di Carlo Ceraso
“Nihil jucundius vidi valle mea spoletana”. Solo il canto di San Francesco, alla fine, dopo 13 anni, è riuscito a mostrare la 'debolezza' dell'uomo Riccardo Fontana, dell'Arcivescovo di Spoleto-Norcia. Niente altro vi è riuscito negli anni in cui ha guidato la diocesi. Neanche quelle due scosse di terremoto che il 26 settembre 1997 squarciarono le anime, ancor prima delle abitazioni, degli umbri. Della sua gente spoletana.
Quella frase di Francesco, pronunciata quasi in conclusione della cerimonia con cui questa mattina monsignor Fontana ha ufficializzato la sua nomina a Vescovo di Arezzo e l'arrivo in città di monsignor Renato Boccardo, lo ha piegato in due. Costringendolo a sedersi, mentre la mano si chiudeva forte sulla spalla del sindaco Daniele Benedetti che seguiva accanto il suo discorso. Scuote il volto monsignore, con il volto a guardar il pavimento della Sala dei Vescovi, quasi non volesse o potesse permettersi il lusso di quel momento. Mentre la Sala, gremita fino all'inverosimile si lasciava andare ad un lungo, interminabile applauso. Che è stato lui stesso ad interrompere, riprendendo la parola e terminando la cerimonia.
Una commozione che prende anche i presenti. Chi lo conosce sa che Fontana non sta per rientrare nella sua Toscana (è originario di Forte dei Marmi). No, sta per lasciare la sua Umbria. Nelle prime file ci sono le più alte cariche civili e militari della città. Dietro i sacerdoti, i frati e le suore della diocesi. E tanti giovani, la vera forza del mandato di Fontana. Dall'altra parte del tavolo, insieme a Benedetti, il sindaco di Norcia, Gianpaolo Stefanelli e il vicario generale della diocesi, monsignor Luigi Piccioli.
Fontana ricorda le qualità del popolo umbro, le doti di quello di Spoleto e della Valnerina. E i Santi come “Francesco, Rita, Benedetto, Chiara…senza il cui insegnamento non potrei vivere. E Sant'Agostino”.
L'arrivo di monsignor Boccardo – “l'omologo di Gianni Letta” come lo definisce Fontana facendo capire, senza mezzi termini, che il Vaticano ha voluto un prelato di spessore per questa parte di Umbria – lo tranquillizza. Si conoscono da sempre, praticamente, dagli anni del seminario. Entrambi impegnati in incarichi diplomatici durante il pontificato di Giovanni Paolo II.
Fontana in Indonesia e Asia, Boccardo in Bolivia, Camerun e Francia. Entrambi amici di Gualtiero Bassetti, il Vescovo di Arezzo che prenderà a Perugia il posto di monsignor Chiaretti. Una sorta di 'rinnovamento nella continuità', per dirla con una battuta ormai di moda anche nelle stanze della Chiesa (ad usarla per ultimo monsignor Sigismondi, commentando le recenti vicende legate alla Gazzetta di Foligno).
Nella cartella stampa che ha preparato il Navarro Valls della diocesi, l'instancabile Francesco Carlini, c'è di tutto. Manca solo il saluto di Fontana ai fedeli della Diocesi. Lo farà il prossimo 30 agosto in Piazza Duomo. Il passaggio del testimone probabilmente si farà il 4 ottobre, nel giorno di San Francesco.
Fontana e Boccardo sono già d'accordo, ma dovranno attendere la decisione del collega Chiaretti che, in virtù della maggiore età, stabilirà la data del suo pensionamento dando così il via agli insediamenti sull'asse Spoleto-Arezzo-Perugia. Comunque non oltre il 16 ottobre prossimo.
