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Rebus Ast-Outokumpu – Terni chiama l'Europa e scrive ad Almunia

Redazione

Rebus Ast-Outokumpu – Terni chiama l'Europa e scrive ad Almunia

Mer, 19/06/2013 - 22:01

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Lu. Bi.

Dopo la manifestazione regionale di ieri in difesa dell'Ast, il primo atto politico è stato siglato dal sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, il presidente della provincia, Feliciano Polli e dalla governatrice dell'Umbria, Catiuscia Marini. A firma congiunta è stata inviata una lettera a Joaquin Almunia, vice presidente della Commissione Europea, nella quale vengono spiegate, se ancora ce ne fosse bisogno, le ragioni di una preoccupazione sempre più allarmante per il rebus Outokumpu-Ast. La lettera in questione era già stata annunciata nell'ambito dell'incontro di Strasburgo, dove, in pratica, le stesse cose erano state dette a voce a Joaquin Almunia, che non si era messo allo scoperto e aveva preferito temporeggiare, concedendo ad Outokumpu una proroga per valutare offerte che non siano “inaccettabili” (come il Ceo di Outokumpu, Mika Seitorvita, ha definito quelle arrivate da Aperam e del fondo Apollo, ndr). La spedizione ternana a Strasburgo non aveva certo ottenuto un successo; una pacca sulla spalla dall'Europa e un invito ad avere pazienza- questo in sostanza quanto accaduto. Leggiamo insieme la lettera:

“In primo luogo vogliamo ringraziarLa – scrivono i tre – per aver ricevuto la nostra delegazione il giorno 11 giugno durante la sessione del Parlamento Europeo tenuta a Strasburgo. Sappiamo che non è consuetudine e segnala certamente l’attenzione Sua e della Commissione Europea per la concorrenza per la vicenda della Acciai Speciali Terni. Con questa nostra comunicazione vogliamo ribadirLe lo stato della situazione di Ast e le nostre richieste.
Dopo la decisione assunta dalla Commissione Europea Anti Trust nel Novembre 2012 che approvava la proposta di acquisizione di Inoxum da parte di Outokumpu ma subordinandola alla cessione di Ast e di alcuni centri servizi, la situazione sta diventando molto difficile. Infatti la produzione di acciaio e laminati sta calando, mettendo a forte rischio la posizione di mercato e lo stesso futuro della fabbrica. Nel mese di maggio la produzione è scesa da 120.000 t. a 93.000 t. e nei prossimi mesi, a causa della carenza di ordini, è previsto un ulteriore calo, con il fermo di alcune linee produttive. Le esportazioni verso l’acciaieria di Calvert in Alabama e Mexinox si sono ridotte quasi a zero e si è attivato in maniera molto modesta l’utilizzo dei tre centri servizi inox che sono stati inclusi nel pacchetto Ast, di cui solo quello di Willich (D) ha capacità adeguate di mercato. Inoltre Outokumpu sta attuando una politica di prezzi molto aggressiva sul mercato italiano, sottraendo ad Ast clienti storici. Questo sta determinando anche un marcato deterioramento del bilancio che già nei due anni trascorsi si era chiuso in passivo a causa delle difficoltà di mercato. Vogliamo ricordare che nella decisione assunta dalla Commissione Europea era posta la condizione di assicurare, da parte di Outokumpu, la redditività e la competitività dello stabilimento di Terni e nel business-plan di Outokumpu presentato ai possibili acquirenti era previsto l’impegno a mantenere inalterata la produzione di Ast, anche attraverso nuovi ordini interni al gruppo. Tutti questi impegni non vengono mantenuti.
La preoccupazione nella nostra città e nella nostra Regione è forte, la tensione sociale è aumentata ed il 5 giugno è sfociata in scontri tra lavoratori e polizia, nei quali sono rimasti coinvolti anche rappresentanti delle istituzioni intervenuti per sedare gli animi, ed il Sindaco della città è stato ferito alla testa. Ast è il più grande complesso industriale del Centro Italia, occupa circa 3.000 lavoratori diretti ed altrettanti indiretti, realizza il 20% del Pil della Regione Umbria ed il 40% dell’export. Il suo ridimensionamento o la sua chiusura avrebbe conseguenze drammatiche in un territorio già duramente provato dalla crisi. Tutto questo sta accadendo senza alcuna responsabilità nostra, ma a causa della applicazione di un regolamento europeo che riteniamo antistorico in quanto regolato sul mercato interno in tempi di mercato globale. Aggravato dal fatto che ormai circa un terzo del mercato europeo è coperto dalle importazioni. Altro elemento inaccettabile è il fatto che Outokumpu non ha rispettato le scadenze previste nello scorso mese di maggio ed ha richiesto alla Commissione Europea una proroga dei termini della vendita che non ci è stata comunicata. Riteniamo inaccettabili tali comportamenti che stanno provocando danni forse irreparabili ad Ast, ed alla nostra comunità.
Le rassicurazioni che pure Lei ci ha dato nel corso dell’incontro a Strasburgo non hanno fugato le nostre preoccupazioni e siamo a rinnovare formalmente le richieste che Le abbiamo fatto nell’incontro a Strasburgo:
1) data la difficoltà del mercato chiediamo per non svalorizzare un impianto che è patrimonio industriale dell’Europa, di rivedere la decisione assunta a novembre 2012 e consentire la acquisizione di Inoxum da parte di Outokumpu senza condizioni o tramite la vendita dei soli impianti di Avesta.
2) se questo non fosse possibile i tempi della vendita devono essere rapidi e la data di scadenza non deve andare oltre il mese.
3) deve essere imposto e fatto rispettare il vincolo di salvaguardare la produzione e la posizione di mercato di Ast. Chiediamo su questo un rapporto formale da parte del Monitoring Trustee.
4) In caso di inadempienza la Commissione deve far valere i propri poteri e sostituirsi ad Outokumpu nella procedura di vendita.
5) se da tutto questo derivasse un danno irreparabile per Ast, per Terni, per l’Umbria e per l’Italia siamo decisi a tutelare i nostri interessi in sede legale, anche con un esposto alla Corte di Giustizia.
Egregio Vice Presidente, ci auguriamo che le nostre richieste, del tutto legittime, trovino attenzione ed accoglienza da parte della Commissione e chiediamo un nuovo incontro da fissare prima che il Parlamento e le Commissioni interrompano il proprio lavoro”.

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