Perugia, il giorno dopo: il capoluogo umbro si risveglia un pò frastornato, il suo cielo dipinto d’azzurro dopo l’elezione del centrodestra alle comunali, a suon di “cambiamento” e “liberazione”. Andrea Romizi, sostenitori al seguito, è sceso ieri sera da Porta Sole, a risultato ormai conclamato, dritto verso Palazzo dei Priori: ad attenderlo la folla che lo ha eletto e voluto come primo sindaco perugino di centrodestra, e i volti noti della politica, tra cui la stessa Adriana Galgano di Scelta Civica, Rocco Valentino, Leonardo Varasano, Pietro Laffranco, Emanuele Prisco. Una dentata dolorosa quella che il Pd perugino ha dovuto incassare ieri sera, un pugno in piena faccia: al sindaco uscente Wladimiro Boccali vanno 25.666 voti, pari al 41.98%. Romizi dunque ribalta i risultati del primo turno, raggiungendo il 58.02% e 35.469 voti, in un momento in cui la destra berlusconiana è al suo minimo storico e il Pd di Renzi al suo massimo. Cadono le roccaforti del Pd, crollano tutti i “ponti”, da San Giovanni a Ponte Pattoli. Il centro era già perso, ma questa non era una grossa novità, frutto della stretta su tematiche come la sicurezza e l’urbanistica.
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“Tutti contro Boccali” – Nella sede del Pd ieri sera l’aria che si respirava era pesante già al quinto seggio scrutinato, con Bocci e Leonelli chiusi nelle loro stanze e già consapevoli di una disfatta su tutta la linea. Stesso scenario nel comitato per Boccali sindaco: Cernicchi, Liberati, Bori, Cardinali e altri volti stentavano a credere a ciò che stava accadendo. Poi la dichiarazione: “è un referendum contro la mia persona”, ha affermato lo stesso sindaco uscente. La saracinesca in Via Alessi chiusa, Pampanelli e i suoi gli ultimi a resistere di fronte alla sede, eppure rimasti letteralmente fuori anche dal consiglio comunale. Poi il mattino seguente (oggi, 9 giugno, ndr) le dichiarazioni dalla segreteria regionale in conferenza stampa: quel distacco di 13mila voti tra Boccali e Romizi pesa come un macigno. “Il dato devastante è sui giovani”, quando è ormai chiaro che gli stessi elettori del Pd vengono annoverati tra gli astensionisti o tra quelli che, pur di cambiare verso, hanno preferito Romizi. “La città ha voltato le spalle a Boccali”, ha dichiarato Leonelli. E ancora: “il rapporto con l’opinione pubblica si è rotto per l’autoreferenzialità con l’amministrazione uscente”, in un clima di “odio e astio”. Il pensiero di una conferma della dinasty Locchi, Boccali, Bori avrà pesato molto, prima sui social network, poi dentro le urne.
Il “renziano” Romizi – Faccia pulita, giovane quanto l’attuale premier quando diventò sindaco di Firenze: un ragazzo gentile e a modo, Andrea Romizi stamattina camminava per Corso Vannucci, stringendo la mano a chi gli augurava buon lavoro, fermandosi con i giornalisti per rilasciare le prime dichiarazioni a caldo. Ieri sera invece è stato raggiunto telefonicamente dal Presidente Berlusconi. A Tuttoggi.info, il nuovo sindaco ha dichiarato di voler costituire l’alternativa al centrosinistra e di essere pronto con l’agenda di governo. GUARDA IL VIDEO
Insieme a Scarponi, Massimo Perari (Forza Italia), è uno dei primi a parlare: “grandissima soddisfazione per una vittoria che auspicavamo e per la quale ci siamo battuti, la cui dimensione è stata comunque straordinaria. Forza Italia è da oggi di fatto, grazie all’effetto trainante della vittoria dell’ottimo Andrea Romizi, con i 9 seggi conquistati, il partito più rappresentato in seno al consiglio comunale della città. Non è stata una battaglia facile, siamo riusciti a far passare il messaggio della necessità di cambiamento per la guida di Perugia e i cittadini ci hanno ripagato con la loro fiducia. Da domani si parte con l’attuazione del programma: sicurezza e taglio agli sprechi da subito in agenda. Quello di Perugia è un dato storico perchè dopo 70 anni si è riusciti a scardinare un sistema di potere basato sul clientelismo e su una spesa pubblica che ha gravato sempre sulle tasche dei cittadini”.
