Il dibattito politico sulle misure anti-Covid e anti-violenza evidenziano la distanza tra i 'vecchi' e i 'giovani' del Partito Democratico
Nei giorni scorsi il circolo PD Terni Centro “Ludovico Montani”, tramite il segretario Silvio Bonanno, aveva sollevato il problema dei troppi assembramenti e di numerosi episodi di violenza che si sono verificati nel centro storico. La soluzione? Secondo il circolo del PD sarebbe contingentare le presenze e schierare le forze dell’ordine a presidio dello spazio pubblico. Su questi punti ha preso forma lo scontro generazionale interno al Pd ternano, ormai da anni in fase di ricostruzione, ma, a giudicare dalla distanza tra ‘ i vecchi’ e i ‘giovani’ siamo ancora lontani da una visione condivisa su come affrontare temi politici.
Anacronismo
Il contingentamento sembra essere una soluzione ‘superata’, visto anche l’orientamento del Governo che è indirizzato verso una graduale riapertura di tutte le attività pubbliche, mantenendo ovviamente le precauzioni del caso. Proporre, ad oggi, un contingentamento, o lo schieramento di forze dell’ordine come presidio, è quantomeno spia di scarsa visione politica e capacità propositiva.
‘Per fortuna’ ci sono i Giovani…Democratici
Sulla questione, nella giornata di ieri 19 maggio, sono intervenuti i Giovani Democratici che hanno colto l’inadeguatezza delle misure ‘proposte’ dal Circolo Centro e che hanno detto ‘qualcosa di sinistra’: “Il problema evidenziato dal circolo PD Terni Centro “Ludovico Montani” è comprensibile e reale – si legge in una nota dei Giovani Democratici – La soluzione proposta non può però essere condivisa. Così come non possono essere condivise le non-soluzioni proposte dall’amministrazione locale. Gli spazi del centro sono fatti per essere vissuti dalla cittadinanza, sono luoghi che non possono essere riservati a chi ha prenotazioni al ristorante o a chi è residente in quelle zone: si rischierebbe di tagliare fuori da importanti spazi chi al ristorante non ci va e chi non può permettersi una casa in centro storico. È una soluzione che riserverebbe gli spazi del centro a chi se li può permettere economicamente”.
Violenza in centro
È innegabile che negli ultimi tempi gli episodi di violenza in centro siano aumentati, soprattutto risse, circostanza ‘favorita’ spesso dall’abuso di alcol, anche tra gruppi di giovanissimi: “Non è possibile vietare l’accesso a spazi pubblici solo perché possono eventualmente diventare spazi in cui si compiono atti di violenza. Significherebbe riconoscerli per quello che sono episodicamente e non per quello che sono abitualmente – scrivono ancora i GD – spazi in cui si intessono rapporti sociali importanti, in cui ci si diverte e anche in cui si sviluppa il tessuto economico della città non legato necessariamente a prenotazioni”.
La movida non è il problema
“Non possiamo nemmeno pensare di risolvere il problema degli assembramenti con ulteriori presidi delle forze dell’ordine in giro per la città – continuano i Dem – perché non si può militarizzare un centro storico per tenere a bada “la movida” e perché nonostante il dispiegamento di forze dell’ordine che c’è stato nel centro continuiamo a vedere sempre più frequentemente fenomeni che non dovrebbero manifestarsi. Il problema della violenza è sociale e individuale, se si toglie uno spazio si può comunque consumare in un altro, se si vigila un luogo ne rimarranno comunque molti non vigilati”.
La soluzione
“Il controllo e la repressione sono vie facili e immediate ma non possono mai essere le vie preferenziali dell’azione politica. Anche perché non sono efficaci – concludono – La soluzione non può essere ancora più controllo ma deve essere più libertà di scegliere”.