Oltre 250 sanitari, tra radiologi, tecnici di radiologia e specializzandi hanno partecipato all’incontro, organizzato dall’Ufficio Formazione del personale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, su: “La responsabilità professionale nel Dipartimento di Diagnostica per Immagini e radiologia interventistica”, svoltosi la settimana scorsa presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia del Polo Unico Ospedaliero.
L’aula affollata di addetti ai lavori, medici in formazione e anche studenti, non è stata il solo indicatore per sostenere il buon risultato dell’iniziativa. Il vivace dibattito che è scaturito dopo le relazioni presentate dagli esperti, ha confermato la grande necessità che c’è nell’ambiente medico di un confronto e di un approfondimento sulle tematiche tecniche, scientifiche e giuridiche e che aveva indotto i responsabili scientifici del convegno, Dottori Piero Floridi e Laura Paglicci Reattelli, a proporre alla platea gli interventi di diverse figure professionali.
L’introduzione è stata fatta dal Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, Walter Orlandi, che ha sottolineato: “la necessità di depenalizzare l’atto medico, proprio per allentare la tensione che gli operatori avvertono da tempo, ogni qual volta viene presentata nei loro confronti una denuncia di carattere penale”. Orlandi ha anche esaminato la questione sotto l’aspetto “del consumismo sanitario”, con esami che vengono effettuati “anche quando non ce ne sarebbe bisogno, solo per cautelarsi, dilatando così il fenomeno della così detta medicina difensiva”. Sempre secondo il Direttore Generale del nosocomio perugino “recenti stime hanno stabilito che il costo degli esami di cui si potrebbe fare a meno, arriva a valere un punto di Pil, una somma enorme se si tiene conto delle diminuite risorse economiche destinate alla sanità pubblica”. Trovandosi l’Italia in una situazione drammatica, sarà inoltre necessario – ha aggiunto Orlandi – che anche in ambito civilistico vengano riconsiderati i parametri per il risarcimento dei danni causati da errori medici e per arrivare a questo sarà indispensabile rivedere le tabelle di invalidità e di danno biologico.”
Alla tavola rotonda, moderata dal Dott. Piero Floridi, Direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini e dal Prof. Michele Scialpi, Direttore della U.O. di Radiologia, dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia hanno partecipato il Professor Stefano Canitano dell’Istituto Nazionale Tumori dell’Ospedale Regina Elena di Roma, che ha sviluppato una relazione riguardante i rapporti tra professionisti e le rispettive competenze, soffermandosi sulla necessità di coordinare l’attività dei diversi professionisti che collaborano alla esecuzione degli esami radiologici e che costituiscono una vera e propria equipe e di incrementare i sistemi di ottimizzazione delle risorse, compresi quelli di teleradiologia.
La Dottoressa Paglicci Reattelli ha sviluppato gli aspetti medico legali nella diagnostica per immagini e radiologia interventistica, soffermandosi, in concreto, anche sul ruolo che assume nei procedimenti penali il consulente della Procura della Repubblica o il perito del giudice e sul fatto “che questi dovrebbero valutare con assoluta oggettività ed equilibrio l’operato dei sanitari, accertando in particolare se hanno agito correttamente, anche attenendosi a Linee Guida e buone pratiche cliniche accettate dalla comunità scientifica, in quanto la valutazione della colpa che scaturisce dalle valutazioni tecniche non è di competenza dei periti, ma del magistrato”. La Dottoressa Paglicci Reattelli ha anche affermato che gli operatori sanitari “devono porre particolare attenzione alla comunicazione con il paziente ed, eventualmente, anche con i familiari. L’informazione del paziente rappresenta infatti un dovere professionale ed inoltre, poiché molte conflittualità – ha aggiunto Paglicci Reattelli – nascono da problemi relazionali, un corretto rapporto medico-paziente ridimensionerebbe notevolmente il contenzioso”.
Il Sostituto Procuratore della Repubblica, Dott. Giuseppe Petrazzini, ha coinvolto la platea svolgendo una interessante relazione su un tema ampio e controverso come quello della “responsabilità professionale del medico”, anche alla luce della recente legge Balduzzi che in qualche misura ha differenziato la colpa grave da quella lieve. “Mi rendo conto – ha detto il Magistrato – che il medico può trovarsi tra l’incudine e il martello: da una parte la complessità dei casi clinici e dall’altra il sistema sanitario che gli chiede di correre, di dare impulso alla sua attività, in altri termini di produrre interventi ed esami. Oltre a ciò deve confrontarsi con le aumentate richieste dei cittadini per cui anche il professionista più capace può trovarsi ad affrontare un procedimento penale”. Il Dott. Petrazzini ha però voluto sottolineare “che raramente un procedimento penale a carico dei sanitari viene aperto d’ufficio, risultando molto più di frequente avviato su querela della parte” e che comunque in ogni caso viene rigorosamente valutata l’esistenza del nesso di causalità tra la condotta dei sanitari e l’eventuale insuccesso diagnostico-terapeutico e, nella valutazione della condotta, la eventuale adozione di linee guida. Le linee guida -ha però precisato il Dottor Petrazzini- non sono una garanzia assoluta per il medico che le ha adottate. Ogni caso va approfondito, senza pensare che ve ne sia un’altro analogo, e questo rappresenta una tutela per chi dovesse trovarsi ad affrontare un procedimento penale”. Un’altra rassicurazione è arrivata quando il Magistrato ha ricordato che comunque “la probabilità che il medico e l’operatore sanitario hanno di trovarsi coinvolti in un contenzioso è estremamente bassa in rapporto alla attività che svolgono: sicuramente più alta la probabilità di cagionare un danno alla guida di un mezzo privato.”