L’ennesima “mazzata” per il comune di Spoleto è arrivata nel pomeriggio odierno ad opera del Tar dell’Umbria. I giudici Cesare Lamberti (presidente), Stefano Fantini (consigliere) e Paolo Amovilli (estensore), dopo una lunga camera di consiglio, hanno infatti deciso di respingere il ricorso incidentale presentato dall’amministrazione spoletina contro la Findem, società proprietaria dell’area del cantiere Posterna che a sua volta si era appellata alla giustizia amministrativa. L’ente, dunque, ha occupato abusivamente l’area, non essendone di fatto il proprietario, e costruito in maniera altrettanto irregolare il mega parcheggio del primo stralcio della mobilità alternativa. Ma andiamo con ordine.
Accordo non valido – La vicenda ruota intorno all’area (che si estende per oltre 2mila metri quadrati) che l’amministrazione comunale ha ottenuto gratuitamente 14 anni fa dalla Findem in cambio della concessione di volumetrie (circa 15 metri cubi) per la realizzazione del palazzo di fronte, l’ormai celebre “mostro delle mura”. Un accordo che, stando alle parole dei legali della società, non sarebbe mai stato messo nero su bianco. C’è stato un fitto scambio di corrispondenza tra i due soggetti, questo si, volto al suo perfezionamento. Ma la soluzione definitiva non sarebbe mai stata trovata, dal momento che la Findem riteneva l’accordo preliminare del 2000 “non più suscettibile di esecuzione – così si legge nel dispositivo del Tar – per scadenza dei termini di pubblica utilità di cui al richiamato piano particolareggiato”. Il comune, in sostanza, avrebbe occupato il terreno “sine titulo” dal 2000 ad oggi.
Aumento volumetrie – Un problema che la Findem ha tentato di risolvere appellandosi direttamente all’ente con’un istanza di sanatoria, datata 27 agosto 2013, cui però il comune non ha dato seguito. Il resto è storia recente: il ricorso “contra silentium” da parte della società e il conseguente ricorso incidentale dell’amministrazione, difesa dagli avvocati Giulio Massi e Monica Picena, secondo cui il “silenzio” sull’istanza dell’agosto 2013 non sarebbe altro che la reiterazione della risposta negativa a quella precedente (datata 6 dicembre 2012). Ma c’è di più. L’impegno della Findem a cedere il terreno a titolo gratuito sarebbe, sempre secondo i legali dell’ente, il corrispettivo per le volumetrie aggiuntive (circa 7.700 mc) per realizzare il palazzo, che la società non avrebbe potuto ottenere altrimenti.
Mobilità alternativa a rischio – Una tesi che i giudici del Tar hanno rispedito al mittente, asserendo che l’accordo del 2000 (mai registrato) con cui la Findem concedeva gratuitamente l’area per il parcheggio sarebbe del tutto indipendente dal piano particolareggiato approvato due anni prima in consiglio comunale con cui si assegnavano le volumetrie per la costruzione del palazzo. Una mazzata durissima, soprattutto in termini economici, per l’amministrazione, che se non vorrà rinunciare al “cuore” del progetto della mobilità alternativa dovrà sborsare un bel po’ di soldi per espropriare il terreno. Sempre che non ci si appelli prima al Consiglio di Stato.
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