A seguito di numerosi esposti pervenuti nei giorni scorsi da privati cittadini, nella notte tra il 20 ed il 21 gennaio 2012, i militari della Compagnia Carabinieri di Perugia, insieme al personale dei Nuclei Carabinieri Ispettorato del Lavoro ed Antisofisticazione e Sanità, hanno effettuato dei controlli in alcuni locali notturni, allo scopo di contrastare il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione ed accertare eventuali violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, rapporto di lavoro, assunzione di manodopera extracomunitaria, igiene e sanità. A tal fine, i militari operanti, recatisi in Via Tuderte a Perugia, sono entrati all’interno del circolo privato, come anche dentro l’Hotel attiguo. I Carabinieri hanno così avuto modo di appurare che nella sala principale e vicino al bancone del bar c’erano numerose ragazze che si intrattenevano con altrettanti uomini. Allo stesso tempo altro personale, recandosi presso la reception dell’Hotel, ha notato scendere dalle camere dell’albergo, un uomo italiano ed una ragazza brasiliana ai quali, dopo l’identificazione, sono state richieste delucidazioni sulla loro presenza in quel luogo. E’ così emerso che l’uomo aveva conosciuto la ragazza la sera stessa all’interno del circolo privato. Dopo un breve colloquio, ha concordato con la donna una prestazione sessuale a pagamento. Su indicazione della ragazza, che nel frattempo lo precedeva, l’uomo, recatosi presso la reception dell’Hotel, comunicava al personale il nome della giovane e, con un pagamento di 50,00 euro per la camera, “aveva diritto” alla consegna delle chiavi della stanza corrispondente a quella occupata dalla ragazza richiesta. L’uomo ha poi affermato di conoscere già da tempo quel circolo privato come un vero e proprio night club e di aver sempre usufruito delle prestazioni sessuali a pagamento tutte le volte che si era recato nel locale. La versione fornita dall’uomo è stata poi integralmente confermata dalla giovane ragazza la quale, nel fornire ulteriori indicazioni, puntualizzava che per poter utilizzare la camera dove si prostituiva doveva versare 65,00 euro al giorno, comprensive di pensione completa. Inoltre la donna ha reso noto che F.L.A., titolare perugina dell’albergo, era a conoscenza che tutte le ragazze si prostituivano, e che lei stessa metteva a disposizione anche una stanza da dove prendere lenzuola ed asciugamani puliti, prima di avere rapporti sessuali con i clienti. Quasi tutte le ragazze presenti all’interno del circolo privato al momento del blitz dei militari hanno dichiarato di prostituirsi nell’Hotel, facendo tutte riferimento a F.L.A. come persona alla quale rivolgersi per poter usufruire dell’albergo, specificando che effettivamente i vari clienti, oltre a pagare la prestazione sessuale, erano tenuti a versare il corrispettivo di 50,00 euro prima di accedere nella camera destinata agli incontri bollenti. Dal sopralluogo effettuato, i militari hanno scoperto che il locale notturno e l’albergo erano divisi da una porta, oltrepassata la quale appariva una scalinata che collegava i due ambienti, passaggio questo utilizzato dalle ragazze per recarsi all’interno delle stanze, in attesa dell’arrivo dei clienti.
Gli accertamenti dei militari hanno permesso inoltre di appurare che per assumere la qualifica di socio dell’associazione/circolo privato e poter accedere liberamente all’interno del locale, era sufficiente consegnare un proprio documento di identità alla persona addetta alla cassa, la quale, dopo averne registrato i dati anagrafici, e previo pagamento di 20,00 euro necessaria per l’ingresso, consegnava ai clienti una tessera magnetica dove venivano riportate le consumazioni, pari ad 10,00 euro ognuna.
Con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione sono scattate le manette ai polsi di F.L.A., di 61 anni, perugina, presidente dell’associazione ed amministratore unico della ditta preposta alla gestione dell’Hotel. A prostituirsi c’erano 13 ragazze di nazionalità italiana, russa, brasiliana, marocchina, rumena ed ungherese, tutte con i documenti in regola. Implicati anche F.F.M., 39 anni, e F.P., di 37 anni, perugini, figli di F.L.A., rispettivamente socio e consigliere di amministrazione della stessa associazione, perché utilizzavano impianti audiovisivi ed altre apparecchiature per controllare a distanza l’attività dei lavoratori. I militari hanno sospeso gli esercizi e sequestrato i locali del Club, condannati anche al pagamento di una multa di 20.000 euro per mancato aggiornamento dell’autorizzazione sanitaria, mancata autorizzazione per la somministrazione al pubblico di bevande ed alimenti, inadempienze delle procedure di autocontrollo e mancato impianto del manuale di autocontrollo, nonché per aver impiegato un lavoratore italiano in totale assenza di qualsiasi documento attestante la regolare occupazione.
[Articolo modificato il 28 gennaio 2020]
Prostituzione: sigilli a night di Perugia
Lun, 23/01/2012 - 21:49