Legge contro l'omofobia, consiglio regionale approva | Attriti in aula - AGGIORNAMENTI - Tuttoggi.info

Legge contro l’omofobia, consiglio regionale approva | Attriti in aula – AGGIORNAMENTI

Alessia Chiriatti

Legge contro l’omofobia, consiglio regionale approva | Attriti in aula – AGGIORNAMENTI

PD ricuce dopo emendamento 'salva omofobi' di Smacchi | Polizia e Digos fuori da Palazzo Cesaroni
Mar, 04/04/2017 - 15:34

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Aggiornamento ore 20.05 – Con 15 voti favorevoli dei consiglieri di centro sinistra e del M5s, 5 contrari (Lega, FDI e Ricci presidente) e un astenuto Nevi di FI, la legge contro l’omofobia passa in Regione Umbria, dopo una lunga discussione tenutasi oggi a Palazzo Cesaroni e durata tutta la giornata di lavori. Passati anche il coordinamento per l’atto e l’urgenza dello stesso. L’approvazione ha visto la gioia di Omphalos LGBTI, che ha ‘presidiato’ pacificamente l’aula durante il corso della discussione: i rappresentanti e i membri dell’associazione si sono lasciati andare in un applauso liberatorio dopo il sì alla legge.

Siamo soddisfatti per questa definitiva approvazione – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – l’impegno della nostra associazione, che dal 2007 segue e supporta l’iter di questa legge, non è stato vano e siamo felici di aver contribuito a rendere questa Regione un posto più civile per tutte e tutti i suoi cittadini. Ringraziamo la presidente Catiuscia Marini per essersi spesa in prima persona a sostegno di questo provvedimento e chiediamo alla Giunta che la legge inizi subito l’iter di attuazione. Un appello anche al Parlamento perché riprenda subito la discussione di una legge nazionale, che insieme alle norme regionali, completi il quadro di tutela su modello di quanto avviene nel resto d’Europa“.

Rispetto alla versione uscita dalla III Commissione, la legge approvata in aula ha subito anche degli importanti cambiamenti, che ne “rafforzano l’azione, come ad esempio la possibilità per la Regione di costituirsi parte civile nei processi per omofobia e transfobia o le modifiche che tengono conto della recente normativa nazionale sulle unioni civili. Importanti anche gli emendamenti sui richiami costituzionali, che sostituiscono l’ormai tristemente famoso emendamento ‘salva omofobi’ del consigliere Smacchi. L’assalto a svuotare la legge è stato fortunatamente fermato e l’orribile emendamento ‘salva omofobi’ superato – dichiara Bucaioni – è chiaro che tutte le leggi regionali si muovono all’interno della Costituzione e non potrebbe essere altrimenti, ma un conto è richiamarne gli articoli come è stato fatto nel testo finale approvato in aula e un altro è interpretarli e fuorviarli con i diktat degli integralisti religiosi, come voleva fare il consigliere Smacchi con il suo maldestro tentativo andato fortunatamente a vuoto. Questa vicenda lascia comunque una certa tristezza – continua Bucaioni – è triste pensare che la strategia messa in atto da alcuni consiglieri della maggioranza fosse solo tesa a mettere in difficoltà la loro stessa parte politica e in realtà non riguardava neanche il merito della legge, ma tornaconti tutti interni agli equilibri della maggioranza. Verso di loro e verso questo modo di far politica va la nostra più profonda indignazione, nella speranza che i cittadini e le cittadine dell’Umbria sappiano ricordarsi di chi una volta eletto si muove solo per il proprio tornaconto, facendo carta straccia del programma elettorale”.

