I sindacati chiedono un impegno da parte dello Stato e dai governi regionalli di Umbria e Marche per l'infrastruttura
Umbria e Marche a rischio isolamento. Uil Umbria e Marche vergano una nota congiunta, firmata dai segretari Maurizio Molinari e Claudia Mazzucchelli, sul fronte delle infrastrutture.
Il caso del ricorso del Comune di Serra dei Conti
“La lunga e travagliata storia della linea ferroviaria Falconara Orte – dicono dalla Uil di Umbria e Marche – è costellata da una serie di ostacoli che ne hanno spesso compromesso una visione sistemica e di insieme, necessaria a collocare questo collegamento ferroviario tra le opere infrastrutturali prioritarie sul territorio italiano; il tentativo del Comune di Serra de Conti di fermare di questa opera strategica, per fortuna bloccato dal TAR del Lazio, rappresenta l’ultimo di questi numerosi ostacoli. La linea attuale, in gran parte a binario unico e quindi con particolari difficoltà di incrocio dei treni, è l’unico collegamento trasversale del centro Italia tra le direttrici Adriatica (facente parte del corridoio Ten-T Baltico-Mediterraneo) la linea tirrenica e quella AV nord sud; inoltre, collega due importanti porti, Ancona e Civitavecchia, sedi di altrettante importanti Autorità portuali“.
“Siamo regioni ai margini delle politiche e della strategie”
“Che accade invece? Nonostante le regioni Marche e Umbria siano collocate geograficamente in una posizione strategica e baricentrica in relazione ai traffici commerciali di merci e passeggeri Nord-Sud e Est-Ovest, queste, rimangono regioni ai margini delle politiche e delle strategie infrastrutturali e macroeconomiche. L’isolamento che Marche e Umbria scontano potrebbe essere anche alla base della situazione di difficoltà e sofferenza che le due regioni vivono e che le vedono essere economie in transizione (cioè, economie che da regioni industrializzate retrocedono) con interi territori caratterizzati da aree di crisi complessa“.
La necessità di un impegno dello Stato
I sindacati chiedono “un impegno da parte dello Stato, in primo luogo, e dei governi regionali di Marche e Umbria affinché questa infrastruttura diventi, una volta per tutte, una priorità vera, con progetti “nero su bianco”, risorse e tempistiche di realizzazione certe, e non un argomento che ogni tanto torna di moda, ma che rimane solo relegato alla chiacchierata e al “vedremo, faremo”. Un’economia in difficoltà è tanto più facilitata a rilanciarsi tanto più efficiente, ricca e capillare è la sua dotazione infrastrutturale, che è elemento necessario per le politiche di crescita e di sviluppo di un territorio e il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale. Inoltre, entro il 2030 e poi entro il 2050 il Green Deal europeo, di cui l’Italia è paese firmatario, prevede lo spostamento rispettivamente del 30% e poi del 50% delle merci dalla gomma al ferro, con un aumento considerevole del traffico ferroviario sull’intera rete nazionale. Come è pensabile il trasferimento di tutto questo traffico ferroviario se questa linea ferroviaria è ancora quasi tutta a binario unico? Perciò, alla domanda se “Marche e Umbria sono destinate ad un isolamento e ad un inesorabile declino infrastrutturale ed economico” noi crediamo si debba rispondere facendo di tutto affinché ciò non avvenga; ed è per questo che riteniamo, queste, regioni che meritano un’attenzione reale da parte della politica e delle istituzioni, e risorse dedicate, soprattutto meritano di poter essere messe nelle condizioni di essere tra le protagoniste del rilancio dell’intero Paese“.