi (chiesti 50 milioni per il potenziamento dell’offerta sanitaria territoriale).

Ma il Recovery Plan non piace a tutti, e se il capogruppo della Lega Umbria Stefano Pastorelli plaude alle proposte inserite nel Piano nazionale di ripartenza e resilienza presentato dalla Regione Umbria e promette che “Continuerò a seguire, come ho sempre fatto, il percorso del PNRR umbro, auspicando interventi seri e mirati alla rinascita della città di Assisi da cui dipende la ripartenza dell’intera regione“, l’amministrazione comunale non ci sta.

Abbiamo presentato alla Regione ben 26 progetti, classificati nelle 6 missioni, per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le 6 direttrici declinate in 44 linee di intervento del Recovery Plan sono digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, cultura e turismo; equità sociale, di genere e territoriale; salute. E in questi ambiti si è mossa la proposta del Comune di Assisi. Si è appreso solo ieri dai giornali che la scelta della Regione è ricaduta su pochi interventi, senza nessuna consultazione con l’ente in merito alle priorità, alla rilevanza per la cittadinanza o allo stato di avanzamento dei progetti stessi. Si plaude all’accoglimento delle richieste di fondi per l’ospedale e per la mobilità green, per il Palazzo dello Sport nell’area ex Montedison, ma Assisi per la sua importanza strategica merita di più in termini di attenzione e risorse”.

A far arrabbiare il Comune, l’assenza di assenso (nel Recovery Plan) per le iniziative da mettere in cantiere in vista dell’ottavo centenario di Assisi 2026 e del Giubileo del 2025. Nello specifico, riqualificazione del patrimonio culturale della città tra cui il Fondo antico comunale che contiene testimonianze uniche della storia umbra e in particolare del francescanesimo, patrimonio che necessita di mappatura e rendering digitale e anche il mancato sì al master plan dell’area ex Montedison, definito “una scommessa pubblica per riappropriarsi di spazi importanti che possono diventare la cerniera tra centro e periferia. Si tratta di un progetto ambizioso, contenenti formule coraggiose che puntano a ridisegnare l’intera zona con il recupero totale di un’area industriale dove sorgeranno il nuovo Palazzetto dello Sport da 2200 posti, un Polo dedicato al pugilato con il trasferimento del Centro federale e del Museo e l’arrivo dell’Accademia Pugilistica, ampliamento della piscina comunale, più spazi per il Teatro Lyrick e per le esposizioni, ambienti dove sarà possibile fare sport e di raccordo con la pista ciclabile, un centro eventi e un’arena musicale. Una vera e propria opera di rigenerazione urbana da 15 milioni di euro (scheda progetto n. 19), il cui progetto di masterplan era stato approvato dalla Giunta comunale del 12 ottobre 2020, e per il quale stanno proseguendo sia la progettazione che gli atti amministrativi propedeutici alla realizzazione“.


Per il sindaco Stefania Proietti, “Ben venga il finanziamento per il Palazzetto dello sport (inserito all’interno della linea di intervento 39 Rafforzamento della rete impiantistica sportiva regionale del documento regionale) ma è assolutamente censurabile il metodo adottato dalla Regione. Per ottenere i finanziamenti sarà determinante presentare documenti sostanziati da analisi di fattibilità, progetti e atti amministrativi, e se la Regione avesse minimamente condiviso le scelte con i Comuni, avrebbe prodotto un documento più mirato e con maggiori possibilità di riuscita. Il Pnrr è una opportunità che non possiamo perdere, ne va del futuro della nostra regione e di tutti i nostri territori.

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