Volti mogi per il risultato elettorale delle recenti regionali. Ma anche facce da “l’avevo detto” e voglia di rivalsa. Che per adesso si sfoga più verso i compagni di partiti che a destra. E ancora, voglia (e timori) di epurazioni e occhi puntati su chi è sospettato di fare la quinta colonna delle truppe renziane, lasciato nelle retrovie per spiare il “nemico”. Ma c’è anche chi è convinto che il Pd non sia morto e che, imparando dagli errori fatti, il partito possa tornare ad attrarre consensi.
In questo clima si è svolta la Segreteria comunale del Partito democratico di Perugia, aperta anche ai segretari di circolo. Primo momento di confronto, a cui seguirà a breve la convocazione di un attivo degli iscritti cittadini, continuando nel solco della massima apertura del partito verso la sua base.
Il voto delle regionali
C’è la consapevolezza che l’inedita coalizione Pd-M5s è stata percepita dagli elettori umbri come “tattica e verticistica” e non come un’alleanza con comuni valori, obiettivi e visione. Però, guai a gettare le colpe solo su chi questa alleanza l’ha voluta. Anche perché alla fine ha consentito al Pd, pur nella sconfitta, di avere 5 consiglieri regionali.
Quanto al Pd di Perugia ed alla coalizione, che pure ha fatto registrare un risultato migliore della media regionale, si riconosce come non abbia complessivamente prodotto “capacità attrattiva ed espansiva“. I risultati migliori si sono ottenuti laddove sono stati promossi progetti e iniziative “di partecipazione civica e apertura sul territorio”.
Il ringraziamento di rito va ai segretari dei circoli, ai candidati perugini. All’unico che ce l’ha fatta, Tommaso Bori, diventato anche capogruppo dem a Palazzo Cesaroni. E d a coloro che sono rimasti fuori: Valeria Cardinali, Giacomo Leonelli, Sauro Cristofani, Marco Vinicio Guasticchi. Quattro, giusto per non scordare quanto fosse nutrita la pattuglia perugina tra i 20 candidati del Pd. A
“Cambiamento”
La parola che va per la maggiore è “cambiamento“. Quel cambiamento che qualche storico iscritto, come l’ex assessore Cernicchi, ha tradotto in “epurazione“. Ma è con il “cambiamento” che il Pd perugino vuole gettare le basi per essere un’alternativa credibile alla destra a Perugia e in Regione. “Un percorso che può avvalersi delle esperienze già maturate nel Pd di Perugia – viene sottolineato – e che necessariamente devono trovare compimento in questa fase precongressuale“.
Riorganizzazione dei Circoli territoriali
Tra le proposte alle quali si sta lavorando, la riorganizzazione dei Circoli territoriali “per avere punti di riferimento inclusivi e progettuali che possano rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini“. E poi strumenti nuovi da impegnare “su obiettivi concreti“, sul modello dei Consigli territoriali di partecipazione, proposta presentata di recente da tutta l’opposizione di centrosinistra in Consiglio comunale.
Si è poi ribadito la necessità di riavviare i percorsi di ascolto svolti in alcuni quartieri della città di Perugia, che laddove sono attuati hanno consentito di svolgere una campagna elettorale più viva ed efficace.
Congresso subito con un garante nazionale
Ma soprattutto, l’Unione comunale di Perugia del Partito democratico ritiene necessario un tempestivo avvio della fase congressuale a tutti i livelli del partito umbro, partendo dai nuovi Circoli sino al regionale, passando per il comunale e il provinciale. Per questo ci si attende che il Pd nazionale faccia presto ad avviare il percorso congressuale individuando, al contempo, un garante nazionale esterno, il quale, fatte salve le funzioni del commissario regionale, sovraintenda lo svolgimento dello stesso.