E’ stata la collaborazione tra le Squadre Mobili di Perugia e di Alessandria a “chiudere il cerchio”, definitivamente, sulla rapina avvenuta in una casa a Mugnano, vicino il capoluogo umbro, nel 2014. Una rapina, quella consumatasi nella notte tra il 6 e il 7 ottobre di quasi due anni fa, della quale gli agenti sono riusciti a trovare il terzo componente della banda di ladri: si tratta di O.A. (le iniziali del suo nome), albanese del 1992. Nei giorni scorsi è stato rintracciato dal personale della Squadra Mobile di Alessandria, che gli ha notificato il provvedimento di custodia cautelare del GIP di Perugia, con il quale era stata disposta la custodia cautelare a carico di tutto il sodalizio. L’uomo è stato arrestato.
I fatti – Già subito dopo la rapina gli agenti della polizia di Perugia si erano mossi immediatamente per individuarne i responsabili. Quella notte, tra il 6 ed il 7 ottobre 2014, una giovane coppia perugina rientra verso la mezzanotte dal pronto soccorso, dove si era recata per un malore accusato dal marito.
Nel cuore della notte, i due vengono svegliati da alcuni rumori all’interno della loro abitazione:nel giro di pochi istanti, capiscono che si trattava di una rapina. I ladri erano 3, tutti con il volto coperto da un passamontagna ed armati. Uno di essi, pistola in pugno, li terrorizza minacciandoli di morte, puntandogliela alla tempia, mentre gli altri si fanno consegnare tutti i preziosi ed il denaro presenti in casa e le chiavi delle due auto, per poi chiudere i due coniugi a chiave nel bagno e fuggire con le auto rubate.
Le indagini immediate della Sezione Antirapina della Squadra Mobile di Perugia, ed i successivi approfondimenti investigativi, hanno consentito di identificare gli autori della violenta e pericolosissima rapina i quali, nonostante avessero il volto coperto durante il colpo, avevano comunque sottovalutato alcuni elementi utili alla Polizia. Grazie alla ricostruzione del fatto, conclusa anche con l’aiuto delle vittime, il cerchio si è chiuso definitivamente.
Le indagini della Mobile furono favorite da una circostanza fortunata: proprio nella notte della rapina, mentre i rapinatori fuggivano dall’Umbria in direzione sud, precisamente sulla A1 a Frosinone, uno di essi, a bordo di una terza auto, probabilmente quella con cui avevano raggiunto il luogo della rapina, era stato fermato e perquisito dalla Polizia Stradale locale.
Il controllo a suo carico, eseguito dagli agenti della Polizia autostradale, costituì un ottimo “pilastro” per ricostruire i fatti e per riferirli ai responsabili.
Grazie a questo controllo e alle indagini della Mobile, infatti, l’ambito territoriale di provenienza dei rapinatori è stato individuato nel casertano, a San Marcellino d’Aversa, da dove i banditi si sarebbero mossi e dove è stata poi ritrovata una delle auto rubate a casa delle vittime.
Decisivi, infine, furono i particolari notati dalle vittime durante la rapina, come la corporatura, gli occhi azzurri ed i capelli dei tre rapinatori, che hanno poi consentito alla Polizia di identificarli con certezza.
I primi due componenti del gruppo criminale, H.D., del 1992, e M.E., del 1989, erano stati arrestati in un primo momento, nel casertano, grazie ad una collaborazione tra la Squadra Mobile di Perugia e quella di Caserta.
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