Vogliamo infine ringraziare chi in questa legge ci ha creduto sin dal principio – aggiunge Lorenzo Ermenegildi, segretario di Omphalos – in particolare Maria Pia Serlupini, nel 2007 consigliera comunale a Perugia e promotrice del testo e l’Avvocato Antonio Rotelli, giurista e fondatore di Rete Lenford, avvocatura per i diritti LGBTI, che ha curato l’estensione del testo. Al Partito Democratico, al suo segretario regionale Giacomo Leonelli e agli altri firmatari di questa legge – conclude Ermenegildi –  un grazie per aver portato a compimento quello che prima di tutto era un vostro preciso impegno elettorale, ma anche un ammonimento, per aver sottovalutato l’importanza di questa legge e aver permesso che si potesse anche solo insinuare che con la scusa della libertà di pensiero fosse possibile tutelare allo stesso tempo vittime e carnefici dell’omotransfobia. Ribadiamo con forza che l’omofobia e la transfobia non sono opinioni e questa legge certifica che non hanno più cittadinanza nella nostra Regione”.

“Finalmente la regione Umbria si è dotata di una legge che contrasta l’omofobia e che promuove la cultura della non discriminazione delle persone sulla base del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere”. Così il consigliere del Partito Democratico Giacomo Leonelli, che insieme ai consiglieri Chiacchieroni e Solinas è stato tra i firmatari della legge.
Nella discussione di oggi in aula – prosegue Giacomo Leonelli – le opposizioni prima ci hanno accusato di aver proposto una legge inutile, poi che questa avrebbe distrutto la famiglia (viene da dire “delle due l’una”). Successivamente hanno elencato svariati argomenti venuti loro in mente che avrebbero meritato “ben altro” trattamento rispetto a quello in questione. Non possiamo però ignorare che rispetto all’orientamento sessuale sussiste ancora forte una stigmatizzazione sociale, quasi che l’omosessualità sia un disvalore. Ma al di là del suo faticoso iter e della discussione odierna, finalmente, da oggi, è giunto il momento che la Regione abbia gli strumenti normativi per favorire e supportare una coscienza collettiva che rifiuti l’omofobia. Agendo lungo le fondamentali linee dell’istruzione, dalla formazione professionale e dell’integrazione sociale”.
E non ha senso sostenere che si tratta di una legge che interviene solo a favore di alcuni – conclude Leonelli – perché non si può lasciare che alcuno venga discriminato, come vanno lasciate da parte le suggestioni di questi giorni. E’ stato detto di tutto: che le scuole saranno centri di propaganda gay; che dopo questa legge i nostri bambini verrebbero vestiti da donna. Nulla di tutto questo è nella legge. Basta leggerla. Se oggi l’Umbria fa un passo avanti sul campo della non discriminazione è grazie al PD, che ha saputo fare sintesi, superando emendamenti divisivi, tanto da arrivare alla firma congiunta di alcuni di essi da parte del capogruppo Chiacchieroni e del consigliere Smacchi. Emendamenti tesi a salvaguardare il sacrosanto principio della libertà di pensiero, ma senza che che questa diventi una clausola di salvaguardia per condotte discriminatorie”.

Aggiornamento ore 19.31 – Si è intanto passati in aula alla discussione degli emendamenti, 40 in tutto, sulla legge contro l’omofobia. In particolare, è stato votato favorevolmente dall’assemblea regionale l’emendamento riguardante la scuola e quello originariamente presentato da Andrea Smacchi, poi rimodulato da Gianfranco Chiacchieroni e Giacomo Leonelli (tutti del PD), a proposito dell’articolo 1.

Aggiornamento ore 18.26 – Particolarmente apprezzato da parte di Omphalos, che ha applaudito, il discorso della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, a proposito della legge contro l’omofobia, in analisi in queste ore a Palazzo Cesaroni. “La strada contro le discriminazioni – ha detto la presidente – è lunga e tormentata, fatta di piccole tappe. In altri Paesi si torna indietro, noi siamo in una parte del mondo che grazie a un mix di culture ha portato un grande arricchimento, elaborato gli ideali della democrazia e costituito il punto avanzato nella costruzione del diritto e nella tutela dei diritti degli uomini. Cosa c’è da tutelare di più importante dei diritti connessi alla propria vita privata e alle proprie scelte personali. La Costituzione chiede di rimuovere gli ostacoli al concetto di uguaglianza”. Particolare l’appunto fatto al consigliere De Vincenzi, che aveva parlato dei numeri che riguarderebbe la legge, da parte di Marini: “Vorremmo una società meno razzista, meno antisemita, solo la democrazia, con la tolleranza e il dialogo, permette di farlo. Dialogo e comprensione contano più della difesa delle posizioni. Se anche ci fosse una sola persona che si sentisse discriminata, avremmo già buone ragioni per discuterne. A maggior ragione, se sono minoranze, serve una cultura che le protegga e le sostenga. Una legge che promuove azioni positive, tende a diminuire la conflittualità, a non accettare forme orribili di discriminazione, il pestaggio, chi non ce la fa più perché si sente rifiutato”.

