Un vizio di forma nell’ordinanza del Gip. Per questo stamattina il Tribunale del Riesame ha annullato il provvedimento con cui il 2 marzo scorso una maxi operazione congiunta di Polizia e Carabinieri, aveva portato all’emissione di 31 provvedimenti restrittivi tra arresti, custodie cautelari in carcere, arresti domiciliari ed obblighi di dimora. Misure cautelari decadute quindi per tutti gli indagati a seguito della decisione del Tribunale pronunciata dal presidente Narducci. Ora la Procura dovrà disporre nuove ordinanze di custodia cautelare e le “porte aperte” (open doors), prima in direzione poi nell’altra per gli arrestati potrebbero presto diventare porte girevoli.
Nel mirino delle forze dell’ordine era finita l’Agenzia Affari S.L. Service alla cui guida erano cinque persone, e rappresentava quello che per gli inquirenti era considerato il centro nevralgico dell’operazione ‘Open Doors’. L’agenzia favoriva, nell’ipotesi accusatoria, l’immigrazione clandestina, grazie all’ottenimento di permessi di soggiorno, benefici previdenziali, assistenziali e di disoccupazione nonché ricongiungimenti familiari.
Nella rete sono finiti volti noti di Foligno, alcuni dei quali insospettabili, sia italiani che stranieri. C’era un’ottantenne con mansioni di badante per ‘assistere’ una giovane che di anni ne ha appena ventitré. Oppure, un anziano seguito dai servizi sociali della locale Caritas che però, stando alle dichiarazioni, risultava aver assunto ben undici persone quali assistenti. Nella rete anche un uomo al quale il Comune di Foligno aveva appena assegnato una ‘casa popolare’ in pieno centro storico della città della Quintana. Il lavoro degli inquirenti durato circa un anno e mezzo, per portare alla luce un presunto sodalizio criminale costruito e sviluppato, come detto, al fine di creare finti rapporti di lavoro in favore di numerosi cittadini extracomunitari, in particolar modo provenienti da Albania e Nordafrica. Venivano richieste somme di denaro tra gli 800 ed i 1500 euro: ai fittizi datori di lavoro finivano in tasca tra le 150 e le 200 euro. I cinque responsabili dell’Agenzia Affari S.L. Service, sono indagati per associazione a delinquere finalizzata a truffa aggravata ai danni dell’Inps, che tra l’altro ha collaborato fattivamente all’attività investigativa.I soggetti, si concentravano prevalentemente sui rapporti di lavoro domestici, considerando che risultano più difficili da controllare in quanto il lavoro viene svolto in abitazioni private. Polizia e Carabinieri, non hanno escluso la possibilità che l’operazione ‘Open Doors’ possa estendersi con nuovi sviluppi e coinvolgere altri soggetti.
Le segnalazioni – come spiegato dagli inquirenti – sono prevalentemente giunte da parte dello sportello Utg della Prefettura di Perugia e dall’ufficio immigrazione della Questura. Una attenta verifica delle anomalie, ha portato a successivi accertamenti e quindi alle indagini coordinate dalla Procura di Spoleto, guidata dal procuratore capo Alessandro Cannevale e dal sostituto Gennaro Iannarone. Ad emettere i provvedimenti di custodia, il gip Augusto Fornaci. Secondo quanto emerso, sarebbe di oltre un milione di euro la truffa ai danni dell’Inps, nonché centinaia di permessi di soggiorni emessi illecitamente dall’organizzazione. Maxi operazione congiunta, dei Carabinieri della compagnia di Foligno guidati da Angelo Zizzi, e agenti di polizia del vicequestore aggiunto Bruno Antonini e del luogotenente Angelo Borsellini per il nucleo dell’ispettorato del lavoro dei carabinieri di Perugia.