Processi più rapidi e arretrati smaltiti, migliora la Giustizia in Umbria. Rimane l'anomalia Spoleto - Tuttoggi.info

Processi più rapidi e arretrati smaltiti, migliora la Giustizia in Umbria. Rimane l’anomalia Spoleto

Sara Fratepietro

Processi più rapidi e arretrati smaltiti, migliora la Giustizia in Umbria. Rimane l’anomalia Spoleto

Sab, 27/01/2024 - 06:06

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I dati sui processi in Umbria e sui giudici in organico in vista dell'apertura dell'anno giudiziario. Personale in fuga, scopertura del 40%

Super lavoro per i tribunali dell’Umbria per lo smaltimento dei processi arretrati e per accorciare i tempi medi dei procedimenti, con significativi risultati ottenuti nel corso del 2023 seppur con alcune criticità, dovute a riforme, sperimentazioni e una “anomalia” che esiste a Spoleto da vari anni ormai. A fare il quadro della situazione è la presidente facente funzione della Corte d’appello di Perugia, Claudia Matteini, in occasione della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Nel 2023, infatti, sono state avviate “profonde riforme” che hanno interessato sia il settore civile che quello penale della giustizia umbra, con risultati però diversi. Nel settore civile, evidenzia infatti la Matteini, non vi è stata una semplificazione dei riti, mentre nella materia della famiglia è stata sempre più centrata l’attenzione sul minore e sul suo interesse alle relazioni familiari ed infine nel penale si è avviato un percorso verso una giustizia riparativa.

Ridotti processi arretrati e tempo medio

“Nonostante tale gravoso impegno, – osserva nella sua relazione – i risultati raggiunti dagli Uffici giudiziari umbri nel periodo 01.07.2022 – 30.06.2023 restituiscono segnali positivi sull’andamento dei processi, seppure con alcuni distinguo”. Secondo gli obiettivi del Pnrr, modificati poi a fine anno, i Tribunali ordinari e le Corti d’appello in Italia avrebbero dovuto ridurre l’arretrato rispettivamente del 65% e del 55% entro fine 2024 e del 90% entro il 30 giugno 2026 rispetto al 2019. Entro giugno 2026 il tempo medio atteso del processo (disposition time – DT) invece si sarebbe dovuto ridurre del 40% rispetto al dato del 2019.

Ottimi i risultati raggiunti dalla giustizia umbra su questo fronte. Al 30 giugno 2023, infatti, nel civile l’arretrato è stato ridotto con percentuali che vanno dal 33% (tribunale di Spoleto) al 49,9% (Terni). La Corte d’appello, invece, al primo semestre dello scorso anno ha invece aumentato i processi pendenti (+32%), ma “nel secondo semestre dell’anno ha registrato un forte recupero, grazie alle misure organizzative adottate dall’ufficio e grazie alla ormai piena operatività dell’Ufficio per il Processo”.

Un super lavoro, dunque, per i giudici, che hanno definito un numero di procedimenti maggiore rispetto a quelli nuovi. Portando anche ad un miglioramento del DT, il tempo medio atteso del processo (da un -21% di Terni ad un -28% di Perugia, anche se la Corte d’appello ha registrato solo un -2%).

Ottimi risultati anche sul fronte dei processi penali (tranne ancora una volta per la Corte d’appello, causa il pensionamento di 3 consiglieri), con un miglioramento anche in questo caso dell’indicatore DT (al Tribunale di Spoleto addirittura con un calo del 65,5% rispetto al 2019). Alla data del 30 giugno 2023 al Tribunale di Perugia risultavano 9.087 processi pendenti, con un -33,9% rispetto al 2019; in quello di Spoleto 4.492, con un -33,3%; a Terni 2.856, -23,3%.

A fine anno, però, sono stati modificati gli obiettivi del Pnrr rispetto al settore civile, che prevedono lo smaltimento quasi totale (95%) dei fascicoli pendenti al 2019 entro la fine del 2024. Gli uffici giudiziari dell’Umbria hanno già quasi tutti raggiunto l’obiettivo: la Corte d’appello sia civile che lavoro ha già completamente definito tutti i fascicoli iscritti nel 2019, mentre i Tribunali hanno ottenuto percentuali che oscillano tra il 91,8%, Tribunale di Perugia, e il 97,4% Tribunale di Terni .

