Un umbro in Antartide / Lancio di Spider / La vita tra i ghiacci - Tuttoggi.info

Un umbro in Antartide / Lancio di Spider / La vita tra i ghiacci

Sara Minciaroni

Un umbro in Antartide / Lancio di Spider / La vita tra i ghiacci

Lorenzo Moncelsi scienziato passignanese, è nel progetto NASA per scoprire l'origine dell'Universo / L'incontro con il pinguino
Dom, 18/01/2015 - 12:00

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Dall’inizio di Novembre TO sta seguendo con attenzione la spedizione in Antartide dell’umbro Lorenzo Moncelsi. Il trentaduenne originario di Passignano sul Trasimeno si trova infatti al “Polo Sud” da più di un mese con un gruppo di ricercatori per il progetto “Spider” finanziato dalla Nasa con lo scopo  di “costruire telescopi che sorvolano l’Antartide a 40km di altitudine appesi ad un pallone grande come il Colosseo per studiare l’origine dell’Universo”. E scusate se è poco. Lorenzo è “il cervello in fuga” per antonomasia, nel suo curriculum  ci sono una laurea triennale in Fisica a Perugia, poi la magistrale in astronomia e astrofisica a Roma “La Sapienza”, un dottorato in fisica e astronomia a Cardiff University (Inghilterra) e un Post-dottorato al California Institute of Technology. Ora tutte le energie di questo giovane ricercatore si concentrano sul progetto SPIDER. L’intervista di TO / Dal Trasimeno all’Antartide per studiare l’origine dell’Universo

Il Lancio di SpiderLorenzo come è andato il lancio? Abbiamo finalmente lanciato con successo SPIDER alle 17 di Capodanno 2015 (1-1-2015). Il lancio in sé è andato bene, anche se come si vede dal video (GUARDA IL VIDEO DEL LANCIO DI SPIDER) è stato abbastanza brusco, con un picco di accelerazione laterale elevatissimo. Nonostante questo, l’esperimento non ha subìto danni di nessun tipo ed è in semi-orbita (a circa 35km di altitudine) da 7 giorni ad acquisire dati scientifici di altissima qualità, a giudicare da analisi preliminari che abbiamo effettuato in questa prima settimana. SPIDER sta scrutando circa il 10% della sfera celeste senza sosta, alla ricerca della tenue impronta lasciata dalle onde gravitazionali primordiali sulla radiazione di fondo cosmico durante il periodo di espansione esponenziale dell’Universo (chiamato Inflazione), che si pensa sia avvenuto una frazione infinitesimale di secondo dopo il Big Bang.

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La missione: Puoi spiegarci le modalità e lo scopo della missione? Stimiamo che la durata totale della missione sarà intorno ai 20 giorni, che è in linea perfetta con le aspettative della progettazione iniziale, e dovrebbe garantire un tempo di osservazione lungo abbastanza da mettere a fuoco i dettagli più elusivi del cielo primordiale. SPIDER è dotato di 6 foto-camere che rilevano la radiazione a microonde proveniente da circa 14 miliardi di anni fa, quando l’Universo era ancora in fasce; a tutti gli effetti, il nostro telescopio è in grado di osservare (un periodo preciso) nel passato, di catturare un’istantanea dell’Universo bambino.

I detector di SPIDER sono costruiti con materiale superconduttore (Titanio), che quando operato a temperature bassissime (una frazione di grado sopra lo zero assoluto, -273.15 C) offre una sensibilità elevatissima ai cambiamenti di temperatura del cielo a microonde, talmente sensibile da rilevare il calore di una macchinetta per caffè sulla Luna. Poichè SPIDER osserva al di sopra del 99.5% dell’atmosfera terrestre, le nostre camere sono soggette ad un rumore “di fondo” minore rispetto ad un telescopio montato a Terra, consentendoci di spingere la sensibilità totale dello strumento a livelli senza precedenti. Inoltre, con questo volo, SPIDER ha qualificato questo tipo di tecnologia di detector (progettati, fabbricati e testati tra il California Institute of Technology e il Jet Propulsion Laboratory della NASA in Pasadena, California) per una futura missione su satellite, pietra miliare per lo sviluppo scientifico e tecnologico nel campo della cosmologia osservativa moderna.

