Obiettivo il ripristino fin da subito dei Servizi nell’Ospedale San Matteo di Spoleto ma anche la richiesta di una svolta nelle politiche sanitarie
“Saremo come USB sabato alla manifestazione indetta dal Coordinamento per la sanità pubblica– recita una nota dell’organizzazione sindacale a firma del coordinatore Ettore Magrini– con l’obiettivo del ripristino fin da subito dei Servizi nell’Ospedale San Matteo di Spoleto ma anche per chiedere una svolta delle politiche sanitarie, incentrate sulla prevenzione in tutti i territori.
“Vogliamo dire basta al finanziamento della sanità privata e rivendicare forti investimenti nella sanità pubblica che, messa di fronte alla pandemia da covid 19, ha palesato tutte le carenze strutturali che anni di tagli (37 miliardi solo gli ultimi 4 governi) hanno lasciato.”
“La completa trasformazione covid dell’ospedale di Spoleto– prosegue la nota dell’Unione Sindacale di Base– sta provocando enormi disagi soprattutto per i più deboli, gli anziani e gli affetti da patologie croniche, costretti, anche per i controlli di routine, a recarsi in altre strutture regionali molto distanti.
Il resto lo sta facendo la gestione sanitaria incredibilmente confusa e irresponsabile. Non viene spiegata l’anomalia di RSA all’interno del nosocomio. In merito alla sicurezza interna, mentre dalla direzione della ASL 2 viene annunciato da giorni che sarebbero quasi terminate le vaccinazioni per i lavoratori, in realtà ci risulta che per diversi si stiano somministrando le prime dosi ed addirittura i dipendenti di cooperative e aziende che vi operano, non siano stati ancora interessati.
Ad aggravare la situazione, per quanto ci viene segnalato, è la mancata ricerca e tracciatura di possibili focolai interni al San Matteo, in quanto non vengono effettuati i necessari tamponi anche ai lavoratori che non sono alle dirette dipendenze della ASL.
Temiamo, altresì, che i 6 mesi di chiusura dal San Matteo siano solo la premessa a quelle scelte che periodicamente riappaiono, indipendentemente dai colori dei governi, volte all’eliminazione degli ospedali dei centri minori o di città come Spoleto ai margini del potere politico regionale.
Questo per far posto alla sanità privata così tanto decantata dalla Giunta Tesei, ma che ha clamorosamente fallito nella lotta all’epidemia.
Le tappe della protesta
Con queste motivazioni, per questi obiettivi, siamo ripetutamente scesi in piazza, fin da ottobre, a Spoleto e a Perugia sotto il palazzo del potere regionale, il 25 novembre in occasione dello sciopero nazionale dell’USB nei Servizi essenziali, il 19 dicembre con il Coordinamento per la sanità pubblica e il 30 gennaio ancora a Perugia.
Il nostro impegno non si ferma, al contrario faremo del tutto per far crescere una mobilitazione più che mai necessaria per difendere il diritto alla salute dei cittadini, oggi più che mai in pericolo, visto che all’orizzonte si profilano soluzioni governative con l’incarico a Draghi (il maggior ispiratore delle privatizzazioni e dei tagli alle pensioni come ai Servizi Pubblici), ancora più in linea con la troika europea e le sue politiche antipopolari.
La situazione è difficile e abbiamo bisogno della partecipazione di tutti, lavoratori, pensionati, studenti, ai quali facciamo appello, perché solo attraverso l’impegno di ognuno sarà possibile garantire il diritto di tutti, oggi alla salute ma insieme al lavoro, all’istruzione, al Trasporto Pubblico e all’ambiente.
L’appuntamento è per sabato alle ore 16 a Piazza Garibaldi, a Spoleto.
Foto repertorio TO