Un libro per bambini e ragazzi al centro del ciclone. Si tratta di “Piccolo uovo”, testo edito da “Lo Stampatello” e scritto da Francesca Pardi, che tratta di teoria gender e che è già diffuso anche in molte scuole dell’Altotevere.
Il volume, illustrato da Altan, parla di un uovo che non vuole nascere poiché non sa quale vita e quale famiglia gli toccherà in sorte; il protagonista, dunque, per conoscere e capire meglio cosa gli spetta, parte per un viaggio attraverso le diverse tipologie di famiglia comprese quelle fatte da due mamme o da due papà con i loro bambini.
Questo libro, non nuovo a polemiche anche a livello nazionale, fa parte di un progetto denominato “In Vitro”, promosso da Usl Umbria 1 e Regione, volto a incentivare la lettura fin dalla più tenera età (dai 6 mesi ai 6 anni) attraverso la distribuzione nelle scuole (compresi nidi e ambulatori pediatrici) di kit di libri. Proprio tra questi ultimi, però, molti genitori hanno da tempo segnalato, appunto, ben due volumi (oltre a “Piccolo Uovo” anche “Il libro delle famiglie” di Todd Parr) con contenuti da considerarsi appartenenti alla teoria gender.
Nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Città di Castello, proprio “Piccolo Uovo” è stato oggetto dell’intervento del capogruppo del Pdl Davide Pazzaglia:
“La Regione Umbria ha finanziato un progetto di lettura in cui è stato inserito un volume che si occupa di teoria gender. Il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini aveva negato che nelle scuole si insegnasse la teoria gender e mi sembra grave che venga proposta proprio in una scuola dell’infanzia con i soldi dei contribuenti, circa 50mila euro, e in maniera subdola, senza avvisare i genitori di tale iniziativa”.
A rispondere alle perplessità di Pazzaglia è stato l’assessore alle Politiche scolastiche Mauro Alcherigi, che ha dichiarato: “Il volume ‘Piccolo uovo’ , vincitore del Premio Andersen 2012 per la categoria 0-6 anni, è già stato ritirato nel secondo circolo didattico su iniziativa della dirigente Paola Avorio, referente locale del progetto. Noi come Amministrazione non siamo gli interlocutori diretti di questa iniziativa, ci limitiamo ad osservare che il mondo va verso una diversità di cui la scuola non può non prendere atto e che il libro non promuove tipi di famiglia ma ne descrive una panoramica“.
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