di Stefania Filipponi (*)
La “mancanza” di luminarie natalizie è soltanto la classica goccia di un problema più generale e grave: l’assenza di autorevolezza di una amministrazione che affannosamente rincorre il quotidiano, perché non ha un “progetto di città”.
La crisi economico-finanziaria ha soltanto evidenziato tutte le contraddizioni ma soprattutto la pochezza di una Giunta che, grazie alle risorse che le sono piovute addosso a seguito del terremoto, era riuscita, sino ad oggi, a nascondere l’assoluta incapacità politica.
Per circa 10 anni sono state elargite, a piè di lista e senza controlli, risorse pubbliche in favore di associazioni per organizzare eventi, ma in particolar modo “per mantenere la propria clientela” e fingere di avere una città e un centro storico vitali. Così non è: la drastica riduzione di trasferimenti statali lascia il “re nudo” e gli interessati amici (quelli che si facevano belli con il denaro dei cittadini) sono diventati nervosi, forse perché lasciati senza piatto.
I problemi, però, non sono limitati alla mancanza di “eventi natalizi” ma riguardano l’intera città che questa Amministrazione, con la propria inerzia, lascia diventare sempre più povera: il futuro della Cassa di Risparmio è segnato; gli Uffici Giudiziari rischiano il completo smantellamento, il raddoppio della rete ferroviaria è una incognita al pari della “famosa Variante Sud” che doveva alleggerire il traffico di un centro storico soffocato dallo smog, dal guano dei piccioni e dalla sporcizia.
La ASL 3 è destinata ad essere accorpata, così come la gestione delle risorse idriche: tutto verrà gestito dalla città-regione. Si prospettano privatizzazioni di società pubbliche (VUS- AFAM) perché non si è in grado di elaborare un piano industriale ed i vertici vengono nominati solo per meriti di “parte”. La lista è ancora più lunga e l’inefficienza, l’immobilismo dell’Amministrazione è addirittura palpabile ed allora forse è meglio non accendere le luci, perché lo “spettacolo non è bello”. Il Sindaco Mismetti dovrebbe imitare le scelte effettuate in sede nazionale e riconoscere che questa Giunta non è in grado di affrontare e di risolvere i gravi problemi della città, che non sono solo economici.
Va rivisto integralmente il programma e, per “salvare Foligno”, è necessario unire le forze individuando soggetti in grado di amministrare la città garantendone lo sviluppo (culturale, economico e sociale) e eliminando gli sprechi, a cominciare dalla FILS.
(*) Capogruppo in Consiglio Comunale di Impegno Civile
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