Al fianco di Romizi anche le liste civiche di Urbano Barelli e di Diego Dramane Waguè, che raggiunto telefonicamente da Tuttoggi ha dichiarato di “aver appoggiato il candidato migliore, di cui la città ha bisogno per attuare la discontinuità. Con il ballottaggio l’accordo di Idee per Perugia (la sua lista, ndr) si è fatto con la persona, non con il partito. Ho avuto modo di parlare anche con gli emissari di Boccali, ma non c’è stato un accordo sul programma. Punti come il vigile di quartiere o la riqualificazione della città universitaria ci hanno trovati insieme, seduti attorno a un tavolo e con delle idee condivise. Ora mi fido di Romizi e del progetto di giunta che vorrà sostenere”. E sulle parole di Leonelli: “è vero: Boccali avrebbe perso anche contro di me, o contro la Rosetti (la candidata dei 5 stelle). Il problema del centrosinistra non è la sicurezza, ma l’ascolto: Boccali ha perso totalmente il collante con la cittadinanza, non ha ascoltato i bisogni della gente. Il ragazzo Wladimiro che ho conosciuto 23 anni fa è cambiato: è divenuto un personaggio trinceratosi nel suo palazzo”.
Dai pentastellati, l’augurio di buon lavoro al nuovo sindaco e ai suoi consiglieri all’opposizione (Rosetti, Giaffreda e Pietrelli): “il Movimento Cinque Stelle, premesso il doveroso e sincero augurio di buon lavoro al neo eletto Sindaco di Perugia Andrea Romizi, entra a Palazzo dei Priori per fare un’opposizione reale e costruttiva, fatta di approfondimento, contenuti, proposte e denunce di ciò che non dovesse funzionare. Il voto dei perugini che hanno deciso di recarsi alle urne è stato conseguenza di una scelta libera e priva di condizionamenti da parte del M5S che ha deciso, coerentemente con i suoi valori e con quanto annunciato nel corso della campagna elettorale, di lasciare libertà di coscienza nella scelta del Sindaco. L’inizio di una vera e non più solo dichiarata alternanza al governo della città si dimostrerà con l’adozione di misure urgenti, efficaci, efficienti e tali da affrontare le tante emergenze che si sono venute consolidando negli ultimi decenni. Nel corso della campagna elettorale, il M5S ha ripetutamente stigmatizzato l’azione di una sinistra autoreferenziale, noncurante delle grida d’allarme provenienti dai comparti sani della società civile e dai preoccupanti dati sulla situazione economica e sociale, che, a tutt’oggi, anche a livello regionale, si preferisce ignorare. Una situazione di malgoverno che si è perpetrata indisturbata anche a grazie ad un centro destra, in cui è prevalsa, soprattutto negli ultimi vent’anni, la strategia dell’opposizione di basso profilo. Il MoVimento 5 Stelle Perugia, a differenza di altri, non ha cercato “apparentamenti di poltrone” e nonostante i soli tre seggi assegnati, in virtù di una legge elettorale che finisce nei fatti di per tradire l’elettore, la fiducia del 19% dei cittadini che credono nel Movimento e che ha determinato il primo ballottoggio nella storia di Perugia, rappresenta un’opportunità straordinaria che sapremo raccogliere e valorizzare in Consiglio comunale e nelle prossime elezioni regionali 2015″.
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Video di Nicola Palumbo