Ridurre il numero di lavoratori licenziati e trattare anche su altri paletti messi dagli investitori pronti ad affittare, per poi acquisire, Maran e R&S. E’ quanto chiedono con forza le organizzazioni sindacali di categoria che ieri hanno partecipato al primo tavolo con i rappresentanti della nuova Maran, la newco che fa capo al gruppo svedese Hoist con la quale la dirigenza del gruppo spoletino ha firmato un accordo la scorsa settimana volto appunto ad arrivare alla nuova gestione.
Un incontro che, a differenza di quanto preannunciato, non si è tenuto presso il Comune di Spoleto ma in azienda. E che poi è stato seguito da un’infuocata assemblea con i lavoratori. D’altronde per loro la situazione è molto critica: il piano industriale della Hoist prevede 150 dipendenti interessati dal licenziamento collettivo ma anche il taglio degli stipendi per due anni per i restanti. Senza parlare dei lavoratori della sede di Catanzaro, meno di una trentina quelli che rimarrebbero, per i quali sarebbe prospettato il trasferimento in Umbria. E non è tutto: per chi rimarrà in azienda è stato prospettato il taglio del 20% degli stipendi per 2 anni. Una situazione che i sindacati vogliono quanto meno ridimensionare e di cui si tornerà a parlare nei prossimi giorni: un nuovo incontro è stato già fissato per il 31 luglio.
Intanto i sindacati fanno sapere che “le organizzazioni sindacali hanno da subito contestato e rifiutato il numero di esuberi dichiarati (150) e chiesto una sensibile riduzione. Sono stati inoltre chiesti chiarimenti e informazioni sul piano industriale che deve garantire la più ampia occupazione“.