Non è il Grifo che ci si aspetta di vedere quello sceso ieri in campo al Curi per affrontare l’Aquila di Archimede Graziani. Il risultato – 2-1 per i padroni di casa – è ovviamente favorevole, ma la trama dell’incontro non ne è il riflesso. Gli abruzzesi hanno avuto il merito di fare il gioco per buona parte del match, ma si sono altresì resi colpevoli di alcuni fatali errori difensivi che hanno pregiudicato la vittoria. Il primo di essi ha permesso al Grifo di portarsi in vantaggio al 32’ del primo tempo. Tozzi Borsoi verticalizza per un Fabinho libero da marcature, che non fatica a superare l’estremo difensore abruzzese Tomarelli con un pallonetto ben indirizzato. E’ soprattutto l’Aquila a rendersi pericolosa nella prima frazione di gioco. Albanese e Carcione fanno impallidire il pubblico del Curi in più di un’occasione, ma l’esito non ha mai riscontri concreti.
Sette minuti dopo l’inizio della ripresa, è il Grifo a regalare la rete del pareggio agli abruzzesi, complice un retropassaggio piuttosto potente che Giordano non stoppa doverosamente, dando quindi la possibilità a Graziani di insaccare con facilità la sfera alle spalle dell’estremo difensore biancorosso. Nonostante le ripetute occasioni da gol generate dalle giocate della squadra ospite, i tempi regolamentari non sono in grado di decretare un vincitore. Si va quindi ai supplementari.
Poche decine di secondi dopo il fischio dell’arbitro, Clemente riporta i suoi in vantaggio, ribadendo in rete una palla respinta dalla difesa abruzzese nel corso di un’azione convulsa. Tutto da rifare per l’Aquila, ma la storia non cambia. Che sia la tenace solidità del reparto difensivo biancorosso, la complicità della dea bendata o l’insufficiente incisività degli attaccanti abruzzesi, il tabellino rimane invariato e la partita finisce con un risultato che infiamma i tifosi del Curi. Il Perugia Calcio proseguirà la sua avventura in Coppa Italia e – nel prossimo match – incontrerà la vincente tra Poggibonsi e San Marino.
F.B