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Vita in Antartide: Com’è vivere al “Polo Sud”? Qui e’ Estate ora, e il clima non è più severo di un tipico inverno umbro (di qualche anno fa). Da qualche giorno le temperature si aggirano intorno allo zero e continueranno a salire fino a Febbraio: il ghiaccio ha già iniziato a sciogliersi e presto la nave rompi-ghiaccio attraccherà al porto carica di provviste per il lungo, freddo e buio inverno che inizia repentinamente a Marzo. Anche durante l’estate però, qui a McMurdo (sulla costa) siamo sempre in allerta per il meteo, visto che può cambiare molto rapidamente, e nel giro di mezz’ora uno può trovarsi in una tempesta di neve con venti fortissimi e visibilità pressoché nulla. A queste latitudini (78 gradi Sud) il sole non tramonta mai, ma ci si abitua abbastanza rapidamente e i dormitori hanno delle ottime tende oscuranti per facilitare il sonno. La base Americana di McMurdo dove noi alloggiamo è come un piccolo paese di circa 1000 abitanti, con quasi tutti i servizi di una normale cittadina, ma ovviamente senza molti deicomfort. Ci sono un ufficio postale, un ospedale, una caserma dei pompieri, una libreria, due locali, un café (che è anche un wine bar la sera), una mensa comune, e ben 3 palestre. Ci sono un sacco di percorsi con paesaggi mozzafiato per fare escursioni sulle montagne innevate nei dintorni della base, oppure gite in posti “speciali” come al rifugio/capanna di Scott (un esploratore Britannico che era a capo di una delle spedizioni per il Polo Sud circa un secolo fa); oppure il cosiddetto “Obs Tube” che e’ un cilindro metallico con degli oblò attraverso cui una persona può scendere sotto il pavimento di ghiaccio e osservare il fondale marino e la superficie ghiacciata di sopra; oppure l’escursione in elicottero al vicino Monte Erebus, che e’ il vulcano attivo più a Sud del pianeta.
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Vita da base: Raccontaci come siete alloggiati… Come alloggiamenti, tutti vivono in dei dormitori in stile college Americano, con almeno un compagno di stanza, a volte due; un bagno è condiviso da almeno 4 persone. La novità di quest’anno è la WiFi nei dormitori, che comunque è di una lentezza incredibile; la larghezza di banda a disposizione per tutta la stazione di McMurdo è pari a quella di una singola utenza in Italia. Sebbene la base abbia acqua corrente, elettricità e riscaldamenti, le risorse collettive sono limitate e sono in vigore regole e razionamenti per ottimizzare i consumi (per esempio, si ha diritto ad una doccia ogni due giorni). La raccolta differenziata individuale e globale è portata all’estremo così da semplificare il riciclaggio sia localmente che a monte quando i rifiuti tornano in territorio Americano via nave.
Se ci fossere risorse naturali a disposizione (non importate via nave o areo), la base di McMurdo sarebbe un ottimo esempio di tentativo riuscito di comunità sostenibile, in cui ogni individuo contribuisce all’obiettivo comune secondo le proprie capacità e riceve una quantità di risorse collettive sufficiente e proporzionata ai propri bisogni, ma non superiore. E’ importante non dimenticare che qui in Antartide l’obiettivo comune è la scienza, null’altro. Questo spiegamento di risorse (non solo nella base Americana, ma nelle basi internazionali sparpagliate su tutto il continente) è messo al servizio degli scienziati, i quali sono messi nelle migliori condizioni possibili per portare avanti progetti unici qui in Antartide. Cuochi, bidelli, medici, manovali, tecnici informatici, impiegati, piloti, pompieri: sono tutti qui per sostenere la comunità scientifica e permettere ad un esperimento come il nostro di spingere il confine della conoscenza umana un po’ più in là. Per uno scienziato appassionato ed entusiasta del proprio lavoro, questa realizzazione è quasi commovente.
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Incontri in Antartide… La base Italiana, Stazione Mario Zucchelli (prima conosciuta come Baia Terra Nova), e quella Italo-Francese, Concordia Station (o Dome C), sono lontane da McMurdo ma quest’anno sono stato messo in contatto con alcuni membri del personale Italiano per via di un altro progetto di astrofisica, “CASPER”, concepito all’Universita’ di Roma “La Sapienza” e messo in campo a Dome C. In particolare, un membro dell’equipe scientifica dello strumento è stato un mio insegnante durante la mia Laurea Specialistica a La Sapienza, e siamo stati in contatto telematico diretto durante questi due mesi qui per condividere l’elio liquido necessario a far funzionare entrambi i nostri strumenti a temperature vicine allo zero assoluto. E’ stata una bella esperienza, riallacciare un vecchio rapporto studente-insegnante nella vita reale da ricercatori.
Il team di SPIDER è quasi interamente Americano e Canadese, e mi trovo benissimo con tutti, gente seria, dedita e competente. Quest’anno ero l’unico Italiano (o piu’ in generale, “Latino”) da queste parti e un pochino ne ho sofferto. Altre volte c’era sempre qualche altro collega Italiano o sud-Americano con cui essere “complici” nelle abitudini più “Mediterranee”, tipo giocare a calcio balilla, cenare più tardi, farsi un bel caffè ristretto, di certo posso sempre contare sulla mia famiglia nel portarmi un po’ di folclore Italiano via video. Ci siamo sentiti varie volte, anche durante le feste, che è stato il periodo più intenso per noi in preparazione al lancio, e mi ha dato gioia vedere tutta la famiglia riunita davanti allo schermo a darmi sostegno morale (come sempre hanno fatto!) e a descrivermi i pasti luculliani che mi sono perso.
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E altri incontri… Famiglia a parte, tanti amici dall’Italia (o Italiani all’estero) si sono fatti sentire, hanno seguito le nostre vicende con interesse e hanno fatto il tifo per me e per SPIDER; si sono meritati una bella cartolina (con pinguino!) dall’Antartide! A proposito di pinguini, quest’anno se ne sono visti parecchi (sia Imperatore che Adelia), ma non in gruppo, visto che in questo periodo fanno la muta e tendono a isolarsi. Sono animali buffi, non sembrano per nulla impauriti dall’uomo (anche se non ne devono aver visti molti nella loro vita) e si fanno avvicinare senza problemi. Di sicuro loro attirano l’attenzione degli umani, visto che ogni volta che ne spuntava uno le nostre attività lavorative praticamente si fermavano per una buona mezz’ora 🙂

 


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