Subito dopo la cerimonia, l'arcivescovo si è intrattenuto per qualche minuto con i giornalisti che ha pregato di continuare nel loro lavoro di sentinelle. Per il bene della comunità. C'è un progetto che più di ogni altro chiederà a Boccardo di ultimare o continuare? “Ce ne sono tanti – dice Fontana – ma su tutti quello dell'Oami, dove sono impegnati più di 70 volontari, e l'analogo centro in fase di realizzazione a Norcia. Prima di tutto vengono i disabili, i poveri, i bisognosi. Non dobbiamo mai dimenticarlo. Altrimenti non avrebbe senso fare il prete”.
I numeri di Monsignor Fontana – Sono passati 4.928 giorni da quando Monsignor Fontana fece il suo ingresso nella Diocesi di Spoleto-Norcia. Era il 13 gennaio 1996, per i primi vespri di San Ponziano, il Patrono di Spoleto. E' feeling a prima vista. Anche perchè, a dispetto dell'etichetta, fin lì mantenuta, Fontana decide di far visita prima ai malati in Ospedale, alle associazioni di volontariato che si occupano di poveri e disabili. Lasciando ad un secondo momento l'incontro con i 'suoi' sacerdoti e monache. In mezzo c'è da realizzare la Mensa della Misericordia. Si da un termine, “entro 100 giorni la realizzeremo” promette ai fedeli. Ne passeranno neanche ottanta per quella sorta di miracolo che quotidianamente si ripete sotto le ormai esperte mani di Ponziano Benedetti e dei volontari che tutti giorni sfornano pasti caldi per i più bisognosi.
Nel corso dei 13 anni di guida sono state riaperte al culto 200 chiese, ordinati 25 preti (grazie al Seminario riaperto dopo 25 anni) e giunte 7 comunità religiose: 3 quelle femminili (le Missionarie del Preziosissimo Sangue a Giano dell’Umbria, le Suore della Sacra Famiglia di Bordeaux a Monteleone di Spoleto, le Agostiniane Serve di Gesù e Maria a Roccaporena di Cascia), 4 quelle maschili (i monaci benedettini a Norcia, i Vincenziani a Borgo Trevi, Vallo di Nera e a Roccaporena di Cascia, i Missionari di S. Tommaso a Strettura di Spoleto, i Vocazionisti a Porzano di Terni). Una nuova comunità parrocchiale entra a far parte dell’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia: Pomonte di Gualdo Cattaneo (prima della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino). 47 i Convegni e le Giornate di Studio organizzati, 1 Visita Pastorale e 1 Sinodo diocesano. Un figlio della Chiesa di Spoleto Norcia proclamato Santo (il vescovo francescano e martire in Cina, Antonino Fantosati di Trevi), una figlia proclamata Beata (Maria Teresa Fasce, abbadessa delle agostiniane di Cascia), due aperture di processi di Canonizzazione e Beatificazione (Servo di Dio Vescovo Settimio Peroni, Vescovo di Norcia e Servo di Dio Don Andrea Bonifazi, prete spoletino), 18 Lettere Pastorali (4 nell'Anno del Giubileo). Sono invece 8 le Opere Segno di Carità realizzate sul territorio: la Mensa della Misericordia a Spoleto, la Fattoria della Misericordia ad Eggi di Spoleto, l'Oami di Baiano di Spoleto, i Centri per l’infanzia a Morgnano di Spoleto, a S. Maria in Campis di Spoleto e a Ferentillo, la Casa per disabili S. Agostino di Norcia, e la Casa Giubileo per anziani a Terraja di Spoleto (in accordo con il Comune). 7 infine, ma non da ultimo, le strutture di accoglienza per i prellegrini: quella di San Ponziano a Spoleto, l'Abbazia di Castel San Felice, il Capisterium a Norcia, l'Abbazia d Sant'Eutizio a Preci, la Romita a Vallo di Nera, la Casa di accoglienza a Villamagina di Sellano e la Casa di accoglienza a Monterivoso.
Photogallery di Franco Arcangeli
Articolo correlato