La cerimonia con la sindaca Roberta Tardani e il ricordo della battaglia legale
Giardini di Orvieto Scalo intitolati alla memoria del maresciallo capo dell’Esercito, Stefano Melone, vittima dell’uranio impoverito. Si concretizza quindi la mozione di Andrea Sacripanti, approvata all’unanimità dal consiglio comunale.
Il ricordo della sindaca Tardani
“Devo essere sincera, non ho avuto modo di conoscere personalmente Stefano Melone – spiega la sindaca Roberta Tardani – e in queste occasioni il rischio è cadere nella retorica delle frasi scontate. Conosco però chi gli è stato vicino e chi ha raccontato la sua storia e parlerò dunque con le loro parole e le emozioni che mi hanno trasmesso. Quello che mi ha colpito è la GENEROSITÀ con cui Stefano Melone si metteva al servizio della città, dei suoi amici, del quartiere probabilmente mutuata da quello spirito di servizio verso il bene comune che lo aveva portato verso la carriera militare. Mi ha colpito la SERENITÀ con cui, mi raccontano, parlava della sua storia anche pubblicamente pur sapendo a cosa andava incontro. E ne parlava con DETERMINAZIONE consapevole che la battaglia che aveva intrapreso, non solo contro il male, sarebbe servita anche a tanti suoi colleghi per dimostrare che quel male era stato contratto per servire la Patria in numerose missioni umanitarie all’Estero. Quello Stato che forse non lo ha difeso fino in fondo come ha fatto lui”.
La sindaca Tardani parla anche del coraggio “di chi non si è mai arreso, sottoponendosi a cure sperimentali per aiutare se stesso ma soprattutto gli altri. E ho provato emozione quando mi hanno raccontato di una bambina, di una figlia, che il giorno del funerale, davanti a una chiesa gremita, ha letto una lettera al padre con la stessa generosità, serenità, determinazione e coraggio che evidentemente quell’uomo le aveva trasmesso. Quello che è servito a Paola, Silvia e Davide per portare fino in fondo la battaglia di Stefano al quale tante persone, malate per gli effetti dell’uranio impoverito, oggi devono qualcosa di importante. E se questa targa riuscisse a trasmettere alle persone, ai giovani, alle tante famiglie che vivono questo spazio, anche un decimo di questa storia e di questi valori sarebbe il modo migliore per rendere omaggio alla memoria del Maresciallo capo dell’Esercito, Stefano Melone“.
Il decesso di Melone
Il decesso del militare orvietano Stefano Melone, a soli 40 anni, avvenne l’8 novembre 2001, per le conseguenze causategli dall’esposizione alle polveri di uranio impoverito durante le missioni umanitarie e di pace all’estero (Albania 1991, Somalia 1994, Libano 1996, Kosovo 1999) alle quali aveva partecipato. Dopo una lunga battaglia giudiziaria portata avanti con tenacia dalla sua famiglia, solo nel 2006 una sentenza del tribunale civile di Roma, confermata in Appello, stabilì per la prima volta nella giurisprudenza, il collegamento tra l’esposizione all’uranio impoverito e le particolari forme tumorali che ne derivano. Riconoscimento che ha segnato una svolta anche per molti militari che come Stefano Melone hanno vissuto e vivono simili vicende.
La mozione
Nel 2017 il consiglio comunale approvò all’unanimità l’intitolazione alla memoria di Stefano Melone dei giardini pubblici di Orvieto Scalo, luogo molto frequentato da famiglie e giovani, con lo scopo di “tramandare alle future generazioni di orvietani non solo il ricordo di un uomo speciale, ma, soprattutto, gli alti Valori in cui egli ha creduto e vissuto: dedizione ai doveri militari, spirito di servizio delle Istituzioni, abnegazione, legalità, impegno, tenacia, totale ed incondizionato senso del dovere, umanità, amor di patria, assoluto senso della famiglia”.