Niente election day. Per le regionali, si andrà al voto prima in Liguria, il 27 e 28 ottobre presumibilmente, dopo il terremoto giudiziario che ha portato alle dimissioni di Toti. Poi sarà la volta dell’Emilia Romagna, che ha già “prenotato” le date del 17 e 18 novembre. Quindi toccherà all’Umbria, a dicembre, con le date più probabili che sono quelle di domenica 1 e lunedì 2. C’è anche chi prospetta di anticipare a fine ottobre l’election day per il triplice voto, ma l’ipotesi viene data come la più remota nei palazzi della politica.
Una decisione, quella sul voto in Liguria, concordata tra il presidente facente funzione della Regione Alessandro Piana e la presidente della Corte d’Appello di Genova Elisabetta Vidali. E che a questo punto, a meno di improbabili ripensamenti, fa saltare l’ipotesi, appunto, dell’election day che avrebbe portato liguri, emiliano-romagnoli e umbri alle urne nelle stesse due giornate.
Un paio di settimane in più, rispetto a quanto prospettato in caso di election day, che non cambia molto per gli opposti schieramenti. Nei quali la partita per come presentarsi agli elettori, tra attese e fughe in avanti, rilanci e sgambetti, si gioca tutta in queste caldissime giornate agostane.
Le fibrillazioni nel centrodestra
Caldo che sembra aver acuito le tensioni tra i partiti del centrodestra, con i rapporti di forza sensibilmente mutati rispetto a cinque anni fa. Non così, pare, da mettere in discussione la riconferma per la candidatura di Donatella Tesei, blindata ancora da Salvini nella visita di giovedì in Umbria.
Del resto l’ipotesi del ticket Romizi-Agabiti si è andata sgonfiando alla luce del risultato, molto al di sotto delle aspettative, della lista “personale” presentata dall’ex sindaco di Perugia per le comunali, malamente perse con la candidata Margherita Scoccia di Fratelli d’Italia.
L’asse FI – FdI vuole però alzare il prezzo della riconferma in Umbria. E lo si è visto con l’astensione di tutto il gruppo di FdI (sotto gli occhi di Prisco, arrivato a Palazzo Cesaroni per controllare) e del capogruppo di FI, ex Lega, Stefano Pastorelli (è rimasto in aula il vice presidente Roberto Morroni) sulla legge per la protezione civile. Una risposta al modo in cui, giorni prima, la Lega aveva affossato (in quel caso definitivamente) la legge sulla polizia municipale. Fibrillazioni (come quella sui motori nei sentieri nei mesi scorsi, nonostante il voto unanime a dicembre, e sulla caccia, altro tema caro ai leghisti) che disturbano non poco la governatrice Tesei. Che ora chiede di serrare le fila.
Centrosinistra appeso al sì di Proietti
Dall’altra parte, il centrosinistra resta in attesa del sì di Stefania Proietti. Innamorata della sua Assisi. Ma forse anche allettata dalla prospettiva di una candidatura a Roma, sull’onda lunga delle celebrazioni francescane. I partiti – a cui Proietti avrebbe dato un assenso di massima da tempo, secondo quanto riferiscono alcuni esponenti locali – sono stati però chiari: il futuro politico di Stefania Proietti deve passare necessariamente dalle regionali. Da qui i continui appelli a livello locale e nazionale (l’ultimo quello di Matteo Renzi).
Per il resto, l’entusiasmo per l’effetto Ferdinandi finora ha mascherato le diverse posizioni, all’interno del campo largo del Patto Avanti, su alcuni temi strategici. Ecco perché serve una leadership certa che, come è stato con la Ferdinandi, porti tutti a sintesi fino al voto.
Gli altri candidati
E poi ci sono gli altri che hanno annunciato la propria candidatura. Il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, tenta una parte del centrodestra. E intanto, tra ammiccamenti e fughe in avanti, prosegue per la sua strada. Nonostante il campo largo del centrosinistra, nella sinistra estrema c’è spazio per due candidature: dopo lo strappo di Marco Rizzo, che correrà per Democrazia Sovrana e Popolare, il Fronte del Dissenso ha scelto di correre con Moreno Pasquinelli. Leghista della prima ora, Francesco Miroballo ha annunciato la propria candidatura per il Movimento Umbria Autonoma, ma si è detto pronto a fare un passo indietro in caso di accordo col centrosinistra. A destra, il segretario nazionale Roberto Fiore è pronto a far sventolare la bandiera di Forza Nuova anche in Umbria.