La data per l’esame non è ancora stata fissata ma i ricorsi potrebbero arrivare in aula tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015. A quel punto sarebbero passati più di 7 anni dalla data dell’omicidio della studentessa inglese. Troppo lontana ancora la parola fine al lunghissimo processo per la morte di Meredith Kercher. Ieri gli avvocati degli imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito hanno depositato le oltre 450 pagine complessive in Cassazione contro le condanne, a 25 e 28 anni e mezzo di reclusione, del 30 gennaio scorso emesse dalla Corte d’assise d’appello di Firenze.
La prova scientifica o l’utilizzabilità delle dichiarazioni di Rudy Guede, ma anche la questione del ragionevole dubbio e l’attendibilità dei principali testimoni per i quali la sentenza di Firenze “ha completamente sottovalutato l’altissimo rischio di condizionamento mediatico legato al processo” sono alla base dei ricorsi. Complessivamente sono 24 i motivi indicati dai difensori di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.
Gli esami scientifici sono stati considerati “probanti” dai giudici che hanno condannato gli ex fidanzati. E di nuovo la battaglia verterà principalmente su questo, visto che gli avvocati di Sollecito, Giulia Bongiorno e Luca Maori puntano proprio sull’efficacia probatoria o indiziaria della prova scientifica quando si sia in presenza di un accertamento ad “elevata difficoltà tecnica, ma che sia stato eseguito disattendendo le raccomandazioni internazionali in materia di repertazione e di interpretazione dei dati”.
Secondo i legali “la mancata validazione di una determinata tecnica significa incertezza scientifica, cui non può che seguire l’assoluzione dell’imputato quando la prova di reità dipenda da essa, stante l’incertezza del risultato”. Un quadro per il quale i legali di Sollecito chiedono siano le Sezioni unite a chiarire quando l’accertamento abbia validità di prova “oppure, all’opposto, quando sia da considerarsi non attendibile, cioè inidoneo a concorrere, insieme ad altri elementi, a fondare un giudizio di responsabilità”.
Ma anche i difensori della Knox, gli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova, riguardo alle risultanze scientifiche hanno lamentato la “violazione e inosservanza dei canoni abilitatori alla valutazione dell’indizio per carenza, contraddittorietà e manifesta illogicità della sentenza su un punto decisivo del processo”.