Oggi il sindaco parteciperà all’assemblea dei soci della Fils con il mandato di procedere alla messa in liquidazione della società come votato a maggioranza dal Consiglio Comunale.
La decisione di ieri non è la soluzione di niente, ma solo un passaggio che apre un percorso difficile e delicato, dagli esiti incerti, che potrebbe portare in autunno l’amministrazione comunale di fronte a scelte gravi, schiacciata tra la prospettiva di un piano industriale molto oneroso e quella di un definitivo scioglimento della società con perdita di posti di lavoro.
Molte di queste incertezze – scrive Elisabetta Piccolotti, capogruppo consiliare di Sinistra Italiana – potevano forse essere attutite o evitate se si fosse affrontata la questione già nei primi mesi dell’anno, o subito dopo le elezioni: oggi avremmo già potuto valutare il nuovo piano industriale ed evitato un clima di tensione che è anche il frutto della giustificata angoscia dei lavoratori e delle lavoratrici.
Per quale motivo si sia giunti a questo punto, non è dato saperlo e ieri il sindaco non l’ha spiegato. Per anni non si è fatto ciò che era dovuto con la determinazione necessaria: riorganizzare l’azienda, istituire un sistema efficace di controlli, spostare attraverso la mobilità una parte del personale n altre partecipate, che hanno invece continuato ad assumere e indire concorsi, rivedere profondamente la mission dell’azienda per capire che ruolo possa avere nella Foligno del futuro. E anche ieri né il sindaco, né l’assessore con delega alle partecipate, né la capogruppo del Pd sono stati in grado di spiegare alla città quale futuro immaginano per la Fils. La trasformiamo in un’azienda di servizi? Rimane un’azienda per la manutenzioni? La apriamo – legge permettendo – al mercato privato? Si farà la fusione con l’omologa spoletina? Si possono riassorbire alcune funzioni dentro il gruppo della multiservizi Vus?
Non si sa – attacca la Piccolotti – non sembrano esserci idee chiare: quello aperto è un percorso al buio.
E ciò è apparso ancor più chiaro quando il Pd ha scelto di votare contro l’emendamento da me presentato, che provava ad inserire in delibera alcuni tra gli obiettivi che dovrebbero stare a cuore al Comune in questa fase transitoria.
E’ per questo che ieri ho chiesto un passo indietro all’assessore Sigismondi – incalza la capogruppo di SI – che dal 2009 si occupa di questa materia. Per voltare pagina bisogna prima di tutto prendere atto pubblicamente dell’insufficienza di ciò che si è fatto fin qui. Se il sindaco cerca idee nuove e vuole conquistare la fiducia degli attori coinvolti, non può che dare la responsabilità di gestire questa nuova fase della Fils a persone diverse. Mi sembrerebbe un atto di responsabilità e serietà.
Purtroppo le urla scomposte del sindaco ieri in aula sono la plastica manifestazione che non c’è la lucidità necessaria, e quindi temo che non ci sarà alcun cambiamento. Ed è un peccato, perché la città avrebbe bisogno di più coraggio, e i lavoratori anche della certezza che nessun errore verrà ancora commesso sulla strada per tutelare l’occupazione e rendere finalmente questa azienda efficiente e operativa.