Poco meno di 2 milioni di euro di Iva evasa o non versata: questo il bilancio di due attività amministrative dell'Adm di Perugia
Poco meno di 2 milioni di euro di Iva evasa o non versata (1.850.000 euro per la precisione), questo il bilancio di due attività amministrative condotte dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli (ADM) di Perugia nei confronti di altrettante società.
Nel primo caso i funzionari doganali, a seguito di risultanze investigative incrociate con l’Ufficio delle Dogane di Roma 1, riguardanti movimentazioni di carburante destinato anche al mercato umbro, hanno constatato una evasione totale IVA di circa 1,5 milioni di euro (8 milioni di euro il valore della vendita dei prodotti energetici). L’accertamento è stato reso possibile grazie anche all’attivazione delle procedure di cooperazione con le Autorità doganali di Slovenia e Romania da cui provenivano i carburanti per essere rivenduti a distributori di Lazio, Toscana e Umbria. A capo della società, con sede legale a Caserta, era stata nominata una donna, risultata sconosciuta al fisco. Il verbale di constatazione prevede anche sanzioni da un minimo di 2,9 milioni di euro a un massimo di 5,7 milioni di euro.
Anche la seconda attività di verifica, questa volta nei confronti di una società della provincia di Perugia operante nel commercio di pellet, ha portato ad accertare l’omissione di versamenti IVA grazie allo scambio di informazioni con le dogane di Slovenia, Lituania e Polonia. Gli accertamenti erano partiti dall’Ufficio Antifrode della Direzione Territoriale per la Toscana e l’Umbria che aveva registrato alcune anomalie tra dati contabili e le informazioni desunte dalle banche dati. La documentazione commerciale ricevuta dai tre Paesi dell’Unione Europea ha consentito ai funzionari dell’antifrode umbra di accertare omessi versamenti IVA per circa 350.000 euro – le sanzioni in questo caso vanno da 130.000 a euro a un massimo di 160.000 euro – riferiti alle ultime quattro annualità di imposta (2018-2021). Il pellet veniva stoccato presso il deposito dell’azienda per la successiva vendita o consegnato direttamente da trasportatori esteri, incaricati dalla società perugina, a ditte umbre per la vendita al dettaglio. Le violazioni contestate all’amministratore sono omessa registrazione di fatture passive emesse da fornitori UE, presentazione di dichiarazioni IVA infedeli e omessi versamenti IVA.
L’esito delle due verifiche sarà comunicato all’Agenzia delle Entrate per gli aspetti di competenza.