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I motivi di Guarducci per lasciare Assisi o essere lasciato

Redazione

I motivi di Guarducci per lasciare Assisi o essere lasciato

Con una lunga lettera l’ex assessore alla cultura spiega i motivi delle sue recenti dimissioni.
Ven, 23/03/2018 - 14:52

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 [themepacific_box color=”grey” text_align=”left” width=”100%”]Hanno fatto scalpore le dimissioni di Eugenio Guarducci da assessore alla cultura del comune di Assisi, ma forse neanche troppo. In molti le aspettavano, compresi alcuni colleghi della serafica maggioranza, che si è ben guardata dal chiedere di ritirarle.

Guarducci, abituato a far da patron più che da gregario di squadra, dopo un paio di giorni dall’abbandono, dice la sua che non è quella dell’opinione comune. Evitando lo scontro diretto sul j’accuse a proposito del mancato successo degli eventi culturali cittadini, fa un passo di lato e la butta sulla sconfitta politica nazionale. Di più, se ne prende in qualche modo la responsabilità da elettore e lascia provocatoriamente spazio ai vincitori in attesa di vedere quel che saranno capaci di far al suo posto.

Cortesemente ringrazia e nel sollievo di molti, se ne va. Convinto di aver detto la sua. Fine di una storia.

Sara Cipriani[/themepacific_box]

Di seguito il testo:

“Molte delle ragioni per le quali ho lasciato il mio incarico il Sindaco le conosce bene, gliele ho rappresentate già da diverse settimane tanto da richiederle serenamente una mia sostituzione subito dopo il voto del 4 Marzo che, come cercherò di spiegare qui sotto, ha poi influenzato non poco la mia decisione. Quindi, ben prima della conclusione dell’evento Tra_Me, che nulla centra con questa vicenda come la stampa locale incolpevolmente racconta grazie alle confusionarie dichiarazioni di alcuni aspiranti statisti.

Nulla che non si potesse superare attraverso una buona dose di reciproca capacità di ascolto. Poi, ovviamente, in questi casi è giusto che “il capo” continui a ragionare di testa sua laddove il collaboratore non sia riuscito a farsi intendere come avrebbe voluto.

Lo stesso collaboratore, però, non è obbligato a dover svolgere il suo mandato, quando ritiene che il contesto non sia più favorevole alla sua azione, ma anzi incline a diventare, suo malgrado, sempre più facile bersaglio a danno di tutta l’Amministrazione. Soprattutto quando si è di fronte a un’agenda di appuntamenti molto impegnativa, dettata dalla necessità di pianificare con snellezza tutte le azioni previste dal nuovo Piano Mktg (e non solo). Piano che impone un’azione costante, priva di tentennamenti.

A proposito di capo, posso garantire a tutti i cittadini di Assisi che Stefania è una persona non solo capace e onesta, ma completamente dedita alla sua missione di amministratrice, come raramente ho visto fare da altri Sindaci. Con pregi (molti) che gli ho sempre apertamente riconosciuto e con alcuni difetti (pochi) che gli ho confidenzialmente sottolineato.

Il 6 Luglio 2016 fui nominato Assessore tecnico assumendo le deleghe alla Cultura e Turismo della Città di Assisi in una giunta espressione di una lista civica guidata dal Sindaco Stefania Proietti (che fino alla sua elezione non avevo mai incontrato), alla sua prima esperienza politico/amministrativa.

Un “civismo” diverso. Oserei dire più ragionato e meno di pancia rispetto a quello rappresentato allora dal Movimento 5 Stelle, con un programma elettorale appoggiato dal Partito Democratico che tornava così al governo della città dopo circa 20 anni di amministrazioni di centro destra.

Ma veniamo alle elezioni del 4 Marzo che sono state un vero e proprio terremoto politico. E’ riduttivo pensare che il loro esito possa riguardare solo i livelli istituzionali nazionali e che, invece, non vada in profondità fino a toccare i sentimenti di moltissimi territori del nostro paese, non ultimo la nostra amata UmbriaNon si può pensare che non sia successo nulla e che i cittadini abbiano la stessa percezione di prima nel guardare, giudicare e condizionare le conseguenti azioni di governo locale rispetto ad una vera e propria svolta epocale.

Governi locali che, a mio avviso, devono dare urgenti segnali di aver compreso ciò che è successo il 4 Marzo: voglia di cambiamento.

Cambiamento di uomini/donne? Rimpasti? Non solo. Parlerei di modalità di azione, di capacità di essere inclusivi, di mostrarsi più pronti a un dialogo, di essere meno autoreferenziali etc etc. Soprattutto in quei governi di centro sinistra che godevano della fiducia di un corpo elettorale che oggi si è spostato in altre direzioni.

Pur essendo un tecnico – indipendente da qualsiasi Partito che sostiene la maggioranza -ho avvertito il bisogno di misurarmi con questi cambiamenti, evitando il rischio di arroccamento su posizioni anacronistiche da seconda Repubblica.

Io non voglio appartenere alla generazione di amministratori pubblici locali che fanno finta che il 4 Marzo non sia successo nulla e che saranno ricordati per incapacità di lettura critica.

1/3 degli elettori italiani ha votato per il M5S. Io me ne sono accorto. Tra di loro moltissimi che provengono da culture di governo afferenti al centro sinistra. Gente anche moderata, riformista quindi: non solo populisti come erroneamente si tende a sintetizzare.

Beninteso: io non sono tra questi, ma la tentazione l’ho seriamente avuta nei momenti di sconforto pre-elettorali. E, comunque, li rispetto.

Sul carro dei perdenti ci sono salito quindi, per la prima volta, il 4 Marzo, dando fiducia, attraverso il voto, a una coalizione per la quale comunque avevo amichevolmente e riservatamente espresso tutte le mie perplessità nella scelta delle candidature locali targate PD. E Giacomo lo sa.

Mi sarei però aspettato che, dopo il voto, qualche operazione di “revisione del tagliando” fosse ritenuta necessaria e – ripeto – urgente. Perché, anche la velocità, di questi tempi è un valore importante. Invece nulla.

Allora ho pensato: visto che con il Sindaco non riuscivo più ad avere una piena visione in comune, ma continuava a non cacciarmi, perché non approfittarne?

Come? Lasciando il mio posto e invitando Stefania a utilizzarlo al meglio per rispondere a nuove istanze di cambiamento e a prove di dialogo che vengono prepotentemente candidate dall’esito del voto.

Vado oltre, sapendo già che non avrò successo e suggerendo di far occupare questo posto da un esponente tecnico e/o politico espresso in ambito locale dal M5S.

Caro Sindaco mettili alla prova.

Verifica la loro disponibilità a sporcarsi le mani, come loro stanno chiedendo a Roma ad altri di fare.

Assisi è città del dialogo: questa disponibilità credo possa essere veramente calzante e magari contagiosa, soprattutto se offerta da un laboratorio politico-amministrativo particolare come quello nato in questa importante Città.

Dei 1.500.000 euro a disposizione del Piano Mktg 2018 io ne ho spesi solo 40.000. Quindi c’è benzina sufficiente anche per fare i fenomeni e dimostrare, magari, di essere infallibili, mettendo in campo le possibili varianti del Piano Mktg che – il 27 Ottobre 2017 – il Consigliere Comunale M5S aveva apertamente applaudito in fase di partecipazione.

Grazie Assisi per la bella esperienza!

Eugenio Guarducci”

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