OMICIDIO MARESCIALLO ANGELUCCI: LUNEDI’ INTERROGATORIO DI VARANZANO. PARLA IL ‘FALCO’ INVESTITO “NON VI FERMATE, PRENDETELO” - Tuttoggi.info

OMICIDIO MARESCIALLO ANGELUCCI: LUNEDI’ INTERROGATORIO DI VARANZANO. PARLA IL ‘FALCO’ INVESTITO “NON VI FERMATE, PRENDETELO”

Redazione

OMICIDIO MARESCIALLO ANGELUCCI: LUNEDI’ INTERROGATORIO DI VARANZANO. PARLA IL ‘FALCO’ INVESTITO “NON VI FERMATE, PRENDETELO”

Dom, 04/10/2009 - 02:09

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Perché? E’ l’interrogativo che da 48 ore assilla gli investigatori, e non solo loro, che stanno scavando nellgli ultimi giorni di Rocco Varanzano, il pregiudicato che ha ucciso il maresciallo dei carabinieri Andrea Angelucci e ferito altri 5 colleghi (2 carabinieri in servizio a Foligno e 3 agenti a Modena). Cosa può averlo spinto ad una simile reazione? In fin dei conti, fino alle 16 di giovedì pomeriggio, quando è stato fermato nel corso di un controllo di routine dei carabinieri umbri, i magistrati gli avrebbero potuto contestare il furto di due autovetture. Ora rischia il carcere a vita. Perché Varanzano, cosciente o meno, ha aggravato la sua già delicata situazione investendo, ferendoli, il brigadiere Carmelo Infuso e Luigi Beltempo. Sei ore più tardi, braccato dai carabinieri di mezza Umbria, ha staccato il biglietto per il presunto ergastolo, puntando la potente Bmw X5, la terza auto rubata in meno di 36 ore, contro la sagoma del maresciallo Angelucci che tentava di intimargli l’alt. L’opera criminale si è fortunatamente interrotta la mattina dopo, per le strade del centro di Modena dove è stato catturato dalla squadra mobile. Non senza ferire altri 3 agenti.

L’impronta – già dalle prime luci di venerdì scorso i Ris erano risaliti all’identità dell’omicida di Angelucci. Sulla Ford Focus, l’auto con cui aveva investito Infuso e Beltempo e che aveva poi abbandonato rubando la potente Bmw, aveva lasciato diverse impronte. Dalla banca dati esce il suo profilo e un curriculum di tutto rispetto, anche se non quello di un uomo pericoloso.

Il profilo – Varanzano è dedito soprattutto ai furti e alle rapine. A 20 anni, nel 1998, ruba la bicicletta di una postina con tutta la sacca delle lettere; a 23 viene sorpreso a guidare senza patente, nel 2000 ruba il furgone di un addetto alle consegne dei quotidiani. Pochi giorni di galera, qualche mese di domiciliari e tanta libertà provvisoria. Dalla tossicodipendenza esce per un periodo grazie all’aiuto di una ragazza con cui ha una figlia (le due vivono in Umbria). Le porte del carcere si aprono per lui nel 2004 quando rapina un esercente a Reggio Emilia. Si becca 5 anni, che sconta fino in fondo. Fino a marzo di quest’anno quando torna in libertà.

La caccia – a Modena ha dei parenti ed è per questo che dalla Compagnia di Foligno parte la segnalazione a tutti i comandi della città emiliana. Che non si sono fatti trovare impreparati. E’ stata una pantera della Mobile ad intercettarlo per prima. Varanzano tenta di speronarla, guida come un pazzo per le vie della prima periferia, prende sensi vietati. Alessandro Benni e Andrea Bruno, i due agenti che si trovano a bordo dell’Alfa 159, lo costringono a non entrare nel centro storico: troppo pericoloso, a quell’ora di mattina, per i cittadini. Piazza Grande, dove è sita la Reggia che ospita l’Accademia Militare, distanza in linea d’aria neanche 400 metri. Dalla radio di bordo parte la richiesta di convergere in zona. Due ‘falchi’ della Mobile lo attendono a Largo Garibaldi. Le moto vengono sistemate in mezzo alla strada, la gente invitata ad allontanarsi. Ecco la Bmw. Varanzano non ci pensa due volte e accelera di nuovo investendo Cristian Salzetta, 29 anni. L’agente viene colpito di striscio dal muso del Suv. Vola in aria tenendo ben stretta la Beretta 92. Spara due colpi che mette a segno, uno ad una gomma, l’altro alla carrozzeria della X5. L’alfa sta arrivando. Salzetta si trascina fino alla moto e prende la radio per parlare con i colleghi: “non vi fermate per me, andate a prenderlo”. Benni e Bruno proseguono la corsa, sanno che con il collega c’è un altro ‘falco’ che può prestargli i primi soccorsi.

La fine – la folle corsa del pregiudicato finisce neanche due chilometri dopo, in Via Ancona. Varanzano molla l’auto e tenta di scappare a piedi. Ma Benni e Bruno gli sono addosso e lo catturano fra gli applausi della folla. Hanno riportato ferite agli avambracci e contusioni in tutto il corpo, ma se la caveranno in pochi giorni.

La telefonata – se la caverà anche Salzetta che ben presto riceve la visita delle più alte cariche cittadine. Arriva anche Carlo Giovanardi. Il sottosegretario telefona al Premier e passa il cellulare al poliziotto. Berlusconi si complimenta con il giovane agente e lo invita a Palazzo Chigi per un encomio solenne. Di questa mattina (ieri per chi legge) la visita in ospedale del Comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Salvatore Iannizzotto, che, accompagnato dal Questore Margherito, ha voluto portare gli auguri e la solidarietà dei carabinieri di Modena e Perugia colpiti dalla grave perdita del maresciallo Angelucci.

In carcere – Rocco Varanzano, nel primo interrogatorio di ieri condotto dal pm Claudia Natalizi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lunedì prossimo si terrà al Sant’Anna l’udienza di convalida: difficile sapere se deciderà di rispondere alle domande del giudice Francesco Meriggi. Lungo e pesante l’elenco dei reati che sono contestati a Varanzano: per il pm di Perugia Manuela Comodi deve rispondere fra gli altri capi di imputazione di omicidio volontario, furto, ricettazione, per la collega modenese Natalizi di tentato omicidio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.(Carlo Ceraso)

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