“Un piano sanitario non calato dall’alto, ma condiviso attraverso un confronto diretto con la comunità e che risponda ai criteri di universalità, equità, accessibilità e qualità, con un occhio attento all’innovazione”: si possono riassumere così le finalità del Piano sanitario 2018- 2020, secondo l’assessore regionale alla Salute, Coesione sociale e Welfare, Luca Barberini, che stamani nella sede della Scuola di Amministrazione Pubblica di Villa Umbra a Perugia, ha avviato il percorso che condurrà alla stesura del nuovo Piano.
“Abbiamo voluto promuovere una partecipazione autentica – ha detto l’assessore Barberini – con un primo incontro che vede oggi la presenza di oltre 350 iscritti, tra operatori sanitari, rappresentanti del mondo del volontariato, delle organizzazioni sindacali, del Forum del Terzo Settore, di associazioni di utenti, pazienti e dei loro familiari, dipendenti delle Asl, e rappresentanti delle istituzioni”.
“Con il Piano 2018-2020, si vuole riorganizzare il sistema sanitario regionale definendo un nuovo modello di sanità che ponga al centro la persona e le sue difficoltà. La vera sfida culturale che dobbiamo affrontare – ha aggiunto – è quella dell’innovazione e quindi, di elaborare nuove proposte che non siano ancorate al passato, ma che guardino al futuro con un forte investimento sul fronte della prevenzione. Penso in particolare al potenziamento dello screening per le diagnosi precoci per il quale la Regione Umbria ha investito tanto e continuerà ad investire, evitando accertamenti inutili con un notevole risparmio di risorse”.
“Il nuovo Piano – ha evidenziato l’assessore – dovrà rispondere ai nuovi bisogni della popolazione che sono fortemente cambiati, visto che le famiglie sono sempre più sole, in difficoltà economica e con una grande presenza di anziani. Questi bisogni devono essere ascoltati e soddisfatti, tenendo presente che i cittadini, essenzialmente, chiedono al sistema sanitario tempestività e qualità delle prestazioni. In questo contesto la riorganizzazione del sistema sanitario, per la quale stiamo sperimentando un modello approvato qualche anno fa e che nel caso degli ospedali prevede la messa in rete di più presidi, gioca un ruolo strategico”.
Tra gli obiettivi del nuovo Piano per l’assessore c’è anche la riduzione dei tempi d’attesa per le prestazioni e, “in particolare per i soggetti con grandi fragilità, come anziani, bambini, pazienti oncologici, l’obiettivo è garantire le prestazioni senza affrontare eccessive distanze, quindi grazie alla realizzazione di una sanità di prossimità. Infine, occorre dare risposte più efficaci alla cronicità che oggi assorbe il 70 per cento delle risorse del Fondo sanitario nazionale. Tutto ciò, ed è qui l’altra novità, si potrà realizzare anche con una stretta sinergia con quanto previsto dal Piano regionale per la prevenzione e dal Piano sociale regionale già approvati”.
“È iniziato un percorso partecipativo, – ha detto il direttore regionale dell’Area Salute e Welfare, Walter Orlandi – in cui la Regione ascolta le proposte di professionisti, operatori e associazioni del mondo della sanità, in modo da inserirle in un percorso istituzionale che porterà alla definizione del nuovo Piano. L’Umbria si trova in buona posizione sul fronte dei servizi sanitari, siamo da anni regione benchmark, che significa qualità delle cure e sostenibilità economica, ma è chiaro che in uno scenario in cui aumenta la cronicità e la popolazione invecchia, ci sono nuovi bisogni a cui dare risposta e nuove tecnologie da utilizzare. Vogliamo quindi ridisegnare la sanità umbra, dando più evidenza alle cure primarie, al ruolo dei medici di medicina generale e alle farmacie di servizi, potenziando in sostanza le attività sanitarie del territorio, ma anche razionalizzando la rete ospedaliera per qualificare ancora di più la nostra già buona sanità”.
La struttura organizzativa che contribuirà alla redazione del nuovo Piano sanitario regionale 2018-2020 è composta da quindici tavoli tematici aperti al confronto, da un comitato istituzionale, un comitato scientifico di rilievo nazionale, un comitato di redazione e uno di coordinamento.
In particolare, il Comitato istituzionale ha la funzione di “garantire la coerenza della proposta del Piano rispetto alle competenze delle istituzioni rappresentate al suo interno” ed è composto dall’assessore regionale alla Sanità, dal presidente dell’Anci regionale, dai presidenti delle Conferenze dei Sindaci, dal presidente del Consiglio delle autonomie locali, dal rettore dell’Università degli Studi di Perugia, dai presidenti degli Ordini dei Medici dell’Umbria, dai presidenti degli Ordini dei Farmacisti dell’Umbria, dai presidenti degli Ordini e dei Collegi delle professioni sanitarie dell’Umbria.
Il Comitato scientifico è invece formato da “esperti di riconosciuta autorevolezza professionale, esterni al Servizio sanitario regionale, con il compito di certificare la coerenza del Piano con gli atti di programmazione nazionale e la fattibilità dello stesso, nonché di offrire un valido supporto per implementare l’innovazione dei modelli organizzativi, anche attraverso la definizione di set di indicatori per monitorare e valutare qualità e sostenibilità del sistema sanitario”.
Il Comitato di redazione ha lo scopo di “portare a sintesi e armonizzare gli elaborati redatti con il contributo dei Tavoli tematici” e ne fanno parte dirigenti della Direzione Salute, Welfare e Organizzazione e risorse umane, area Salute e dirigenti medici delle aziende sanitarie e ospedaliere dell’Umbria.
Il Comitato di coordinamento della redazione ha invece la “funzione di supervisionare e sovraintendere la redazione del Piano” ed è costituito dal direttore regionale a Salute, Welfare e Organizzazione e risorse umane; dai direttori generali e sanitari delle Aziende sanitarie regionali; dal preside della facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Perugia.Per quanto riguarda i Tavoli tematici e di confronto, sono dedicati a varie materie tra cui psichiatria, cure primarie e assistenza terzo livello territoriale, disabilità, riabilitazione, dipendenze, cure palliative, prevenzione, rete ospedaliera, emergenza-urgenza, medicina di iniziativa, trapianti e sangue, Tecnologie (HTA) e ICT (Telemedicina), ricerca e medicina di precisione, infanzia ed età evolutiva, patologie croniche. Ne fanno parte funzionari regionali, dipendenti delle Aziende Usl e ospedaliere, rappresentanti dei Disco (Direttori di Struttura Complessa), delle organizzazioni sindacali, del Forum del Terzo settore, di Associazioni di utenti, pazienti e loro familiari e del volontariato maggiormente rappresentative in Umbria.