“Un’indagine da manuale”, secondo il questore di Perugia Francesco Messina, quella che ha portato all’arresto di tre cittadini stranieri, due macedoni e un moldavo, due di 21 e uno di 24 anni, per la rapina nella sala scommesse di Corciano avvenuta lo scorso 16 luglio.
I giovani, stabili sul territorio del comune perugino – dove vivevano con le famiglie e lavoravano saltuariamente – sono sospettati di fare parte di una vera e propria banda criminale, viste le modalità attraverso cui hanno compiuto i reati. I capi d’imputazione per i tre soggetti – con precedenti di polizia alle spalle tra i quali furto, ricettazione e guida senza patente – sono: rapina, furto aggravato e porto d’armi. Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore Manuela Comodi: “Le investigazioni sono state svolte in tempi rapidissimi – ha sottolineato Messina – con la collaborazione eccellente della magistratura, che è venuta in questura a lavorare con noi”.
Il 16 luglio i tre malviventi erano entrati nella sala scommesse di Corciano nel pomeriggio e, armati di pistole, si erano fatti consegnare dal proprietario 18mila euro, prima di fuggire a bordo della sua auto. Dopo le prime ricerche infruttuose, la svolta nelle indagini è avvenuta due giorni dopo, quando a Corciano è stato denunciato un furto consumato in appartamento, denunciato dai proprietari di casa al ritorno dalle vacanze: orologi, gioielli e due pistole portate via dagli armadi.
Il dubbio che le pistole rubate fossero le stesse usate per la rapina è stato confermato, grazie alla collaborazione delle vittime, che hanno segnalato un ragazzo che era stato in possesso delle chiavi di casa per un breve periodo. Questo, interrogato dagli investigatori, ha raccontato di essere stato costretto con minacce ad aiutare i tre giovani che aveva conosciuto a Corciano, prima a compiere il furto e poi a preparare la rapina. La seconda volta era stato addirittura tenuto legato per ore ad un albero in una zona boschiva, per obbligarlo a segnalare ai rapinatori la possibilità di entrare nella sala. “La rapina – ha spiegato il questore – è stata messa in atto con modalità da esperti con armi molto probabilmente vere e volti travisati, portando via una cifra discreta, minacciando di morte”.
La ricostruzione ha consentito di individuare e localizzare i soggetti, per i quali è stato convalidato il fermo nelle scorse ore. Gli uomini hanno ammesso e hanno permesso di ritrovare le armi rubate in villa e che erano state occultate in una zona adiacente alla Perugia-Bettolle, pronte per essere riprese e riutilizzate. Le indagini proseguono per ritrovare gli orologi e gioielli rubati in casa e per fare chiarezza su una possibile appartenenza dei giovani a una banda organizzata dedita al furto e alla ricettazione. Ancora da accertare che le armi usate durante la rapina siano le stesse rubate in villa, questa la tesi degli inquirenti.