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Esposto in Procura
Questo il contenuto di un esposto inoltrato al Procuratore della Repubblica di Terni da un avvocato ternano insultato su Facebook per organizzato e aver preso parte alla manifestazione pro ddl Zan dello scorso 26 luglio. L’avvocato ha deciso di tutelare ‘denunciando’ quanto accaduto e, presumibilmente, per opera di un profilo ‘fake’, come molto spesso accade da parte di chi cerca di nascondere la propria inadeguatezza.
“Non è una malattia”
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L’avvocato ternano
“Con queste parole, in data odierna ho voluto denunciare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni le offese ricevute su Facebook dal sottoscritto e dalla comunità LGBT ternana tutta per il semplice fatto di aver organizzato una manifestazione a sostegno del ddl Zan contro l’omofobia il 25 luglio scorso” – spiega l’avvocato di Terni.
L’omofobia esiste
“Ho deciso di sporgere querela perché altrimenti l’omofobia non esisterebbe, come vorrebbero i nostri detrattori che si nascondono dietro il numero, a loro dire esiguo, di denunce sporte, facendo finta di ignorare “il sommerso”, cioè tutti i casi in cui simili episodi non vengono portati a conoscenza dell’Autorità.
L’ho fatto per dare l’esempio, specialmente ai tanti giovani vittime di violenza fisica e verbale che per paura o pensando all’impunità dei colpevoli decidono di non denunciare”.
“Ho denunciato perché credo nella giustizia”
“Sogno una società in cui nessuno debba essere offeso o discriminato per aver organizzato una manifestazione – conclude l’avvocato – per aver liberamente manifestato il proprio pensiero, tra l’altro in favore di un provvedimento legislativo che assicura una maggiore tutela e restituisce dignità ad una minoranza ancora socialmente stigmatizzata.
Sogno una società dove simili espressioni non vengano minimizzate, non vengano cioè ridotte a battute da bar, di cattivo gusto, certo, ma legittimate.
Ho deciso di denunciare perché credo ancora nella Giustizia, quella con la “G” maiuscola, e sono fortemente convinto che la diffamazione aggravata costituisca un reato, sempre e comunque”.