Condizioni che secondo Confcommercio sono "una presa in giro" visto che per esempio ai cinema e ai teatri si concede di rientrare in spazi al chiuso
Non usa mezzi termini Aldo Amoni, presidente di Confcommercio Foligno, quando parla delle condizioni imposte alle imminenti riaperture delle attività di ristorazione, previste anche in Umbria per il 26 aprile.
L’Umbria, confermata in zona gialla grazie ai numeri in decrescita della pandemia di Covid-19, si adegua alle linee guida del Governo che prevedono per le attività di ristorazione la riapertura del servizio al tavolo (consegna a domicilio e asporto non si sono mai fermate) ma solamente all’aperto e condizionate all’orario del coprifuoco che al momento resta fermo alle 22:00.
Condizioni che secondo Amoni sono “una presa in giro” visto che per esempio ai cinema e ai teatri si concede di rientrare in spazi al chiuso, seppur con adeguati distanziamenti, e con il timore che questo lento passaggio alla normale attività lavorativa sottragga troppo presto i già insufficienti ristori previsti per il settore.
La nota di Confcommercio
“Alla vigilia delle riaperture, l’ennesima presa in giro per tutta la somministrazione, quali riaperture si possono fare all’aperto in un periodo dell’anno che principalmente piovoso e rigido a pranzo, per non parlare per la cena oltre al tempo meteorologico c’è il tempo che scade quello del coprifuoco alle 22 una scadenza d’orario da vergogna, tutte queste limitazioni sono solo ripicche politiche! Per non parlare poi dei protocolli assurdi a cominciare dai distanziamenti.
Qualcuno ci deve spiegare che differenza fa con l’apertura dei cinema, teatri e simili con ingresso al chiuso con il chiuso dei ristoranti.
Questo limite è una ingiustizia ingiustificata.
L’Umbria in zona gialla, le regole da lunedì per spostamenti, ristoranti, bar, sport,
musei, cinema e teatri
Per non parlare delle difficoltà di circolazione nei centri storici per poter dare a tutti l’opportunità di mettere i tavoli all’aperto ma nonostante la grossa disponibilità delle amministrazioni comunali anche questo è difficile anche per la limitazione della larghezza delle vie, quindi per molti la beffa sulla beffa.
Speriamo che queste riaperture così frettolosamente autorizzate non precludano ai ristori o sostegni che ancora devono essere approvati.
La sensazione è che queste scelte così improvvise impoveriscono ancora maggiormente le imprese che sono al capolinea, ad oggi non soltanto le riaperture hanno segno negativo, ma le chiusure sono circa 600.
Confcommercio Foligno
Aldo Amoni