E’ ripartito ieri di al tribunale di Spoleto, di fronte al giudice Francesco Salerno, il processo a carico delle 9 persone rinviate a giudizio per fatti connessi alle attività di broker finanziario di Adriano Di Stefano, ex vicesindaco di Norcia finito a sua volta sotto processo per truffa e falso in scrittura privata. Questo filone del processo non riguarda direttamente Di Stefano, che comparirà davanti ai giudici nelle prossime settimane, bensì i suoi ex clienti, sui quali pende l’accusa di ricettazione per aver incassato gli assegni che l’ex promotore girava loro spacciandoli per i proventi dei loro investimenti.
L’ex vicesindaco però c’entrerebbe in modo determinante visto che, a quanto è emerso dalla testimonianza di un ispettore bancario che nel 2010 svolse delle indagini sul suo operato, utilizzava parte dei risparmi che i contribuenti gli affidavano per finanziare gli eventi dell’estate nursina. Operazioni anomale che poi, ha raccontato l’ispettore, sarebbero state avallate in un secondo momento dagli stessi risparmiatori durante un incontro con un funzionario dell’istituto di credito e lo stesso Di Stefano.
E’ anche per questa ragione che i clienti dell’ex promotore finanziario – ex perché nel frattempo è stato cancellato dall’albo – sono passati per la legge da vittime a colpevoli, anche se la maggior parte di questi non riesce a darsi pace. “Come è possibile finire sotto processo dopo aver perduto i risparmi di una vita per colpa di una persona di cui ci fidavamo tutti? Oltre al danno pure la beffa”, ha commentato un parente di uno degli imputati.