Aggiornamento ore 16.09 – Scintille dopo il rientro in aula a Palazzo Cesaroni, dove in queste ore è in discussione la proposta di legge contro l’omofobia. A chiarire le sue posizioni con tono deciso e perentorio è il consigliere Andrea Smacchi, del PD, autore di un emendamento presentato lo scorso 24 marzo, poi definito da Omphalos LGBTI come ‘salva-omofobi’. “Una legge ideologica, non possiamo permettere in quest’aula ci si divida ancora”, ha detto Smacchi prima di illustrare il risultato dell’operazione di ricucitura all’interno del partito di maggioranza in Consiglio. 8 gli emendamenti che alla fine spuntano sui banchi dell’assemblea, tutti firmati anche dal capogruppo PD, Gianfranco Chiaccheroni e dal segretario del partito e consigliere regionale, Giacomo Leonelli. “Su questa legge c’è lo stemma della Regione, non quello di Omphalos”, ha detto con voce perentorio Smacchi riferendosi al presidente di Omphalos, Stefano Bucaioni, seduto tra gli spalti dell’aula, e prima di ribattere alle diverse polemiche su Facebook esplose dopo il 24 marzo, mosse in particolare dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e dal consigliere comuale di Perugia, Tommaso Bori. A quest’ultimo, che aveva chiesto a Smacchi quando “avesse deciso di cambiare sponda“, lo stesso Smacchi ha risposto: “su queste cose non si scherza”. Battuta alla quale il brusio tra i presenti on è stato contenuto.

Tra gli emendamenti: la condanna a tutte le forme di discriminazione, di sinistra e di destra; l’eliminazione del comma 1 bis, che attiene definizioni. Aggiunto poi un comma che ribadisce la libertà di manifestare le proprie opinioni e libertà di pensiero. Un emendamento sostitutivo all’art 3 riguarda poi la possibilità di fare attività formative che riguardino e siano rivolte solo a genitori e docenti, ma non agli studenti. Resta inoltre la possibilità che la Regione valuti di costituirsi parte civile nel caso di violenza e di discriminazioni di ogni tipo. Ultimo punto importante rimane la presenza dei rappresentanti delle famiglie nell’ambito dell’Osservatorio. “Siamo fermi su questi 5 punti e su questi ci impegniamo a votare la legge”, ha concluso Smacchi, citando poi Voltaire..

Lo scontro è tornato a farsi sentire tra De Vincenzi e Solinas, a seguito del quale il primo era in procinto di abbandonare l’aula. Crisi poi rientrata.

Ore 15.34 – Torna in aula a Palazzo Cesaroni, in Regione Umbria, la discussione della legge contro l’omofobia, saltata durante la scorsa seduta a causa della mancanza del numero legale tra i consiglieri regionali. Una mattinata che ha visto la temperatura e la tensione tra i banchi salire durante gli interventi dei consiglieri intervenuti nel dibattito. Particolare tensione è stata raggiunta durante la relazione del consigliere Sergio De Vincenzi (Ricci Presidente), che ha illustrato la relazione di minoranza a proposito della legge. Tante le persone che hanno affollato la sala durante la discussione, molte delle quali con indosso un foulard dai colori dell’arcobaleno o con la stessa bandiera disegnata sul volto: forte, in particolare, la presenza dei membri rappresentanti di Omphalos LGBTI e delle associazioni schieratesi invece contro alla legge. Fuori dal palazzo, anche gli agenti della polizia e della Digos: palpabile dunque la tensione all’interno e fuori dall’aula, per l’approvazione di una legge ormai attesa da dieci anni e che i consigli regionali di Piemonte, Emilia Romagna e Toscana hanno già adottato.

