Il silenzio del Pd umbro (e di tutto il centro sinistra) era stato assordante, quasi imbarazzante, mentre nel centrodestra, tra posizioni oltranziste e moderate, il caso dell’ofobometro, il test realizzato dall’Università per essere distribuito nelle scuole medie e superiori dell’Umbria aveva tenuto banco per una settimana. Fino all’intervento del ministro Bussetti che, sollecitato in particolare dagli esponenti umbri della Lega (tra i quali l’agguerrito senatore Pillon), ne aveva bloccato la distribuzione.
Un intervento di cui ora chiedono ragione al ministro sedici senatori del Partito democratico, tra cui gli umbri Nadia Ginetti e Leonardo Grimani, tra i firmatari dell’iniziativa della parlamentare Monica Cirinnà. “Il ministro Bussetti spieghi perché ha bloccato nelle scuole della Regione Umbria la diffusione del questionario, elaborato dall’Università di Perugia, sul bullismo omotransfobico nelle scuole, al fine specifico di individuare efficaci strumenti di contrasto del medesimo fenomeno”, scrive la pattuglia dei senatori dem.
Bullismo sessuale, il ministro blocca l’omofobometro
“Il blocco di una iniziativa come questa – spiegano Cirinnà, Ginetti e Grimani – rappresenta una grave ingerenza in materia di libertà di ricerca rappresenta altresì, al tempo stesso, una grave violazione del principio del pluralismo in ambito educativo. Il ministro deve al più presto spiegare sulla base di quale normativa abbia bloccato la diffusione del questionario oltre a dire quali iniziative intenda per contrastare il fenomeno del bullismo omotransfobico nelle scuole”.
Lo scaricabarile
Finora, la lotta tra favorevoli e contrari al test era stata impari, dato che a difendere l’iniziativa si erano alzate soltanto le voci di Omphalos (voce interessata, perché l’associazione è tra i promotori del progetto, costato 40mila euro, cifra che però sarà saldata alla consegna dello studio) e la Rete degli studenti medi dell’Umbria.
“Sì, l’omofobometro lo vogliamo fare”
Per il resto, le varie Istituzioni avevano assunto posizioni che andavano dal “non conoscevamo il test” al silenzio imbarazzante. Del resto anche le scuole umbre avevano snobbato l’iniziativa, dato che due su tre, tra gli istituti a cui era diretto, avevano deciso di non proporlo agli studenti. Che, come aveva denunciato il consigliere regionale Sergio De Vincenzi, avrebbero dovuto rispondere online, in forma anonima, ma senza chiare garanzie circa l’impossibilità di essere tracciati. Una questione delicata, visto che si tratta di domande con le quali si chiede, a dei minori, informazioni circa il proprio orientamento politico, religioso e sessuale.
Politica, religione, sessualità: ecco le domande dell’omofobometro