Continua l’attenzione della Regione Umbria sul fronte della non autosufficienza e delle persone con gravissima disabilità che necessitano di assistenza continuativa. La Giunta regionale – su proposta dell’assessore alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini – ha infatti assegnato 7,6 milioni di euro alle Aziende sanitarie territoriali, ripartendo il Fondo nazionale per la non autosufficienza 2018, e prorogato una serie di misure importanti a sostegno dell’assistenza domiciliare.
In particolare, rispetto alla somma complessiva stanziata, si è stabilito di destinare almeno il 50 per cento delle risorse per interventi a favore di cittadini con disabilità gravissima, incluse le persone affette da Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e quelle in stato di demenza molto grave, tra cui i soggetti con morbo di Alzheimer in tale condizione. I fondi sono stati assegnati con vincolo di destinazione ai Distretti sanitari e ripartiti tra i diversi territori in base alla popolazione residente, all’incidenza degli anziani over 74 anni, al numero di assegni di invalidità al cento per cento erogati. Le Aziende sanitarie territoriali potranno, comunque, procedere all’eventuale rimodulazione, a seconda della necessità e dell’effettiva presenza, nei singoli territori, dei cittadini non autosufficienti e con disabilità.
In questo quadro, particolare attenzione è stata riservata all’assistenza indiretta per le disabilità gravissime. È stato, infatti, esteso per tutto l’anno 2019 l’assegno di cura mensile di 1.200 euro per potenziare l’assistenza a domicilio a favore di persone con gravissime patologie invalidanti, associate a malattia rara.
Contestualmente è stato confermato il contributo mensile di 600 euro per soggetti con gravissima disabilità non associata a malattia rara. Queste due misure sono state introdotte, per la prima volta in Umbria, a decorrere dal 2017. Resta invariata la normativa che prevede risorse fino a 1.200 mensili euro per l’assistenza a persone affette da Sla.
“Questi interventi di assistenza indiretta – spiega l’assessore Barberini – vanno a integrare i servizi sociosanitari forniti sul territorio per le persone non autosufficienti, sostenendo in particolare chi si trova in condizioni di maggiore difficoltà. Si tratta di un modo per essere vicini non soltanto alle persone malate ma anche alle loro famiglie, che si fanno carico di curarle quotidianamente a casa, in situazioni molto complesse. L’obiettivo è garantire un’assistenza di qualità salvaguardando la domiciliarità, cioè il mantenimento del soggetto con grave patologia nel proprio ambiente di vita, sostenendo la risorsa rappresentata dalla famiglia”.
I fondi stanziati per gli assegni di cura sono, infatti, destinati a sostenere le funzioni assistenziali svolte da familiari, o da altri soggetti “caregiver”, verso persone con gravissime disabilità associate o meno a patologie rare, spesso in condizione di dipendenza vitale. Situazioni che possono riguardare bambini, giovani, adulti e anziani con disabilità irreversibili e non modificabili, che necessitano di cure continuative e di monitoraggio 24 ore su 24 per prevenire ulteriori aggravamenti.
Possono accedere agli assegni di cura persone residenti in Umbria, con gravissima disabilità associata o meno a malattia rara a seconda dei casi, che siano assistite a casa. È necessaria una valutazione preliminare effettuata dall’Unità multidisciplinare di valutazione (Umv) del Centro di salute di competenza, presso il quale è disponibile l’apposita modulistica. Sono esclusi dal beneficio economico i soggetti ospiti in strutture residenziali di qualsiasi tipo.
Nel 2018, in Umbria, sono stati investiti circa 4,9 milioni di euro per interventi di assistenza indiretta a persone non autosufficienti e con gravissima disabilità. In particolare, sono stati 95 quelli a sostegno di persone con Sla (44 Usl Umbria 1 e 51 Usl Umbria 2) per una spesa di circa 831mila euro; 398 quelli per soggetti con gravissima disabilità (208 Usl Umbria 1 e 190 Usl Umbria 2) per un importo di circa 2,5 milioni di euro; 130 quelli per cittadini con gravissima disabilità associata a malattia rara (57 Usl Umbria 1 e 73 Usl Umbria 2) per circa 1,6 milioni di euro.