Sono sempre più numerose le segnalazioni che da Inps, Inail, Cciaa, e altri enti o gestori di servizi, giungono alla procura di Perugia, a proposito di micropagamenti non effettuati dalle piccole e medie imprese Umbre, costrette nella morsa della crisi.
La Cna, associazione di categoria della Pmi, ha apprezzato oggi la posizione espressa ieri, a margine di una conferenza stampa, dal procuratore della repubblica di Perugia Giacomo Fumu, che ha annunciato un'azione di recupero dei crediti nei confronti dei micro evasori, senza criminalizzarli, in considerazione delle effettive difficoltà economiche del momento.
Secondo la Cna, “Nella stragrande maggioranza, infatti, anche noi siamo sicuri che non c’è volontà criminale da parte di chi non paga, ma invece la costrizione indotta dal calo dei fatturati e dei margini di utile delle imprese, derivante sia da un mercato interno debole, sia da una cronica mancanza di liquidità in capo alle imprese e alle famiglie e alla pubblica amministrazione”.
Il principio alla base dell'azione di recupero annunciato ieri dalla procura è -nella sostanza- di distinguere tra gli evasori “disonesti” e le vere condizioni di impossibilità materiale a pagare alcuni tributi e lavoratori.
In tantissimi casi, secondo Paolo Arcelli, direttore Cna, “non per volontà criminale, ma per necessità e per impossibilità vera non si onorano gli impegni, magari scegliendo di pagare comunque il salario dei dipendenti o facendo fronte prima a quei pagamenti che, se non onorati, impedirebbero di continuare l’attività e condurrebbero velocemente al default”.
“Ricordiamo, tra l’altro, -ha aggiunto il direttore dell'associazione di categoria- che è proprio e soltanto tra la categoria dei piccoli imprenditori, dell’artigianato, del commercio e degli altri settori, che si sono avuti i casi pietosi di suicidio per la paura di non farcela e per la vergogna di non essere più in grado di far fronte agli impegni assunti nei confronti dei propri dipendenti e delle proprie famiglie”.
Francesco de Augustinis