Legge contro l’omotransfobia, salta numero legale e non si discute | Omphalos protesta – AGGIORNAMENTI

 Cosa è successo – La scorsa settimana uno dei proponenti della legge, Attilio Solinas (anche lui con indosso il foulard arcobaleno), recentemente transitato nel Gruppo Misto, aveva già presentato la relazione di maggioranza della proposta di legge, che porta anche la firma di Gianfranco Chiaccheroni e Giacomo Leoneli, entrambi del PD. Questa mattina, ad aprire i lavori dopo il question time, è toccato, come detto, al relatore di minoranza, De Vincenzi. Un intervento durato un’ora circa, che ha scatenato il dissenso da parte di Solinas: il consigliere ha cercato di far contenere nei tempi la relazione di minoranza, fissata nei termini della mezz’ora. “Assoluta contrarietà – ha detto De Vincenzi – perché si tratta di una legge ‘ad categoria’, fondata su dati sensibili, e come tali tutelati dalla privacy, quali orientamento sessuale e identità di genere, dati peraltro né verificabili né con caratteri di stabile definizione nel tempo. La condizione discriminatoria non è descritta nelle sue fattispecie, quindi la medesima violazione da accertare non sarebbe accertabile ma sarebbe in un ambito ipotetico, soggettivo e la legge non può fondarsi su un criterio di soggettività. La legge in questione non si fonda sulla conoscenza statistica, nonostante esista un documento Istat che però non è stato preso in considerazione. La legge si basa sui dati forniti dalle associazioni Lgbt, senza approfondimenti da parte dei consiglieri, nel rispetto del principio conoscere per deliberare. É molto grave che la norma crei presupposti per limitare la libertà di pensiero e di espressione sancita dall’articolo 21 della Costituzione solo nel percepito soggettivo e non dell’oggettivamente determinabile”. Un discorso, quello di De Vincenzi, che da molti presenti è stato tacciato di ostruzionismo: dal tempo impiegato per illustrare la sua relazione, alle argomentazioni, all’innalzamento dei toni (De Vincenzi ha ad un certo punto interrotto il suo discorso per ‘richiamare’ la presidente Porzi al telefono).

De Vincenzi ha poi insistito sui costi della legge: “la norma finanziaria è riferita al 2016, approvata in commissione dopo verifica della compatibilità, ma il suo mancato aggiornamento fa sì che l’atto, ancorché emendabile, non si basa su un congruo esame da parte degli uffici. Ora viene in Aula con riduzione del 20 per cento della copertura ma le cose previste dalla legge sono sempre le stesse e forse di più, con gli emendamenti. Soprattutto il rispetto delle regole è questione morale: non lo dimentichi questa maggioranza che governa con il 23 per cento dei consensi a fronte di un 50 per cento di astensionismo”. Un accenno poi alla maggioranza, ‘spaccata nei giorni scorsi per l’emendamento presentato da Smacchi, poi ritirato prima della discussione di oggi con un’operazione di ricucitura interna al PD e con un nuovo emendamento presentato insieme a Chiacchieroni e Leonelli, sempre riguardo al pluralismo: “maggioranza piena di contraddizioni interne – ha detto De Vincenzi – che impone con arroganza il proprio pensiero su diritti civili di poche minoranze, in tempi di grave crisi economica”.

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 Di altro tenore gli interventi arrivati dopo De Vincenzi. Sono intervenuti Marco Squarta (FDI), che ha dichiarato: “non metto la faccia su una legge vuota, ideologica e sbagliata”. Giacomo Leonelli (PD) ha ribattuto: “nella società attuale c’è percezione di stigma rispetto all’orientamento sessuale”, seguito da Silvano Rometti: “puntare a creare un ambiente in cui la discriminazione e la violenza siano banditi”, ha chiarito l’esponente dei Socialisti. La seduta è stata poi interrotta per riprendere dopo le 14.30, con l’intervento del consigliere Solinas.

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