La Commissione affari istituzionali e comunitari di Palazzo Cesaroni ha approvato ieri a maggioranza la proposta di legge sul sistema integrato di sicurezza urbana scaturita dall'unificazione dei testi presentati da alcuni gruppi del centrosinistra.Secondo il presidente della commissione, Oliviero Dottorini, si è trattato “di un lavoro lungo, approfondito e partecipato come si richiede per un argomento così sentito dai cittadini e allo stesso tempo così complesso. La prima commissione ha tentato di trovare una sintesi tra 5 proposte e tra diversi approcci al problema: da una parte il sostegno alle vittime dei reati, dall'altra le politiche di contrasto, di prevenzione e di inclusione sociale. Credo sia importante evitare il gioco delle strumentalizzazioni per dare risposte concrete, responsabili ed efficaci ad un problema, quello della sicurezza, che è fondamentale per la vita della nostra comunità regionale”.
Due saranno i testi che verranno portati in discussione nell'Aula di Palazzo Cesaroni: quello che ha ottenuto il parere positivo della commissione, che sarà illustrato dal consigliere del Partito democratico Fabrizio Bracco (Fiammetta Modena, di Forza Italia, sarà relatore di minoranza) e quello unitario predisposto dall'opposizione, che è stato invece bocciato con 5 voti negativi e 2 positivi. La proposta di legge della maggioranza (Pd, Prc, Sdi, Pdci, Verdi e Civici) si propone di “restituire un maggior senso di sicurezza ai cittadini umbri, promuovendo interventi finalizzati alla riduzione del disagio sociale e dell'emarginazione”. Cardine della nuova normativa, che prevede un finanziamento di 500 mila euro, saranno i “Patti integrati per la sicurezza urbana”, dove la Regione, “ponendosi in stretta relazione con le legislazioni nazionali in materia di contrasto e di riduzione delle cause di disagio sociale” avrà funzioni di indirizzo e coordinamento sugli interventi promossi nei comuni dell'Umbria per promuovere un modello di “sicurezza partecipata”.
L'impianto della norma è stato criticato da Andrea Lignani Marchesani (An – Pdl) perché conterrebbe degli interventi in ambito sociale che sarebbero fuori contesto, in quanto riconducibili ad altri settori, portando così ad una dispersione dei finanziamenti effettivamente utilizzati per la sicurezza. Un'altra differenza tra le due proposte è la Giornata regionale del ricordo delle vittime del crimine, auspicata dal centrodestra, che dovrebbe svolgersi il 30 gennaio per “promuovere l'educazione, l'informazione e la sensibilizzazione in materia di legalità”. I componenti della Commissione sono arrivati al voto dopo aver convocato una audizione pubblica sui progetti di legge in discussione e dopo aver incontrato i prefetti di Perugia e Terni.
SCHEDA:
i dati sulla sicurezza in Umbria Tra il 1990 e il 2006 le persone denunciate in Umbria sono più che raddoppiate, passando da 3.300 a 8.600, mentre quelle arrestate sono quadruplicate, arrivando a 2 mila, con una crescita superiore al dato medio nazionale.II numero degli omicidi è sostanzialmente stabile e si attesta a circa 0,6 ogni 100.000 abitanti. Un dato che nel 2006 vede l'Umbria allineata con le altre regioni del centro Italia: sono stati 0,7 in Emilia Romagna, 0,8 in Toscana e 0,6 nelle Marche.Sono aumentate le denunce per borseggi, scippi, furti in appartamento e rapine: l'Umbria si colloca su valori che non si discostano molto dalla media nazionale, ma registra un trend di crescita più rapido rispetto a quanto avviene in altre regioni, soprattutto per quanto riguarda i borseggi (aumentati di 7 volte) e le rapine (quadruplicate negli ultimi 20 anni).Per quanto riguarda la percezione della sicurezza e i sistemi di protezione, i dati di fonte Istat del 2002 mostrano che circa la metà degli umbri è preoccupato di subire reati di vario genere o è condizionato nelle abitudini dalla criminalità, mentre circa un terzo dichiara che nella zona in cui abita è molto o abbastanza presente il rischio di criminalità. Quasi un quarto degli umbri (24,4 per cento) dichiara di non uscire da solo la sera per paura, una percentuale in linea con la media nazionale ma più alta di quella delle regioni del Centro Italia. Forte è anche il timore di subire in furto nella propria abitazione, una preoccupazione espressa – per l'Istat – dal 64 per cento degli umbri e l'insicurezza all'interno della propria casa (14 per cento contro il dato medio nazionale del 12).La percentuale di denunciati stranieri sul totale è leggermente aumentata negli ultimi anni (dal 23,6% al 29,5%). In Umbria si registra la quota più alta rispetto a tutte le altre regioni (55,7%) relativa alle persone straniere segnalate per violazione delle leggi sulla droga ed è anche la prima regione italiana per decessi legati all'abuso di sostanze stupefacenti.Dalla Relazione annuale antidroga del 2007 della Polizia di Stato emerge che il numero totale dei decessi da abuso di stupefacenti è notevolmente calato in Italia negli ultimi dieci anni, passando dai 1.159 del 1997 ai 588 del 2006. In Umbria, invece, questo decremento non c'è stato: nel decennio considerato, fino al 2006, i decessi per questa causa sono stati sempre compresi tra i 14 e i 26, senza calare. Nel 2007 sono arrivati a 38, aumentando di più del 50 per cento rispetto all'anno precedente. L'Umbria detiene così il primato dei decessi per abuso di stupefacenti, se rapportato al numero degli abitanti: nel 2007 sono stati 4,6 per 100.000 residenti. Le morti per droga, in Umbria, avvengono soprattutto nella provincia di Perugia (nel 2007, 32 su 38 totali): le province di Roma (83 decessi), Napoli (68) e Perugia (32) assorbono da sole quasi un terzo dei decessi totali per questa causa. (fonte: Processo legislazione e studi del Consiglio regionale)