Luca Biribanti
Cerchiamo di far chiarezza sulla delicata vicenda della Sgl Carbon, che in queste ultime ore è al centro dell'attenzione della politica locale, nazionale e, ora, anche europea.
Lo scorso lunedì era in programma l'incontro tra il management della Carbon e le istituzioni locali per un punto della situazione, dopo che una delegazione di parlamentari umbri era stata ricevuta al Mise di Roma con esiti abbastanza positivi. L'incontro di lunedì è poi saltato per una richiesta dei dirigenti Carbon che hanno fissato a oggi, giovedì, il successivo incontro.
Al tavolo si sono però presentati i liquidatori della società e non i dirigenti, circostanza che ha fatto saltare il vertice, visto che, sia il governo, che le istituzioni locali che si sindacati, hanno rifiutato questo atteggiamento dell'azienda che, unilateralmente, ha deciso di mettere in liquidità lo stabilimento di Narni. È seguito poi un comunicato ufficiale dell'azienda che confermava la chiusura dello stabilimento, notizia che ha scatenato la reazione degli operai, che hanno occupato la portineria dello stabilimento, e i sindacati, che si sono riuniti in un'assemblea straordinaria per decidere come affrontare l'imprevista emergenza. Nel pomeriggio si sono susseguite notizie, come il congelamento della decisione di Carbon di chiudere l'azienda narnese. In realtà non c'è nessun passo indietro. L'azienda si chiude, punto. Questo è quanto, almeno per il momento, dichiarano i sindacati. Quella di questa sera sarà una serata movimentata al Mise di Roma, visto che i rappresentanti del governo scriveranno una lettera alla proprietà della Sgl Carbon, con la quale si chiedono fondamentalmente 2 cose:
1. continuare la produzione di elettrodi nello stabilimento di Narni, con o senza Carbon
2. se l'azienda non si dimostrerà collaborativa nel cercare una soluzione condivisa, avrà problemi nella dismissione e nella bonifica dello stabilimento narnese
Quello che è in discussione dunque non è, per il momento, è bene precisarlo, la chiusura della fabbrica, ma la modalità che è stata definita “irrecepibile” dalle massime istituzioni locali, la governatrice dell'Umbria, Catiuscia Marini, e l'assessore allo Sviluppo Economico, Vincenzo Riommi.
La vicenda sta acquisendo i tratti di una questione internazionale, dopo l'interessamento della vicepresidente del Parlamento Europeo, Roberta Angelilli, Pittella e Bartolocci che stanno tentando di mettere in atto un'interpellanza al Parlamento Europeo per informare dell'atteggiamento della Germania nei confronti dell'azienda italiana.
Tra 8 giorni, quelli che dovrebbero passare da quando verrà recapitata la lettera del Mise alla proprietà della Carbon, dovrebbe essere convocato un nuovo tavolo di trattativa per ridefinire i contorni della vicenda.
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