Il capogruppo dell'Idv in Consiglio regionale Oliviero Dottorini è intervenuto oggi sull'annosa questione della maxi stalla con impianto a biogas che le Opere Pie di Perugia potrebbero realizzare nella frazione di Danza Maria Rossa, chiedendo al Comune di Perugia di “non accelerare i tempi” e chiedendo una “valutazione di impatto ambientale”.
“La vicenda della maxi stalla di Santa Maria Rossa merita una seria riflessione, le fughe in avanti non aiutano certo a individuare soluzioni compatibili con l’ambiente e con l’aperta ostilità delle popolazioni locali”, ha detto Dottorini. “Su un progetto di tali dimensioni e di tale importanza – aggiunge Dottorini – risulterebbe particolarmente singolare la scelta di non procedere a una Valutazione di impatto ambientale (Via). In questo ritengo che la Regione debba fare la sua parte. Nell’immediato sarebbe incomprensibile la scelta del Consiglio comunale di Perugia di procedere a una variante al Piano regolatore, pure in presenza di segnalazioni che metterebbero in evidenza profili di illegittimità normativa e procedurale”.
Il consigliere regionale Idv contesta al comune di Perugia le varianti al piano regolatore approvate per la realizzazione dell'opera, che comunque sembra stentare a decollare per problematiche di natura economica. L'ultimo bando europeo per la realizzazione è andato infatti deserto, a causa delle poche garanzie finanziarie del progetto di maxi stalla da circa 900 capi bovini, con annesso un impianto a biogas. “A prescindere tuttavia dalla correttezza delle procedure amministrative ancora tutte da valutare, riteniamo incomprensibile la volontà di rimuovere il vincolo di unità di paesaggio 3S in un’area altamente vulnerabile, con una concentrazione di nitrati doppia rispetto alla media regionale e con una falda acquifera particolarmente superficiale che comporta un elevato rischio di inquinamento. Stiamo parlando – spiega il capogruppo Idv – di una zona, quella di Santa Maria Rossa, fortemente antropizzata dove sono presenti centri abitati, scuole e asili. Tutte condizioni per le quali era stato apposto il vincolo quindici anni fa e che un'opera di tale portata potrebbe compromettere in maniera seria, producendo un danno economico e ambientale difficilmente quantificabile”.
Per Dottorini, “al di là degli aspetti tecnici e ambientali, che ci fanno dubitare della bontà dell'operazione, c'è poi da sottolineare l'inspiegabile volontà di aggirare la Valutazione d'impatto ambientale frazionando il progetto della stalla da quello dell’impianto a biogas. La preoccupazione dei cittadini, quindi, non appare fuori luogo, anche perché la recente variante al Piano regolatore comunale non chiarisce in quale modo si intende garantire che non vi sarà un incremento del carico di azoto nella zona individuata per collocare la maxi stalla. Il fatto che si parli in modo generico di una contestuale dismissione di altri allevamenti esistenti senza indicarne il numero, le dimensioni e le modalità non è certo tranquillizzante”.
“In questi casi – conclude Dottorini – la fretta è sconsigliata perché manifesta una difficoltà al confronto che le popolazioni locali avvertono come una chiusura immotivata. E’ necessario mettere in atto gli adeguati strumenti partecipativi ed evitare incomprensibili fughe in avanti che avrebbero il solo effetto di inasprire ancora di più il rapporto tra politica e cittadini”.