Sempre in linea con gli obiettivi PNRR è stato avviato il percorso di “transizione digitale” del processo penale, rispetto al quale il Tribunale di Perugia è tra gli uffici pilota coinvolti nella sperimentazione.

I giudici in organico e l’anomalia Spoleto

Rimangono però alcuni problemi sugli organici, con la situazione paradossale di Spoleto che va avanti ormai da vari anni. All’interno della quasi totalità degli uffici del distretto si registrano, infatti, scoperture tra il personale di magistratura tuttavia non di particolare allarme. Ma se sulla carta le “caselle” sembrano quasi tutte riempite, i problemi rimangono nella città ducale.

Ricorda infatti la presidente facente funzione della Corte d’appello che “anomala rimane la situazione del Tribunale di Spoleto dove formalmente non risultano scoperture, ma la attuale pianta organica è del tutto inadeguata rispetto alle accresciute dimensioni del circondario; ed infatti a seguito della riforma della geografia giudiziaria, le dimensioni del Tribunale di Spoleto sono triplicate per bacino di utenza, ma a ciò non ha corrisposto una modifica delle piante organiche. Analoga anomalia si riscontra nell’Ufficio di Sorveglianza di Spoleto, che sostiene un considerevole carico di lavoro in ragione della competenza su tre istituti di pena, con una pianta organica non adeguata alle accresciute competenze”.

Nel dettaglio, con i dati aggiornati al 30 giugno scorso, nella Corte d’appello di Perugia, a fronte di 19 magistrati in organico, ne risultano effettivi 15. Al tribunale di Perugia, dei 38 giudici in organico gli effettivi sono 35. Per fare fonte alla situazione critica della Sorveglianza è stata fatta un’applicazione infradistrettuale dal Tribunale di Perugia nel quale quindi allo stato le presenze effettive sono inferiori. Al tribunale di Spoleto risulta coperto tutto l’organico composto da 16 appena magistrati. A Terni, invece, ci sono 18 giudici effettivi a fronte di un organico previsto di 20. In merito all’Ufficio di Sorveglianza, i dati indicano 5 giudici effettivi su 6 in organico. Al tribunale per i minorenni risultano 4 magistrati effettivi su 4 in organico, ma 1 in sovrannumero: si tratta del presidente, che ha cessato le sue funzioni per il raggiungimento del limite di permanenza di 8 anni nell’Ufficio direttivo.

La carenza di personale amministrativo e la “fuga” dei dipendenti

Per quanto riguarda il personale amministrativo, gli uffici giudiziari soffrono da anni di una forte carenza in quanto si registra mediamente una scopertura del 40%, dato che è prevedibile che possa peggiorare nel breve periodo per i prossimi pensionamenti, per l’esodo verso altre Amministrazioni da parte del personale, per l’opzione dei tecnici assunti con contratto a tempo determinato ad assunzioni a tempo indeterminato presso diverse Amministrazioni a seguito del superamento dei vari concorsi banditi nel 2023. Anche tra il personale a tempo determinato assunto nell’ambito del PNRR (addetti UPP e tecnici) si registrano scoperture, più o meno marcate, in tutti gli uffici del distretto. Considerando complessivamente l’intero distretto, la scopertura del personale UPP è pari al 22,5%, mentre la scopertura del personale tecnico assunto in attuazione del PNRR è pari al 42,2%.

Tale situazione va essenzialmente ricondotta alla natura precaria dei contratti di lavoro che ha spinto e continua a spingere i neo-assunti a concorrere per posti di lavoro a tempo indeterminato presso altre Amministrazioni. Il massiccio esodo del personale a tempo determinato, che si è registrato fin dai primi mesi del 2022 e solo parzialmente colmato dallo scorrimento della graduatoria nel febbraio 2023, ha comportato una continua riorganizzazione delle risorse “superstiti” e il riavvio della formazione dei nuovi assunti.

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